Salve a tutti. Espongo brevemente la questione che mi interessa. Una signora, titolare di un assegno non trasferibile dell'importo di diecimila euro emesso dalla zia, ha cercato di versare l'assegno sul proprio conto corrente. Nel frattempo la zia, traente dell'assegno, è deceduta. La signora si è vista restituire l'assegno troncato e insoluto, accompagnato da un pezzo di carta della banca del traente con dei codici (tra i quali sono sbarrate le caselle recanti : protesto si e firma illegibile) ed uno firmato da un notaio e recante la dicitura "restituito insoluto perché presentato oltre tempo massimo per il protesto". In sostanza la banca della traente, deceduta il 10 febbraio scorso tra la data di emissione (23 gennaio) e quella di presentazione (20 febbraio), non ha consentito il pagamento perché ha ritenuto la firma sul titolo "illegibile".
Orbene questo assegno è stato protestato, e quindi posso fare il precetto, oppure devo ricorrere al decreto ingiuntivo contro gli eredi in assenza del protesto( il dubbio sorge dal fatto che sulla carta della banca con i codici c'è sbarrata la casella "protesto si", ma il notaio dice che l'assegno è stato protestato fuori tempo massimo per il protesto), oppure devo avviare un atto di citazione sempre contro gli eredi visto che viene contestata l'autenticità della firma?
Preciso, la firma è autentica al 100%: l'assegno è stato firmato davanti ai miei occhi. Gli eredi sono 4, compresa la beneficiaria dell'assegno la quale ha tutto l'interesse a riscuotere l'assegno e a non lasciare che i soldi sul conto cadano in successione, altrimenti a lei spetterebbe 1/3 della metà dell'intero importo anziché tutta la cifra.
Infine, se dimostro l'autenticità della firma posso citare la banca del traente per i danni arrecati avendo aprioristicamente e incautamente ritenuto la firma illegibile?
Situazione ingarbugliata, mi scuso e speso di essere stato chiaro nella speigazione, ringraziando in anticipo chiunque voglia chiarirmi le idee.