Buongiorno a tutti, un paio di giorni fa il direttore della filiale con la quale lavoriamo, non mi ha consentito di inviare il portafoglio riba. Da notare che il conto corrente non sconfina da almeno 8 mesi, ed abbiamo anche avuto periodi con grande disponibilità sulla differenza dell'autoliquidante. Tutto il fido è autoliquidante ad eccezione di 10mila euro di cassa. Lo spazio libero attuale di portafoglio da presentare è di oltre 150mila euro.Il direttore mi dice che in passato la percentuale insoluti era stata molto alta ma oggi è allineata alla media del settore in cui lavoriamo. Però ha bisogno di ritirare ulteriori garanzie, oltre a quelle che già abbiamo rilasciato, ovvero fidejussioni personali di tre soci, oltre alle garanzie della società che è una sas con parecchi immobili intestati.Non comprendendo "che cavolo sta succedendo" mi domando se ciò che il direttore mi ha verbalmente imposto sia una condizione che devo assolutamente rispettare o meno, mi spiego: vorrei inviare comunque online il portafoglio e vedere se si rifiuta davvero di caricarlo sulle linee. A quel punto, dato che fino ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna lettera di diminuzione o revoca degli affidamenti che può accadere? Deve caricarlo e farmelo usare o può decidere diversamente?Oltretutto sulle altre banche abbiamo i castelletti pieni e naturalmente vari pagamenti da effettuare.Grazie mille in anticipo per i vostri eventuali suggerimenti e commenti.Giuse1969
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26/03/2009, ore 09:41
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26/03/2009, ore 10:22
Gentile Utente,sarebbe utile sapere quali altre garanzie richiede la banca, oltre a quelle già in essere.L'atteggiamento dell'Istituto di Credito è l'espressione della stretta creditizia che sta penalizzando le piccole imprese.Va inoltre verificato, da parte sua, se la Centrale Rischi presenta delle anomalie, rammentando che tempo fa, Lei accennava a dei piani di rientro.Tuttavia, è facoltà della banca accogliere o negare il conferimento del portafolgio commerciale. Si tratta di comprendere bene quali siano le ragioni, per apportare, ove possibile, delle rettifiche di gestione.Ritengo poi, che in una situazione di tensione fianziaria, sarebbe opportuno ricorrere a Società di Factoring slegate dal sistema bancario, per lo smobilizzo dei crediti. .Questo è il quadro della situazione attuale.Circa il futuro, non è ancora chiaro quale sarà lo sviluppo dell'incontro Marcegaglia Berlusconi a proposito del fondo di garanzia per generare liquidità a favore delle PMI.Cordialmente |
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26/03/2009, ore 11:49
Non avendo il quadro completo della situazione (Centrale dei Rischi, inparticolare) rispondere è difficile.Segnalo, sostanzialmente, quelle che secondo il mio parere rappresentano"anomalie" . La prima : che senso ha, in una sas che parrebbe proprietariadi immobili non gravati da ipoteche, detenere fidessioni personali dei soci?Non si tratta di una "duplicazione di garanzia"?La seconda : se gli "sconfinamenti" del passato (quasi remoto, direi visto che di tratta di storia vecchia di 8 mesi) sono stati autorizzati dal Direttoree, quindi, non "segnalati" come anomalia del sistema perchè questaimprovvisa presa di posizione, non preceduta da alcuna comunicazionedi revoca?Se la banca è una di quelle importanti (e" nazionalizzate"!) la cosanon è null'altro che un "ricorso storico"...alla mia azienda accadde nel 1991con l'allora Credito Italiano e le conseguenze che tutti Voi potete immaginare : salvo buon fine non anticipato (le motivazioni, ad oggi, nonmi sono ancora note!), nessuna comunicazione scritta ne verbale, unlaconico "Decisione della Direzione..." (quale?) alla mia telefonata dirichiesta di spiegazioni. Visto che i rapporti umani si sono perduti, ilconsiglio spassionato che posso dare agli utenti è di cercare di sceglierela banca con il criterio del territorio, ovvero banche piccoline e con unarete di direttori che vogliano e possano contare qualcosa, che abbianoil potere di dare risposte immediate al di là della "Direzione".Il resto, in termini di serietà e trasparenza, tocca a noi imprenditori. Mai epoi mai potremo pretendere "correttezza e trasparenza" se a nostra voltanon la forniamo...Se abbiamo mille di fido, non possiamo usarne mille e dieci! Iniziamo a dare segno di voler cambiare e, facendo un'atto di umiltà,ricordiamoci che anche tra di noi imprenditori (piccoli o grandi) ci sonopersone oneste e disoneste. Dimostriamo di essere onesti, con la O maiuscola, denunciamo le malefatte del sistema ma "usiamolo" nel modocorretto. Solo in questo modo, a mio parere, si potrà uscire alla crisi :partendo dal basso e lavorando a testa bassa, come milioni di formichineche, nel loro piccolo, se subiscono un torto "s'incazzano". |
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26/03/2009, ore 19:09
Gentile PLEVO,sono d'accordo con il suo post e sono un promotore della "trasparenza" che per me è fondamentale, da ambo le parti. Purtroppo dal 2008 in poi la maggior parte delle attività che lavorano con l'anticipo delle riba o fatture, ha avuto e sta avendo sempre più, grossi problemi con gli insoluti che sono schizzati vertiginosamente verso l'alto. Pertanto, tengo a precisare che gli eventuali sconfinamenti, seppur minimi, si creano giocoforza in questo periodo, dato che genera insoluto anche la clientela "sanissima". Ormai la catena che si è prodotta si sta allungando sempre di più. E' logico che bisogna interromperla. I nostri affidamenti sono per fortuna per il 90% autoliquidanti (naturalmente salvo insoluti). In questo momento però, proprio per effetto di questi insoluti manca la liquidità, che nel nostro caso si risolverebbe con un mutuo specifico peraltro già richiesto ed in attesa di delibera. Oggi però la CR conta più di un buon bilancio, altresì se per 1 euro sconfina, fintanto che non viene riposizionato lo sconfinamento stesso, nessuna banca muove un dito. Anche se come nel nostro caso la sas ha degli immobili del valore anche triplo rispetto a quanto richiesto per sistemare le posizioni.Per tornare all'argomento del titolo del messaggio, nella banca in questione, come detto, non sconfiniamo da mesi. Comunque domani ho appuntamento col direttore, vedremo quindi gli sviluppi.Cordiali saluti. |
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