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EconomiaOcse: la recessione rallenta, il Pil in Italia a - 5,2%Primi segnali positivi dopo la grande crisi che ha colpito l'economia mondiale e segnali di rallentamento della caduta dell'economia arrivano anche per l'Italia. Per il 2009 l'Ocse stima infatti una diminuzione del prodotto interno lordo del 5,2%, a fronte del -5,5% stimato in giugno.I segni di rallentamento della recessione, dice l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, è visibile nei Pil delle maggiori economie mondiali (G7) che dovrebbe scendere quest'anno del 3,7%, diversamente da quanto previsto per le stime di giugno (-4,1%).La ripresa dalla recessione economica globale, dice l'Ocse, "probabilmente arriverà prima di quanto previsto qualche mese fa, ma il ritmo della ripresa resterà abbastanza debole per tutto il prossimo anno". L'Ocse aggiunge inoltre che l'economia ha ancora bisogno di spinte, come quelle messe in campo dai governi negli ultimi mesi, e che per esempio devono essere mantenuti, in questa fase che accompagna il riavvio dell'attività economica, i bassi tassi di interesse. Pertanto, sottolinea l'Organizzazione, i governi "debbono continuare nei piani di stimolo" alle economie, tenendo conto del fatto che "la crescita della disoccupazione e la debolezza del mercato immobiliare continua a comprimere i consumi".Ma Confinudstria chiede di rivedere le regole sul credito bancario - In una lettera congiunta il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il numero uno degli industriali tedeschi, Hans-Peter Keitel, chiedono alla Commissione europea di allentare i requisiti patrimonali delle banche e le metodologie di valutazione del rischio per facilitare l'accesso al credito delle imprese. "In Germania e in Italia - scrivono - ci sono preoccupanti segnali di un credit crunch in atto e le prospettive per la seconda metà dell'anno non sono rassicuranti. Viste le circostanze, questo avrebbe conseguenze drammatiche per gli investimenti e per l'occupazione in due delle principali economie Ue". Si chiede dunque all'Unione europea, si legge ancora nella lettera, "di prendere urgentemente tutte le iniziative necessarie per affrontare questa questione critica". 03 settembre 2009

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le mie preoccupazioni si estendono ad un secondo livello: se ritengo di poter contare sulla collaborazione degli industriali e dei bancari, vorrei essere confortato sulla disponibiltà del governo ad adempiere alle richieste dell'unione europea....

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