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Salve a tutti,sono, come molti di voi "simpaticamente" definiscono me ed i miei colleghi, un cane da riporto, ovvero un addetto alla gestione crediti per conto di una società ( di cui ovviamente non rivelerò il nome) che ha un mandato per il trattamento stragiudiziale di pratiche appartenenti ad una banca italiana (di cui ovviamente non rivelerò il nome).In particolare, mi occupo di avviare trattative telefoniche con coloro che sono disposti a chiudere bonariamente le proprie pendenze, derivanti da scoperti di conto corrente, mutui, finanziamenti ecc... con saldi a debito, attraverso saldi e stralcio e/o piani di rientro.Voglio premettere una cosa, sperando di non impietosire nessuno: non amo il mio lavoro, lo consideto un mestieraccio che mi permette di sopravvivere e pagare cibo, bollette, finanziamento per macchina e quant'altro. Siamo in tanti a trovarci in questa condizione: laureati, sottopagati con contratto a progetto senza valide alternative lavorative. C'è un famoso film che si intitola "Generazione 1.000": io e molti miei colleghi non possiamo identificarci con i protagonisti perchè a 1.000 euro al mese non ci arriviamo. L'azienda per la quale lavoro è l'unica che assume nuovo personale con regolarità (inutile spiegare il perchè). Questa la verità nuda e cruda. Detto questo, vi chiedo: qual è, secondo voi, il modo più professionale, eticamente corretto e giusto per svolgere quest'attività del kaiser? Ho molte idee in merito, anche perchè è da quasi 2 anni e mezzo che la svolgo e vorrei condividerle con voi. Non aggiungo altro perchè credo di essermi dilungato già troppo. Attendo vostre obiezioni-suggerimenti-offese.

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***Io penso ahe qualcuno debba pur farli, questi sporchi lavori,***Nessuno deve fare questo "lavoro". E' una decisione se uno va a fare il recuperatore o un altro lavoro. E se uno vuole per forza fare il porta a porta lo faccia con qualche prodotto utile tipo aspirapolvere.E ripeto: il lavoro non esiste nemmeno perché il consumatore ha il suo contratto di finanziamento che deve rispettare trattando direttamente con il creditore, se non lo fa, la banca/finanziaria potrà/dovrà adire vie legali.Comunque, tornando alla domanda all'inizio di questo argomento: Il recuperatore che telefona e/o bussa alla porta della gente, deve capire che dal momento che gli viene chiusa la telefonata oppure buttata la porta in faccia, i suo intervento è finito ed il suo guadagno è zero.

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Blues scrive:"Da qualche parte, in qualche periodo qualcuno ha indottrinato i tuoi colleghi sulla base del terrorismo piscologico,naturalmente con false indicazioni, per citare le più clamorose, dalla galera per il figlio, riferendo alla mamma anziana e magari con acciacchi e anche problemi di cuore (questo non potete saperlo, ma è possibilissimo)Oppure alla giovane madre che gli prospetta la sottrazione dei figli in quanto se non si riesce a pagare le rate, non si è in grado di mantenere i figli.Queste affermazioni, personalmente mi mandano in bestia.........veramente.E sembra, che tra di voi, forse vecchia scuola o persone sadicamente predisposte, traggono soddisfazione in questa attività di intimidazione"Nella società per la quale lavoro, in sede di formazione, nessuno viene indottrinato a terrorizzare psicologicamente le persone contattate semmai ad essere inflessibili e decisi, il problema, purtroppo, è un altro: viene tollerata qualsiasi cosa purchè utile al recupero. Ricordo ancora la risposta del responsabile della società alla comunicazione di una possibile denuncia da parte di un debitore nei confronti di un nostro incaricato: "Bene! Molte denunce, molto onore!"...Sigh!Da qui, la natura individuale dei vari operatori esce fuori in tutta la sua negatività. Ci sono colleghi che si ingegnano, truffaldinamente, nello spacciarsi per avvocati, marescialli dei carabinieri, incaricati del comune ecc...C'è chi minaccia fantomatiche visite dei vigili del fuoco, ufficiali giudiziari per una bolletta non pagata di una compagnia telefonica. Se ne sentono di tutti i colori. E non posso darti torto quando dici che alcuni godono nel comportarsi così. Lì vedo praticamente tutti i giorni con i miei occhi. Un collega disse testualmente ad una che aveva delle insignificanti bollette telefoniche non pagate:" Signora, io vengo a trovarla, ma non potrà neanche offrirmi un caffè dato che le pignoro anche la macchinetta per farlo..." Credo che si fosse messa a ridere anche la persona contattata. Alle volte, infatti, certi approcci fantasiosi possono anche strappare una risata, personalmente non ho mai condiviso questo modus operandi.

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Mi pare giusto, a questo punto, spiegare bene in cosa consiste il mio lavoro, anche per rispondere ai messaggi degli altri.Premetto che parlerò solo ed esclusivamente delle pratiche che io lavoro per conto della banca mandante della mia società. Questo per sottolineare il fatto che la mia società lavora per differenti clienti che possono essere banche, finanziarie e compagnie telefoniche, ma non sottoscrive lo stesso accordo con tutte quante.La banca per la quale lavoriamo ci affida, tramite la sede centrale del suo ufficio gestione crediti, pratiche relative ad insoluti che per un motivo o per un altro le filiali di origine non sono riuscite a far rientrare.Noi contattiamo i vari debitori e proviamo a trovare una soluzione bonaria attraverso una trattativa. Questa è la procedura: un cliente, se intenzionato a chiudere, invia una proposta scritta - noi la giriamo alla sede centrale - la sede centrale, se ritiene congrua la proposta, invia, tramite noi, un documento di accettazione - il cliente paga e riceve successiva quietanza liberatoria. Il debitore deve necessariamente, qualora volesse sistemare la sua esposizione, passare attraverso noi: la filiale d'origine non se ne può occupare e se chiama la sede centrale gli diranno di contattarci.Questo non vuol dire che lui pagherà in più la nostra gestione del credito: noi non ragioniamo sul debito totale, ma trattiamo solo sul capitale abbattendo i vari interessi.Se uno chiude a saldo e stralcio al 30% paga solo il 30% del capitale a debito che si è originato quando il debitore aveva ancora un conto o un finanziamento in essere presso la filiale d'origine.La banca, ovviamente, riconoscerà una percentuale sul recuperato alla nostra società, ma non lo ricaricherà su quanto pagato dal debitore. Alla banca conviene perchè risparmia tempo e denaro facendo gestire stragiudizialmente queste pratiche ad una società esterna.Noi operatori singoli riceviamo ogni mese un fisso e, se raggiungiamo l'obiettivo mensile recuperando quanto indicatoci dalla nostra società, otteniamo un bonus sotto forma di incentivi.Mi scuso sempre per la lunghezza dei miei messaggi.Scritta questa pappardella, passo a parlarvi, sinteticamente, di quello che, dopo tanto tempo, è diventato il mio modus operandi.Ho sempre pensato che minacce, simil estorsioni, storie millantate non potessero far parte del mio approccio telefonico ai vari debitori ed ho sempre cercato di non buttarla sul personale: se uno non paga la banca sono affari suoi e della banca, non mi arreca un torto.Non mi spaccio per avvocato, giudice, megadirettore galattico. Correggo subito chi, alle volte, mi chiama avvocato. Altre volte qualcuno mi chiama dottore, essendo laureato non ci vedo niente di male e lascio passare "l'investitura".Fornisco sempre nome e cognome senza inventarmi inutili pseudonimi.Se chi chiamo è disposto a trattare, mi preoccupo di concludere l'accordo e di far rispettare lo stesso da parte del debitore: ad esempio, se ha sottoscritto un piano di rientro lo chiamo per ricordargli di pagare la rata alla data concordata.Se chi chiamo si dimostra scettico, non cerco di blandirlo sottolineando in pompa magna i vantaggi nel transare con la banca, ma gli dico di informarsi presso un suo legale di fiducia e/o qualche amico competente sugli effettivi vantaggi derivanti dall'accordo e gli lascio il mio recapito telefonico.Se chi chiamo mi fa esplicitamente capire, con parole più o meno dolci, che non intende pagare non rispondo a tono, ma delineo il quadro della sua situazione e lo invito a riflettere su eventuali svantaggi nel non chiudere bonariamente l'insoluto.Se chi chiamo si dimostra in difficoltà economiche non lo faccio sentire una schifezza umana, ma, offrendogli la mia solidarietà, gli lascio il nostro recapito telefonico e lo invito a contattarmi nel momento in cui la sua situazione migliora e non lo richiamo più.Ci sarebbero tanti altri aspetti da approfondire: rintraccio dei clienti irreperibili, argomento cancellazione crif, debitori non in difficoltà economica (e ci sono) che prendono palesemente in giro, debitori che sottoscrivono l'accordo e non lo rispettano ecc... Se volete potremo parlarne in seguito, per oggi vi ho già tediato abbastanza. Aggiungo solo due cose.1)Il mio metodo funziona e riesco a recuperare abbastanza. Non voglio dipingervi una situazione "peace and love" per la quale io e le persone che contatto trattiamo in armonia e serenità: ci sono stati anche casi, soprattutto all'inizio, per i quali mi sono incattivito. Non sono il Gandhi dei recuperatori. Tuttavia, spesso instauro un rapporo di fiducia con i debitori, non foss' altro che con alcuni ci sentiamo da quasi 2 anni. Alcuni mi ringraziano di cuore (una volta una signora mi ha inviato un pacco con formaggi tipici della sua zona). Rimane sempre un lavoraccio, però, alle volte, qualche piccolissima soddisfazione, riesci a togliertela.2)Non è vero che questo mestiere l'ho scelto: sono 2 anni e mezzo che invio curricula a destra e a manca. Non lo amo e per quanto uno possa amarlo non può puntare a 30 anni ad andare avanti con 650 euro di fisso ed un contratto a progetto che non ha alcuna possibilità di trasformasi a tempo indeterminato. E come me, ci sono persone/colleghi, molto più validi di me, che non trovano alternative valide.

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Capisco la tua posizione anche perchè potrei essere tuo padre.Ti assicuro però che recuperatori così fino ad oggi non li ho mai sentiti.Anzi. L'ultimo proprio l'altro ieri ha minacciato telefonicamente mia madre di 85 anni(ammalata)che sarebbe finita male per me e la mia famiglia.Purtroppo per lui adesso si beccherà una denuncia per minacce e così al suo formatore gli farà un bel monumento.

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***Il debitore deve necessariamente, qualora volesse sistemare la sua esposizione, passare attraverso noi: .***E vedi, questo non è vero e non diventa più vero se ripetuto 100 volte. Il debitore, per sistemare completamene o parzialmente la sua esposizione, può pagare degli importi direttamente al titolare del credito. Se il debitore non può (delle volte non vuole) pagare, il creditore ha la possibilità di aderire le vie legali con tanto di ingiunzione, precetto, pignoramento e via scorrendo - quello che fa per esempio una banca se non paghi il mutuo o lo Stato attraverso Equitalia se insisti a non pagare le tasse/i contributi.Perché una finanziaria non adisce subito e delle volte anche mai le vie legali? Ci si può solo speculare sopra. Sara che la via legale è lunga (spesso bloccata già con il ricorso contro l'ingiunzione), sarà che spesso non conviene perché non c'è nulla da pignorare o che i costi in proporzione al denaro riscosso siano troppo alti.Ma tutto questo al debitore non deve preoccupare! Il debitore ha un contratto con il creditore e NON con qualche agenzia di recupero, e di conseguenza quest'ultima non ha nulla da pretendere dal debitore.

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