Ricevo la presente in via privata, per una risposta in base alle indicazioni dell'utente, la quale mi autorizza,alla pubblicazione amia discrezione.A voi trarre le conclusione della paura che può provocare un timbro e una firma in calce ad un simile sconcio.Gentile Signora in data 1 marzo 2011 ho aperto un fascicolo a suo nome quando è venuta accompagnata da mia nipote, ******* *****amica di sua figlia *****, per un problema con la **************. In tale occasione ho telefonato alla mia collega che le aveva notificato l'ingiunzione di pagamento ed ho fatto in modo che attendesse ancora un po' prima di procedere negli atti. Nella stessa occasione mi ha interessata ai problemi relativi al cambio di residenza di suo marito, mi ha chiesto un parere sull'eventuale separazione ed infine mi ha parlato dell'intervento che aveva subito al radio e che non era riuscito chiedendomi cosa avrebbe potuto fare e se ci fosse stata la possibilità di agire nei confronti dell'ospedale.Successivamente mi ha trasmesso i dati di suo marito e quanto le aveva mandato circa il suo cambio di residenza.Ancora, mi ha telefonato chiedendomi di prendere contatto direttamente col medico legale che le avevo consigliato perchè avrei dovuto raccontargli di cosa si trattava e prenderle un appuntamento.Ho fatto anche quello e le ho consigliato di scrivere una lettera di richiesta danni all'ospedale che avrebbe provveduto a nominare un medico legale suo e lei avrebbe potuto risparmiare usufruendo del CTU nominato dall'ente (probabilmente lo stesso che le avevo consigliato io) e pagato dallo stesso.Lei nel frattempo, nonostante le mie richieste di farmi sapere se aveva ottenuto il finanziamento per suo marito, non solo non mi ha risposto mettendomi in difficoltà con la mia collega, ma ha provveduto da sola impippandosene della sottoscritta e del lavoro che comunque aveva fatto e del nome che aveva speso.Le ho scritto e non mi ha risposto, le ho telefonato e stava sempre male, poi quando le ho preso l'appuntamento per ieri guarda caso il suo cane stava morendo! nella sua telefonata ha esordito "avvocato sembrerebbe una scusa ma sono al pronto soccorso veterinario..." i latini dicevano Excusatio non petita accusatio manifesta cioè chi si giustifica quando non è richiesta alcuna giustificazione si accusa e lei lo ha fatto quando mi ha detto "sembrerebbe una scusa..." comunque mi aveva detto che mi avrebbe mandato quanto dovuto per il mio lavoro (minimo dei minimi parcellari in considerazione che era stata portata da me da *******, ciò che le avevo chiesto non corrisponde neppure al valore dell'ora e mezza in cui mi ha esposto ben 3 problemi) tramite mia nipote. Nel pomeriggio, volendo risparmiare a ****** di venire fino da me mio figlio che doveva recarsi da un collega sarebbe potuto passare anche da lei e ritirare lui. Ha telefonato a casa sua e gli ha risposto un uomo che si è qualificato come suo compagno e che voleva conoscere cose che per la privacy ed il segreto professionale siamo tenuti a tacere. Ha poi affermato che al 101% oggi pomeriggio dalle 15,30 alle 16 avrei avuto i soldi che mi avrebbe portato personalmente. Oggi non è venuto nessuno e quando mio figlio le ha telefonato per sapere quando sarebbe venuto qualcuno a saldare, lei gli ha detto che non poteva pagare e che i soldi non li avrei persi. Tanto premesso le pongo una domanda cui lei, visto che convive con un sindacalista, saprà certamente rispondere: Cosa deve fare un lavoratore che dopo aver lavorato non percepisce la paga? Io esercito la professione di avvocato e lei si è rivolta a me esponendomi dei problemi cui ho dato risposta e mi sono attivata fattivamente per la loro soluzione. Non sono io che l'ho cercata ma lei che ha chiesto a mia nipote di ottenere un appuntamento nel mio studio e si è fatta accompagnare. Tornando al problema che ci occupa, poichè io lavoro per guadagnare e sono l'unica fonte di reddito nella mia famiglia composta unicamente da me e mio figlio ancora studente, non ritengo di dover lavorare gratis per nessuno e se qualche volta non mi faccio pagare lo faccio unicamente con i familiari (e non sempre) e sono io a deciderlo non a subire le decisioni altrui. Lei mi dice che ora non può pagare perchè ha il cane in flebo che sta morendo, ma se è l'indisponibilità di tempo come le ho scritto più sopra mio figlio può venire personalmente dove lei gli indicherà. Se invece è l'indisponibilità di denaro mi sorge l'obiezione che se non avesse potuto permettersi un avvocato avrebbe potuto chiedere un avvocato al gratuito patrocinio, ma se invece voleva che il lavoro lo svolgessi io avrebbe dovuto mettere in conto che una parcella, quant'anche bassa, avrebbe dovuto pagarla. Nè mi pare logico dirmi "quando potrò pagherò i soldi non li perde..." perchè se non si hanno immediate disponibilità non si puo pretendere che il professionista si sostituisca ad un istituto di credito e le fornisca (nella forma di attendere il pagamento di quanto a lui dovuto) i denari necessari per pagare altre cose o prestazioni come il veterinario che assiste il suo cane (o non pagherà neppure lui?). Lasciamo che le banche eroghino mutui e prestiti e che i professionisti facciano i professionisti pretendendo il pagamento puntuale per le loro prestazioni. Tutto quanto sopra per invitarla ancora una volta a provvedere all'immediato pagamento a mie mani ed in denaro contante o assegno circolare della somma di € 421,20 di cui €300,00 per onorari forfettariamente quantificati anche in considerazione dell'amicizia di sua figlia con mia nipote, €37,50 per spese generali come per legge (12,5%), €13,50 per Cassa Previdenza Avvocati e €70,20 per IVA. L'avverto che laddove non ricevessi alcunchè entro il 10 giugno 2011 alle ore 12 mi vedrò costretta ad applicarle le tariffe in vigore senza alcun tipo di sconto ed a citarla dinanzi al Giudice di Pace per ottenere il pagamento di quanto a me dovuto in considerazione del lavoro svolto a suo favore con aggravio di rivalutazione monetaria, interessi ed ulteriori spese legali. Distinti saluti


Ciao!