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GIORN - NAZIONALE - 39 - 27/11/06- Plate NUOVA-GRAFICA - Autore: SIES Stampa: 26/11/06 23.14 - Composite(...) diritto e corrodono la democrazia.Che legittimità ha un regime che nongarantisce in tempi rapidi l'accertamentodelleverità elettoralisu cui si fondala sua classe dirigente? L'imbroglionel votononsta nellamancanzadei controlliprevisti, ma nei tempi e nei modiin cuivengonoeffettuati conesiti del tuttoinutili.Oggi si fa gran parlare del sospettoavanzatodaDeaglioeCremagninisecondocui le schede bianche sarebbero statetrasformate in voti per Forza Italia: mala loro denuncia extraistituzionale puòavere solo effetti scandalistici. Ieri erastato Berlusconi a sollevare dubbi sull'esitodelvotoedarichiedereunriconteggioche però non si è mai fatto.Al Senatosi trascina la questione dei seggi non attribuitialla Rosa nel pugno aperta dauna assai bizzarra interpretazione nonformaledella legge.NeidueramidelParlamentogiacciono decine di ricorsi diogni genere; e in passato non si contanogli episodi di parlamentari con diritto all'elezione che sono subentrati a coloroche non ne avevano diritto solo al momentodello scioglimento delle Camere.Questa la ragione per cui i controllielettorali sono sempre stati una farsa:nonper le procedure ultragarantiste seguitema per i loro tempi di svolgimento.Come la giustizia civile e penale anchequella elettorale si trasforma nelsuoopposto, l'ingiustizia, perchésicompie«a babbo morto» quando non servepiù. Il punto cruciale di tanto imbrogliosta nelle discutibili regole delle Giuntedelle elezioni delle due Camere, organiperfettamente funzionanti senza chetuttavia riescano a dare risultati in tempirapidi e certi.Mi spiace dovere dire che il presidenteBertinotti dice una castroneria quandoproclama che «La legittimità del votoè pienamente garantita escludendoche vi possano essere modifiche»: lequali, invece, sonopossibili dopo il lavorodiunodei più importanti organi dellasuaCamera. La procedura del controllofunziona così. I dati elettorali vanno daiseggi ai tribunali e attraverso gli ufficicircoscrizionali all'ufficio centrale nazionalepresso la Cassazione. Questi liinvia alle Camere i cui uffici, prima dellaseduta iniziale,cercano di farquadrarei conti restando ai dati formali numerici.È la Giunta delle elezioni, prima insede provvisoria, che proclama (provvisoriamente)glielettichepartecipano allaseduta iniziale e poi, in composizionedefinitiva procede alla «verifica ordinaria». Solo in questa fase si valutano i ricorsi,si esaminano i verbali, eventualmentesi ricontano le schede, a campioneo nella totalità, fino a giungere alla«convalida definitiva» chequandovi sonoinciampi avviene per lo più verso lafine della legislatura.L'imbroglio attuale, come in passato,sta dunque nel fatto che, per ragioni ditempo, di energie ma soprattutto perquieto vivere, l'esito dei controlli e delleverifiche che legittimano definitivamenteilvotononarrivamai.Chefare?Diversipotrebbero essere i rimedi: ripensareil cosiddetto «interna corporis» (previstodall'art. 66 Cost.), concludere l'interaprocedura del controllo nell'intervallotra il voto e la convocazione delle Camere,departitizzare le operazioni di controllo...Mal'unicaverariformarivoluzionariadegna di uno Stato di diritto sarebbesconfiggerelamaledizionedellalentocraziache fa inmodo che nessuno abbiamai ragione o torto.Massimo [email protected] realtà negata(...) nei parchi, i nomi di donne e uominiillustri nell'arte, nello spettacolo, nella politica,consente qualche opportuna riflessione.Molto giusto è stato l'intervento di GaspareBarbiellini Amidei, che mostra diavere apprezzato il metodo e la pazienzadel mio lavoro, a partire da una esplicitarichiesta delsindacodi Milano,perchél'assessorecompetente, cioè io, individuassedue strade per Camilla Cederna e OrianaFallaci.La polemica nacque subito: ma non sull'opportunità di dedicare le due strade a duedonne celebri e controverse, ma sulla miapropria inadeguatezza a scegliere una viaper la Cederna chemi aveva querelato peralcune critiche, peraltro non infondate, aisuoi articoli e ai suoi libri. Nessuno allora,da destra, protestò per la proposta del sindaco,mainveceglieredi dellaCedernaprotestaronocontro di me cercando di sfiduciarmi.Misembravachequellofosse ilproblemada risolvere, e non la discussione suimeritidellaCederna.Così incontrai iparenti,chiarii ilmio pensiero, feci alcune propostee tutto parve risolto.Pensai allora di non limitarmi alle due illustrigiornaliste,madi ricordare altre personalità,in parte proposte da comitati, entieparenti, inunalungalista d'attesadepositataall'Assessorato.Ese, dimio,hoaggiuntoamici perduti come Fabrizio De Andrè,Carmelo Bene, Gino De Dominicis, GiorgioGaber,AldoProtti,GiovanniRaboni,dovendorecedere su altri come Lucio Fontana oVico Magistretti per pericolose omonimie,unbuonnumeroaveva segnalazioni ed eragià ben noto agli uffici. Ho soltanto sceltoevitando astrazioni come«Via dei donatoridi sangue» pensando piuttosto agli uominiillustri. Così si affacciano i nomi di ValentinoBompiani, di Bobi Bazlen, di AchilleCampanile e poi, ovviamente, di Strehler,di De Andrè, di Walter Chiari, variamentememorabili e a me cari. Ma, dalle liste inAssessorato, esconoRenata Tebaldi, ErnestoCalindri, Wanda Osiris, credo PapaWojtyla eAldo Aniasi.Sonoancoraio, invece,aintrodurreAltieroSpinelli, di cui ricorre il centenario dellanascita e per il quale è stato costituito unComitato nazionale, e Edgardo Sogno, peril giusto risarcimentoaunaMedagliad'OrodellaResistenzatroppofacilmentedimenticata.Suquest'ultimonomeattendevo polemicheda sinistra; e invece mi arrivano dadestra per Aldo Aniasi. Ho faticato e faticoad intenderne le ragioni, avendone visto ilnomealFamediodelCimiteromonumentalee ricordandolo come un sindaco abbastanzaecumenico. Forse la mia è stata unaingenuità, forsenondovevoriesumarecarte,masoloaffidarmiallamiamemoria.Fattostachemisonomossonellospiritoindicatoda Barbiellini Amidei: «Al di là del paradossoc'è qualcosa di civilmente imbarazzantein questa improvvisa contesa intornoalle lapidi. L'onore a unmorto non è un ticketda mettere a referendum».Non riesco ad immaginare un «tavolo diconcertazione» sui nomi da affidare aglistradaricittadini.Considerazionisacrosantese si confrontano con quelle inutilmentepolemiche apparse anonime su L'Opinione,ma, probabilmente, dovute a Paolo Pillitteriin stato confusionale. Secondo lui (ol'Anonimo), io, che per la Cederna ho avutola richiestadelsindacoesuAniasicadodallenuvole, avrei fatto le mie proposte perépater le bourgeois. L'Anomino trova ancheimproprio che io conduca illustri ospitifuori orario in visita alle mostrecomeaccadeinogni città e con il risultato di aver ottenutoun importantissimo prestito di quadriper Milano (ignorando, fra l'altro, che i custodidei musei di notte devono essere svegliepossonoriceverele visite dei loro superiorie possono, anche, lavorare fuori orariocomerestauratori o elettricisti).È proprio dalla normalità del mio comportamentoche esce la proposta di Aniasiinvece che di Craxi, il cui nome potrebbe,per qualche verso, épater le bourgeois, enon solo. Nell'incredibile fuoco delle polemiche,ilnomediBettinoCraximivienesuggeritodall'assessore Pillitteri junior. E misembra una sana provocazione e una buonaproposta. Altrettanto buona la compensazioneindicata da Barbiellini Amidei:quelladiunaviaperSergioRamelli,ilgiovanedi destra ucciso in un agguato e nei confrontidel quale Aniasi mostrò insufficientepietà. Forse per un antifascismo dimanierapiù forte delle semplici considerazioniumane.Comeper il Leoncavallo, sono questionidi cui non ho memoria. Ed è difficilepensare che io voglia épater le bourgeoiscon Aldo Aniasi e Camilla Cederna. Perquest'ultima le riserve, rigorosamente negateda Barbiellini Amidei («quel cognomeèunorgoglioperMilanocapitaledelgiornalismo») potrebbero essere riproposte dopol'imprevistamaopportunauscita del PresidenteNapolitanoche, ieri, aNapoli, ha riabilitatoil suo predecessore Giovanni Leone,costretto alle dimissioni in un terribilescontro con il Quarto potere incarnato proprioda Camilla Cederna, con un libro riconosciutodiffamatorio,LacarrieradiunPresidente.A distanza di tanti anni io, dedicando lastrada alla Cederna, avevo mostrato di nonvolere riaprire le polemiche nonostanteche nel passato avessi duramente condannatole sue inchieste giornalistiche, piuttostotendenziose, proprio su Leone e Calabresi.Di fatto, nei processi per diffamazionecontro la Cederna, la giornalista fu riconosciutacolpevole; inquelli promossi daleicontro di me, io sono stato riconosciuto innocente.MaoggileparolediNapolitanoriapronolaquestione,moltoimportante,delladeontologia giornalistica, anche e soprattuttoversoilPotere.E,purtroppo,laCederna,grande, e anche divertente scrittrice,spessohasuperato perilpiacere della critica,il dovere della verità. Parola di Sgarbi.Vittorio SgarbiFabbrica...(...) intellettualmente, soprattutto quelli veramenteinformati e fedeli alla realtà dei fatti.Ecco: il principio di realtà è fondamentale ancheper navigare in un porto delle nebbie comeèdiventato purtroppo questo Paese.È un principio importante perché su questosi basa la costruzione e lo sviluppo di unragionamento utile anche per un sano contraddittorio,masoprattutto necessario per ilvivere civile.Nonsipuòsperare di far crescereemigliorare il Paese negando l'oggettivitàdei fatti. La nostra tragedia, è questo lentoscivolare inunmondoparallelo in cui si negal'evidenza.Piccoli esempi: lo zoo diRomaera in degrado?Faceva schifo? Le bestie erano alienate osemi impazzite? Invece di avere il coraggio dichiuderlo o di rinnovarlo realmente come hovisto fare in altri Paesi, da noi si dà una manodibianco sututto, siaggiungonounpo' dimanifesticolorati e lo si rinomina: «bioparco».Evviva!Ibambinifinalmentevedrannole biozebre,i bioelefanti, i biopinguini che sonosempre gli stessi, depressi e martoriati, machecon ilnuovo prefisso daoggi sono costrettiad esser di buonumore, sani, e soprattuttopoliticamente corretti. Visto che questo sistemahafunzionato in zoo e parchi, solo perchégli abitanti degli stessi (meno che nella finzionedel filmLa gang del bosco) non possonomandare a farsi fottere chi li ha presi in giro,se non gettando escrementi mentre sono involo o scavando piccole buche nella speranzache qualcuno ci inciampi, stanno tentando lostesso sistema nelle città italiane.Premetto che io sono per un cambiamentodrastico e altamente impopolare del Paese,mirendoconto quindichenessunpoliticoraccoglieràla sfida nel timore di perdere ancheun solo voto, ma ci provo lo stesso. Partiamoda Milano. Da trent'anni non accade nulla dinuovo, a parte il metrò e il bel progetto dellatriennale curata da Davide Rampello. Il restoè di una noia mortale. Certo c'è la Bicocca,qualche nuova struttura,ma a parte quel po'di movida creata dagli stilisti (Armani in testaa tutti!), il resto è un silenzio assordante. Abbiamofintodi vivereaNewYorkper cuiorasifa il brunch, si gioca a squash, e si fa del fitnessper vivere nelwellness, ma Corso Comoè più triste di prima, i locali dove ascoltaremusica jazz, musica dal vivo sono spariti e isoldi veri, quelli che fanno crescere le città,passano per altre piazze d'affari (Londra,Francoforte,HongKong,etc.)danoirimangonosolo vecchi simboli culturali incapaci diesportareprodotti all'estero.Levecchie famigliegestiscono il potere in maniera autoreferenzialee non è un caso che Berlusconi siasempre stato snobbato proprio per la sua vogliadi fare e la sua straordinaria dinamica.Mediaset è stata l'unica grande novità dilavoro e in qualche modo di prodotti culturalidi questi ultimi vent'anni e alcune vecchie famiglie,piuttosto di ammettere la capacità diquest'uomo,primadidecollare sui lorojet privati,continuano a votare a sinistra. Poi c'èRoma, il centro dell'Italia, dove il meccanismopsicoticotende acrescere.Èsporca, faticosamentevivibileperbambinie anziani,chevive in un sognomediatico al di fuori del qualela realtà è tragica.Io ci vivo da trent'anni, da ex milanese esentendoavvicinarsi l'età in cuinonvorreidoverlitigare su ogni cosa che dovrebbe essereinveceunmiodiritto (pulizia, parcheggi,strutturesanitarie, etc.) ho sempre più voglia dirifugiarmi a Losanna.Poi c'è il Sud. Lì entriamo nel trionfo delleballe della retorica. Il Sud dell'Italia è allosbando. Punto e basta. Ci vorranno decenniper invertire la rotta di quel degrado culturaleesociale,pertoglierequell'ombra di tristezzache c'è su qualsiasi operazione architettonica,culturale o di generale buon vivere civile,maquesto si può fare solo con le forze dell'ordine (non a caso si chiamano così) e conl'aiuto di quei meridionali, e ci sono, che deciderannodi uscire da questo stallo.La malafede totale di vari pseudo intellettualiche dichiarano dalla loro villa-atticoblindatodi Roma che: «Napoli è l'unica cittàchemi permette di sopravvivere» andrebbepunita con pene serie tipo andare a vivererealmentea Napoli per cinque anni nei «bassi», facciaa faccia con lacamorra esopravviverepartendo da zero. Invece arrivano unavolta all'anno, la sorvolano in elicottero proseguendoper Capri, cantano «a canzuncella» e poi tornano a vivere altrove. Possibilmenteall'estero dove i tram funzionano comel'acqua corrente e appena allunghi ilbraccio ne arriva uno. Da noi invece quandoil braccio lo allunghi e se per sbaglio hai l'orologio,te lo staccano. Ho visto vigili presi aschiaffiperché hannoosato fermareunaVespasu cui viaggiavano tre ragazzi contromanoe senza casco.«Ma quali ragazzi? Ma dove? Ma guardainveceCapriquantèbbella».Forsenonriconosconola realtà? «Mami ha appena superatoa ottanta all'ora un vecchietto trascinato da 2scippatori che gli volevano fare la borsa dellaspesa».«Mano!Èunnuovo sport: sci d'asfaltoper anziani annoiati». Vi dovete menarecol tassista perché non accende il tassametroeinfine insisteconquel«fate voi fate voi, datemiquello che volete?». Ma è colpa vostra, fascisti!figli diunamitteleuropa liberale che hacercato per quasi un secolo di dare libertà edignità agli esseri umani. Poi c'è mafia, camorra,'ndrangheta, mafia russa, giapponese,albanese.Matutti questidiventerannocittadini italianiin cinque anni e anche in questo caso chiudiamogli occhi e fingiamo di trovarci su unsetcinematografico. Sull'Islam capitoloaparte,mi viene solo da ridere leggendo i giornalidi oggi dove qualcuno ha dichiarato che il Papadeve imparare a rispettare i musulmani.Michiedocomemainessunochiedaaimusulmanidi cominciare a rispettare gli ebrei e icattolici: i dialoghi si fanno in due. Ma fino aquando continueremo a negare la realtà equando ci assumeremo finalmente in primapersonailcambiamento?Certo, lastampahaunagranderesponsabilità,mai singoli individuidevono cominciare ad alzare la testa ereagireconforza.C'èunastragrandemaggioranzasilenziosa del Paese che vive come unostruzzosubendopedissequamentetutto quelloche sta accadendo.Sarebbe meglio non aspettare che il prossimomorto ammazzato avvenga nella nostracasa perché quello, ahimè, sarebbe reale.Luca BarbareschiLa guerra dei nomiLE CONQUISTEDI GENGIS KHAN1206-1227Le grandi battaglie della storiasi arricchiscono di 5 nuovi titoli:Edgehill › Marston Moor › Naseby › Rorke's Drift › La terza crociataContinuate la vostra collezione!DVD MILITARIA*Solo il Giornale a € 1,00Dietro il nome di Temujin - forse non immediatamente evocativo peri più - si cela l'identità di uno dei più grandi condottieri di ogni tempo:il Sovrano Universale, il Gengis Khan, come veniva chiamato inlingua mongola. Uomo carismatico sin da giovanissimo, riuscì atrasformare le numerose tribù di pastori nomadi in un unico,imbattibile, spietato esercito, che mosse dalla Mongolia a terrorizzaredue continenti, dall'asiatico Mar Giallo al Danubio in Europa.LE GRANDI BATTAGLIEI Mongoli alle porte d'EuropaPer informazioni e richieste arretrati: Servizio Clienti tel. 02 8566366 - www.ilgiornale.it/iniziative È in edicolail 35° DVDA SOLI€IN PIÙ*8,90Dittatura...(...) questo giornale forsenonsannocheieriRepubblicametteva in pagina una intervista raccolta un annofa e per un anno, si direbbe, tenuta nel cassetto comeunarivoltella per accoppareme.Hogià smentito quelgiornale che adesso querelerò,mail fatto interessanteè che l'articolo di Repubblica rende vera una profezia:la profezia secondo cui da tempo sarebbe statofabbricato aMosca un dossier del tutto falso su di me(preparatoa tavolino con i sistemi incui ilKgbdi ieri edi oggi è maestro) che, mi fu riferito, avrebbe cercatodi connettere il mio nome con ogni vicenda torbida diservizi segreti, arrivando fino al rapimento di AbuOmar.Lafonte di queste informazioni è stato ilmioexcollaboratore Mario Scaramella il quale disse di averleapprese da un ex agente sovietico che vive in Francia,Eugeni Limarev, ed è oggi un collaboratore deiservizi segreti francesi.QuestoLimareviononl'homainévistonéconosciuto.Nonhomaineancheparlato al telefonoconluiehomantenuto una distanza prudente sia con lui che contutti gli ex agenti sovietici o russi all'estero, propriopernoncreare laminimacommistionecon ilmioprecedentelavorodiPresidente dellaCommissioneMitrokhin,che ha chiuso i battenti insieme alla legislatura.Figuratevi dunque la sorpresa, la nausea, il sensodi schifo che ho provato ieri leggendo sul citato giornaleun'intervistaaquel tal Limarevil quale affermavadi avermi incontrato in Italia all'interno di «strutturesegrete». Naturalmente è una panzana. L'unicastruttura che io conosco e che frequento è il ParlamentodellaRepubblicaitaliana, della cuiCommissioneMitrokhin sono stato per quattro anni il presidente.Ma quando ho letto delle «strutture» che questoLimarev avrebbe visto con me, e naturalmente conScaramella (come ti sbagli?), ho capito subito dovevoleva andarea parare chiha creato la «fabbricazione» (dall'inglese «fabrication» parola usata per indicareuna trappola fatta apposta). La fabbricazioneserviva per dire e far dire: Ahahà, ecco che cos'era inrealtà la CommissioneMitrokhin! Un sudicio covo dimestatori nell'ombra che, capitanati da Paolo Guzzanti,ordivano trame contro l'onesta sinistra comunista.Un classico. Se questa gente non fosse ripetitivae prevedibile, potrebbe essere anche divertente.Manonlo è. Inrealtà è gente falsa e tristissima, cupa,subdola. Il primo premio all'umorismo involontariova alla senatrice comunista italiana Palermi che miingiunge di dimettermi dalla presidenza della Mitrokhin,ignorando la poveretta che laCommissioneMitrokhinnonesistepiù.Mail tono è quello: Repubblicadà il la e parte subito il coro.Avvenne già, tale e quale, nel 2002 quando un talVincenzo Zagami, detenuto in un carcere francese(ma sempre dalla Francia vengono questi bei personaggi?)cercò di invogliarmia scrivere delle falsità assolutesu chi aveva percepito le pretese tangenti diTelekom Serbia. Io non ci cascai, non scrissi una rigaequandoavvertiiconunalettera pubblica ilpresidenteTrantinodellatrappola,proprioRepubblicapubblicòunserviziodacuisivedevachealcuni suoigiornalistiavevanoseguito passodopopasso la trappola tesamie fecero credere ai loro lettori che io avessi pubblicatoquel che non avevo pubblicato. Risultato, lo stessodi oggi: richieste di dimissioni per indegnità, insultie insinuazioni senza risparmio. A quell'epoca ancorami sbalordivo, sicché mi sbalordii. Ma ressi botta erintuzzai l'attacco.Oggi si ripete il déjà vu: esce Repubblica con unafabbricazione contro dime(i giornalisti e il loro direttoreavrebberoavutoilDOVEREdisentirmiechiedermiseconfermavo, invece sono venutimeno alle regoleelementari del giornalismo) e subito l'onorevoleSgobio avverte minacciosamente: «L'ex presidentedella Commissione Mitrokhin dovrà spiegare moltecose. Dalle rivelazioni di Repubblica emerge un quadrodi manovre torbide attorno alla commissione. C'èda chiedersi se quelle strutture segrete siano ancoraoperative e intrecciate con altre centrali spionistichescoperte di recente». IdemMarcoRizzo deiComunistiitaliani che tuona: «Siamo di fronte ad una vicendatorbidacheruotaattornoalle attività dellacommissioneMitrokhin. Guzzanti deve chiarire il ruolo dei consulentie, soprattutto, di eventualiattività riservate cosìcome emergono dai quotidiani».Ora, io non soltanto non devo chiarire proprio niente,mapretendo che si faccia chiarezza. Chiunque abbiaammazzato Litvinenko sta anche dietro a questefabbriche di bugie e di infamie. Chiedo che l'Ordinedei giornalisti, la magistratura, i servizi segreti, carabinierie polizia facciano il loro dovere. La battaglia ècominciata. Il partito della verità non può perderla.Paolo Guzzantiwww.paologuzzanti.itsempre più torbido nella politica italiana

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