Salve a tutti.Ho bisogno di un consiglio. Dopo la messa in mora da parte di un istituto di credito, per evitare la sofferenza, abbiamo presentato un piano di rientro che a parole è stato accettato dalla banca. Domani verseremo la prima cospicua somma accordata. Le altre banche con cui lavoriamo, dal momento che devono rinnovare i fidi tra un mese, in presenza di una centrale rischi sconfinata per l'esatto importo di cui abbiamo presentato il piano di rientro, ci chiedono il piano di rientro accettato per iscritto.Domanda: cosa possiamo pretendere domani dalla banca quando andremo ad effettuare il versamento?Grazie a tutti.
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29/04/2009, ore 15:03
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29/04/2009, ore 16:21
I piani di rientro non vanno accettati a parole. I piani di rientro vanno formalizzati con pratica di fido e relativa delibera. A seguito della delibera, la banca vi deve far firmare l'accettazione del fido concesso (perchè anche il piano di rientro è un fido) e consegnarvene copia. Lei quindi può pretendere questo documento e una dichiarazione firmata della banca in cui spiega la situazione.Cordiali saluti |
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29/04/2009, ore 17:58
Gentile Utente,concordo con quanto già asserito da Stebee.Aggiungo che la formalizzazione del piano di rientro, deve comportare anche la corretta segnalazione in Centrale Rischi ove poter rilevare l'accordato in linea con l'utilizzato.Cordialmente |
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29/04/2009, ore 21:25
THEPOOHfare molta attenzone perchè la banda Basotti è specializzata nel pacco,paccotto e contropacco ! Nel senso che la loro specialità è proprio quella di invogliare a versare assicurando ch il versamento fa parte del piano di rientro concordato.Invece incòrporano la somma versata come accconto sui futuri interessi passivi che aumèntano sempre di più. Cosa re per evitare la trappola ? Semplice.: < scripta manent...........> |
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30/04/2009, ore 12:11
Cosa pensate che sia un credito messo in sofferenza ?Questo:"CREDITI IN SOFFERENZA"Indica quei crediti la cui riscossione non è certa, sia per scadenza che per ammontare. Per ovviare a questi rischi, solitamente le aziende si tutelano accantonando a riserva parte del reddito di esercizio, detta per perdite su crediti. Quando un credito diviene inesigibile lo si cancella dalle scritture tramite un’appropriata movimentazione del conto di riserva relativo.Ergo credito messo in perdita che detrarranno dalle tasse.Quindi se uno nn paga più rate,è già iscritto al CRIF,prestiti non ne avrà più,alla fine se viene messo in sofferenza non avrà più una gran rompitura di scatole.Tutto quì.Bayz |
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30/04/2009, ore 16:18
Dipende dall'importo. E poi i crediti in sofferenza vengono ceduti ai pescecani delle società di recupero crediti, quindi non è detto che si stia tranquilli.saluti |
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