Mi è arrivata dalla mia Regione, da parte del Centro per l'impiego, una raccomandata dove mi informano che il tal Avvocato, per nome del tale ente partecipato dalla tale Regione, per il recupero di un credito nei miei confronti ed in virtù della documentazione inviata (atto esecutivo del Tribunale) ha richiesto l'acceso ai miei dati per conoscere la mia attuale situazione lavorativa e più precisamente gli estemi della ditta per la quale lavoro. Mi si scrive che ho tempo 10 giorni per presentare opposizione alla richiesta opponendo valide motivazioni, in caso contrario sono tenuti a rilasciare 'senza indugio alcuno' al richiedente le informazioni volute .Ho subito chiamato in Regione,spiegando che io non alcuna linea debitoria nei confronti di tizio o caio, ma che semplicemente mi ritrovo nel 2013 a dover pagare delle multe per parcheggi che, sempre secondo loro perchè io non ho mai ricevuto documentazione alcuna, io avrei preso nel 2001, e che da 262 € sono 12 anni dopo diventate 4.378 €. Ho anche spiegato che una eventuale azione di recupero conto terzi si sarebbe immediatamente tradotta nel mio licenziamento, esattamente come la volta precedente, in quanto lavoratore interinale con due figlie e moglie a carico. Unico stipendio di 1.200 euro al mese per andare avanti in 4, fate un po voi....
La Regione mi ha risposto in maniera veramente scoraggiante: mi hanno sostanzialmente detto che l'unica motivazione valida è un documento che attesti la chiusura del debito. Stop. Altri non ce ne sono perchè il richiedente ha in forza un atto esecutivo non opposto. Si, è vero, io non avevo opposto perchè non avevo ricevuto la raccomandata...
Ho chiamato l'avvocatessa, ed esattamente come la volta scorsa non ne vuole sapere di 100 € al mese, nel vuole 250 al mese altrimenti passa al recupero forzoso; la "volta scorsa" per questo giochetto ci avevo rimesso il posto, questa volta rischia di andare esattamente nello stesso modo. Io non posso nemmeno immaginare di campare con 950 € al mese in 4, piuttosto me ne vado ma non di certo da solo e non sto, ovviamente, parlando dei miei familiari; l'ultima volta per la perdita del posto di lavoro abbiamo visto tutti e 4 la morte in faccia, non è stato per nulla piacevole.
Comunque sia la mia domanda è semplice: c'è un modo per oppormi ed impedire che l'ente venga a conoscenza del posto dove lavoro e proceda pertanto all'atto espropriativo sullo stipendio, convocando tra l'altro questo mio nuovo datore di lavoro e provocando un ulteriore danno, questa volta non più rimarginabile?
Se c'è una risposta, ringrazio con anticipo