Buongiorno a tutti. Mio figlio, un ragazzo di 25 anni, è in causa di separazione giudiziale dalla moglie.Avevamo affidato il mandato all'Avvocatessa XXXXX XXXXX - Roma.Ci siamo visti costretto a revocarle il mandato perché, la sua azione a tutela nostra e del bambino era scarsa, superficiale e debole.Il suo atteggiamente fondamentalmente consenziente alle pretese della controparte ci ha visti costretti a sottostare alle condizioni da loro imposte arbitrariamente, che rappresentano una condotta pregiudizievole per la serenità e l'equilibrio del minore e molto difformi dallo spirito della nuova legge 54/2006A tutela dei diritti del minore avremmo dovuto intraprendere una serie di azioni di cui, per la nostra inesperienza, non eravamo a conoscenza. Azioni che, in sede di giudizio, avrebbero costituito la necessaria documentazione affinché il giudice avesse i giusti elementi di valutazione.Riteniamo dunque di non essere stati adeguatamente informati su quello che era necessario e doveroso intraprendere. Con un atteggiamento eccessivamente morbido, si è permesso alla controparte di allungare a dismisura i tempi di risposta ad ogni nostro tentativo di ragionevole accordo, senza considerazione che tempi così lunghi non rispondono all'urgenza di tutelare la sfera psico-affettiva di un bambino.Solo dopo essere venuti in possesso del nostro fascicolo ci siamo accorti dell'esistenza di tre lettere del legale della controparte, delle quali l'avvocatessa non ci aveva mai messo a conoscenza. Poiché queste lettere contengono dichiarazioni mendaci, diffamatorie e calunniose ella avrebbe dovuto immediatamente informarci e predisporre un'incisiva attività difensiva.Nascondere degli scritti dal contenuto così lesivo, basati su calunnie e menzogne, non può considerarsi un comportamento semplicemente omissivo.Se non fosse occorsa la revoca del mandato con la relativa restituzione del fascicolo, non saremmo mai stati informati di tali accuse e ne avremmo subito tutti gli effetti pregiudizievoli.Inoltre io ho ricevuto una diffida dal legale della controparte per supposta "violenza privata", basata su una calunnia, per la quale l'avv. XXXXXXXXXXX non ha svolto alcuna attività difensiva, anzi non me l'aveva neppure comunicata. Sono infatti a conoscenza della diffida solo perché l'avvocato della controparte me ne ha inviato una copia diretta.Quanto al suo compenso, lei ci aveva chiesto 1500 euro totali per la separazione, se sarebbe stata consensuale. Ancora non vi è stata la prima udienza, quindi non è dato sapere se si addiverrà o meno ad una consensuale. I 1000 euro da noi datigli costituivano un anticipo.Il lavoro finora svolto, non ha compreso la preparazione e la redazione del ricorso e dell'atto di giudizio, alcuna assistenza in udienza, nessuna redazione di difesa, nessuna memoria redatta e depositata, in verità ancora non è stato neanche notificato il ricorso della controparte, quindi non se ne conosce il contenuto.Pur conoscendo le disagiate condizioni economiche della famiglia ha ritenuto fatturare i 1000 euro da noi anticipatigli come compenso per tre lettere scambiate col legale della controparte e due colloqui con noi.Relativamente al comportamento dell'avvocatessa di inadempimento al dovere di informazione e relativa omissione di attività difensiva e di protezione, cosa potremmo fare per rivalerci su di lei, ed eventualmente farci restituire l'anticipo che si è ingiustamente trattenuta? Grazie Daniela
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11/12/2008, ore 14:55
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11/12/2008, ore 15:17
Premesso che vi toccherà pagare, anche se in teoria potreste adire le vie legali (risata) per opporvi.Perchè mai avete affidato una causa di separazione ad un avvocato donna? anche con le migliori intenzioni si sarebbe sentita in dovere di tutelare più la parte del suo stesso sesso che non il suo figliolo.Non dico che sia stato così in modo volontario però ........non si sarà fatta certo in quattro per voi. tanto la parcella la prende lo stesso. |
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11/12/2008, ore 15:31
Ma noi abbiamo già pagato perché lei si è trattenuta tutto l'anticipo. Semmai il problema è che bovrebbe restituircene almeno una congrua parte! |
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11/12/2008, ore 16:01
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13/12/2008, ore 21:21
mi trovo in una situazione analoga, avvocatessa che ogni qualvolta sente la controparte, mi dice che rischio di essere citata in giudizio...solo che fortunatamente mio figlio sta facendo di tutto per farle scrivere lettere alla controparte anche se lei tende a dilungarsi con discorsi elusivi, ovviamente sempre telefonicamente e mai in forma scritta. |
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14/12/2008, ore 15:29
Gli avvocati non restituiscon,di solito,somme ricevute a titolo di parcella e fatturate,le motivazioni sono le più svariate alcune volte giustificate dal tempo imoiegato,dai bolli........Se non sitrova bene con il legale TOLGA il mandato,cioè,in forma scritta sempre,revochi l'incarico che le ha affidato e ne trovi un altro più accomodante. |
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