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Discussione spostata dall'area "Mutui e finanziamenti".

Provengo da una provincia "ricca" sia di lavoro che di danaro la provincia di bergamo.Ecco vorrei approfondire qualche aspetto della crisi economica.mi sono autoconvinto. che in realtà la crisi c'è ma solo per chi il lavoro non c'è l'ha, chi ha un contratto a tempo indeterminato continia a spendere come prima.inoltre mi sono convinto che per ora gli effetti dirompenti della crisi non si sono ancora sentiti in quanto i lavoratori colpiti nei mesi passati da licenziamento e/o non prosequi del contratto di lavoro, sono stati coperti da cassa integrazione ordinaria/straordinaria, indennità di disoccupazione ordinaria e con requisiti ridotti.esempio pratico: la mia compagna, dal 04/OTTOBRE 2008 percepisce l'indennità di discoccupazione ordinaria che tra poco terminerà fino ad ora ha speso come prima, ma poi??? non spenderà più nulla. E se così faranno i milioni di disoccupati, l'economia si fermerà drasticamente, quindi prevedo una calo del PIL nel 2010 almeno del 10 15 % ed un aumento dei disoccupati almeno al 15 %.Altro che balle.....Un po' questa crisi ce la meritiamo, quando introdussero i contratti a termine ce ne fregammo ed ecco il risultato!!!putroppo in Italia vige la legge del "fregare l'altro" e quindi i datori di lavor con i contratti a termine si sono arricchiti a scapito dei lavoratori!!!comunque sarei grato di sentire le vs. opinioni

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la mia opinione è che i contratti a termine, con questa crisi, non c'entrino nulla.se una fabbrica deve chiudere, che il contratto sia a termine o a tempo indeterminato non cambia molto, se non appunto per qualche mese durante l'applicazione delle tutele previste.io non la vedo così drammatica, sicuramente però è una crisi profonda di sistema.

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la crisi c'è eccome se c'è,mio figlio è in ferie forzate,e non si sà come andrà a finire ed ha un contratto indeterminato,ora come ora non conta più nulla,

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Salve, voglio raccontarvi la mia esperienza, sono un piccolo imprenditore artigianale è un'azienda trentennale, siamo nati dal nulla e piano piano siamo arrivati ad ottenere certi risultati, abbiamo eseguito dei gran investimenti per poter stare al passo coi tempi, ma l'arrivo di questa crisi ci ha messo a ko. Abbiamo 13 operai,ormai da 3 mesi in cassa integrazione, un po di lavoro ci è arrivato in questo periodo ma non sufficiente per pagare tutti i fornitori senza considerare i mutui da pagare per gli investimenti. Abbiamo da 8 mesi chiesto alla banca con la quale abbiamo rapporti da 30 anni di un finanziamento, per affrontare questa crisi e rimanere a galla, ma la banca, anzi le banche ci hanno tutte chiuse le porte in faccia. La mia domanda è come puo il governo fregarsene, ma non hanno dato sovvenzioni statali alle banche per aiutare le aziende? COn quale criterio si decide chi deve andare avanti e chi si deve fermare... Noi come azienda non perdiamo solo l'auto, ma anche la casa, abbiamo sempre creduto nel ns lavoro, abbiamo investito tutto e ora ci stanno voltando tutti le spalle, abbiamo bisogno di una mano, ma il governo, le banche pensano solo ai propri interessi.Non so se arrivero a inizio mese, le banche, il governo, la crisi hanno sentenziato la ns fine.Accetto aiuti e suggerimenti.Distintamente.DF

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Gentile Utente,l'attuale stato di crisi del nostro paese parte da lontano.Il primo errore va attibuito alla tecnologia fornita ai paesi emergenti, che ora vendono sui nosti mercati, proodtti finiti a basso costo. Rricordo che alcuni anni fa, lo Stato Italiano, erogava incentivi a quelle imprese che investivano all'estero.L'altro elemento fondamentale, risiede nella pressione fiscale ed alle complicazioni che ne derivano. Basti pensare all'imposta IRAP che si calcola sui costi, la complessità di compilazione del modello Unico che cambia ogni volta, aggiungendo poi, la novità di quest'anno, che riduce la deducibilità degli interessi passivi iscritti a bilancio.Detto ciò, il nostro ordinamento politico, in luogo di incentivare le imprese estere ad investire in Italia, ha creato il presupposto per far espatriare le nostre, in quei paesi dove i costi di gestione sono più economici e le formalità burocratiche più semplici.Sono mancate anche quelle barriere doganali necessarie per frenare l'importazioni di certi prodotti di largo consumo.Il terremoto finanziario, con la conseguente stretta creditizia ha completato il quadro della situazione.Il risultato che ne deriva si evince dalla chiusura di molte attività che portano, di conseguenza, ad un incremento della disoccupazione.Gli imprenditori sono esasperati, non sono in grado di fare una pianificazione perchè ad ogni legge finanziaria cambiano le regole. Un governo detta disposizioni, quello successivo le modifica, regna uno stato di confusione generale.Un aspetto che riguarderà le nuove generazioni, e che non è ancora stato recepito, sarà il fenomeno della nuova povertà che si manifesterà tra 30/40 anni quando, con sorpresa, si renderanno conto che una pensione erogata col sistema contributivo non permettà loro di vivere.Concludo con un pensiero - impariamo dalla Svizzera dove il cittadino è sovrano e non un suddito -Cordialmente

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STUDIO DI CONSULENZA..... aggiornati è vero che la crisi parte da lontano ma noi ITALIANI siamo in crisi da quando è entrato l'euro e che nessuno al GOVERNO ha controllato lo SCICALLAGGIO dei prezziESEMPIO.... Birra piccola 2.500 lire Stessa birra 3.5 euroStipendio rimasto sempre lo stesso TASSE aumentate....Ecco dove cazzo è la crisi della povera genteche poi le multinazionali vanno in crisi a me non me ne frega un cazzo hanno rubato già abbastanzaun'altro esempio petrolio 100 dollari al barile gasolio 1,30 euro al litrostesso anno petrolio a 50 dollari al barile gasolio 1,10STUDIO DI CONSULENZA FA TU LA DIFFERENZA

....."Rialzati ITALIA..... Diceva uno.......!"
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