al sècolo Francesco Esposito, non fa il cocchiere come erroneamente si potrebbe evincere,ma è semplicemente il nomignolo che gli fu affibbiato perchè il padre lo faceva davvero e quindi come si usava in Borbonia, il padre, i discendenti. E’ un uomo semi-analfabeta,ma come ripete orgoglioso << sacce mèttere a firma e sacce cuntà è solde…>>Adesso avrà una settantina di anni e più,tanto è vero che il Don Ciccio, a lui non fa piacere. Prima perché è un uomo sèmplice,rude,un contadino e secondo perché a suo dire,il < don > compète ai preti,ai e ai cornuti………………..Ciccio ha sempre venduto frutta da ambulante con particolare specializzazione in e ,cioè quelli che in Italia si chiamano rispettivamente cocòmeri e meloni. In verità il buon Ciccio si è dato sempre da fare. Con alterne fortune,ma ci ha riprovato sempre.E’ un uomo massiccio ancora oggi,con la pelle bruciata dal sole,dalla fatica,e ha delle mani grosse e nodose che a stringerle per un saluto sono una morsa. Ha anche una cicatrice scurita dagli anni, sul volto ! Col sole si nota di più ed è abbastanza lunga,va dal lobo dell’orecchio all’inizio del collo : un antico ricordo di quando si regolava col coltello. < Nà scaramuccia pè nà fèmmena bugiarda > come dice lui a malavoglia………Aveva un moto Ape col quale batteva i vicoli in lungo e in largo sempre pronto a servire la gente che calava <ò panariello> e quando si trattava di melloni,li portava pure a domicilio lasciando quella che lui chiamava < à putèca >in custodia a qualcuno di passaggio………….non si sa mai…..Voi vi chiederete : vabbè,ma a noi che ce ne importa ? Vi importa se avrete la compiacenza di seguire il fattariello. Dai vicoli e dai crocicchi,Ciccio pensò bene di ingrandirsi,e lo fece a modo suo. Installò una baracca ai lati di una grande strada di comunicazione attrezzàndola ( in estate ) con frigoriferi,vasche,acqua corrente e quintali di melloni di cui ne tagliava una dozzina alla volta esponèndoli in appòsite vetrine con ghiaccio.Bandiere,mùsica,mèlloni di òttima qualità e la sua famiglia che si alternava dentro < à putèca > per stare aperti 24 ore su 24,hanno fatto per decenni una fermata obbligatoria per chiunque di notte cercava una pausa,un refrigerio,uno stacco o semplicemente soffriva di insonnia e voleva scambiare due chiacchiere. Giorno e notte era una festa continua,e Ciccio aveva attrezzato uno spazio interno come se fosse un salotto.Aveva piazzato a terra delle stuoie,messo delle vecchie poltrone sgangherate,qualche sedia,un tavolino e qualche sedile di automobile che gli aveva regalato < Mimì ò sterzo > un suo conoscente che gestiva uno scasso ( autodemolizione ). Insomma per decenni quella baracca era diventato un salotto popolare,un punto di incontro obbligato di variegata umanità.Ricordo tante serate in cui c’era qualcuno con la fisarmonica o qualche altro con chitarre e mandolini. Per non parlare degli incontri < vip > delll’època perchè era una sosta obbligata per tutti gli artisti che tornàvano dalle feste di piazza,allora numerosissime,anto che era facile trovare Nicola di Bari o Nunzio Gallo o Massimo Ranieri e altri con una fetta di mellone in mano come qualunque avventore…………Erano gli anni 60 e musicisti,puttane vere ( donne intendo ),nottambuli vari,panettieri,vigili notturni,carabinieri,qualche pappone,fuochisti e cantanti etc.ci incontravamo sempre lì a fine serata,o a cambio turno. Spaccare il mellone e gustarlo lì in compagnia era un rito irrinunciabile. Di giorno cambiava solo il target di utenza,ma la funzione era sempre quella. Ciccio poi aveva una particolarità : vendeva sempre i melloni < con la prova >.quando li vendeva interi.Cioè intagliava il mellone e ne porgeva un pezzo sulla punta del coltello all’avventore per dimostrargli che era buono. E se capitava (raramente) che fosse di un colore sbiadito o non maturo al punto giusto,lo metteva da parte per darlo ai maiali. C’era sempre qualcuno che passava e se li caricava a questo scopo. Adesso sono un paio di anni che la baracca non c’è più e di Ciccio,manco l’ombra. Al posto della sua baracca,c’è una postazione di < schiave >…………..Ho chiesto un po’ in giro pensando al peggio,ma nemmeno la portinerìa di Don Rafèle)ne sapeva niente. Il che,è tutto dire ! Così per pura combinazione,mentre mi prendevo la sòlia tazzulèlla è cafè,mi si è bloccato il cucchiaino nell’atto di girarlo come quando si ricèvono notiziacce brutte assai. E’ successo che alcuni avventori maledivano Bruxelles,Francoforte,Lussemburgo e pure << chillu curnute è Bossi..:>>>perché da un paio di anni è vietato esporre frutta (tagliata e non )sulle strade e sui marciapiedi. ,il gestore del bar,filosofeggiava che una cosa è la frutta esposta ai gas di scarico sui marciapiedi e un’altra la frutta esposta al riparo di vetrine o coperte con l’appòsito velo trasparente,perché la merce va esposta sennò se la gente non vede < chi se ll’accàtta > ? Una stecca di ghiaccio mi è scesa lungo la colonna vertebrale bloccàndomi la mano col cucchiaino : vuoi vedere che le baracche di melloni sono state vietate !?!?!Proprio così..sigh…. Infatti gli altri due parlavano proprio di Ciccio e dei suoi colleghi lamentando che un altro pezzo della nostra storia,se ne va via…….imprecando e maledicendo un po’ tutti quelli che,secondo loro ma anche secondo me,sono stati gli artèfici di questa bella pensata. Che poi,diciamoci la verità,che ne sanno a Bruxelles o a Lambrate di cosa sia un travestito da baracca di melloni ?La frutta non va esposta sulle strade allo smog e a traffico ? D’accordo,ma nessuna baracca esponeva melloni tagliati se non in una vetrina chiusa e immersi nel ghiaccio,perché il richiamo era al minimo indispensabile. Bastavano le bandiere e soprattutto il passaparola. Insomma : questi se ne accòrgono che stanno distruggendo piano piano tutta le nostre abitùdini semplici ma che ci legàvano al territorio ?Giustamente diceva uno degli avventori, << c’amma fa ? C’amma mèttere a magnà è sasicce miezz’à via comm’è tedeschi ? > Un altro rispondeva << Pecchè ? E sasicce sì, è mellùne no ? >> E si riferiva alla consuetudine tedesca dei chioschetti di wurstel….. Aggiungendo che se si voleva parlare di igiene,bisognava proibire pure < tutta chella fetenzìa e zòccole è femmenielle miezz’à via > riferendosi alla prostituzione di qualunque tipo per strada. Come dargli torto ?Confesso che è stato un caffè amaro,questa notizia che io ignoravo,mi ha messo giù ! Fin quando si discetta della misura dei cetriolini, del càlibro delle o degli ingredienti dell’olio extra-vergine di oliva,un italiano si fa nà risata a denti stretti e via col vento..Ma i melloni no, ………..Non dovevano toccarceli ! Pòvero Ciccio,chissà che fine ha fatto………
LA NOBILTA' DELLO SCHIAVO, E' LA RIBELLIONE !
LA NOBILTA' DELLO SCHIAVO, E' LA RIBELLIONE !