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Napolitano e il Pd Condividi su facebook Scritto da Bartolomeo Di Monaco sabato 29 ottobre 2011 Qualche tempo fa, era il 10 settembre, scrissi un articolo intitolato “Un asse Napolitano-Berlusconi?”.Devo dire che il trascorrere del tempo e il concatenarsi delle circostanze mi stanno dando ragione.Non che i due la pensino allo stesso modo. Se potesse, Napolitano manderebbe volentieri a quel paese Berlusconi, ma si sta trovando ogni giorno di più con le mani legate. Così che, postosi il nostro capo di Stato come timoniere di quella barca piena di buchi che si chiama Italia, ne è diventato alla fine il garante tanto nei confronti degli italiani quanto dell’Europa. Egli si trova, ossia, nella condizione di esigere il rispetto degli impegni che la Bce ha richiesto al nostro governo e che il nostro governo ha sottoscritto. Non vi è dubbio, perciò, che il consenso raccolto a Bruxelles rafforza il governo e spiana la strada alla realizzazione di quelle riforme che ora, proprio in forza di ciò, creeranno grosse difficoltà alla opposizione, che si era preparata (sbagliando per l’ennesima volta le previsioni) a festeggiare lo sperato rigetto del piano presentato ai nostri partner europei. L’approvazione l’ha colpita così duramente che non è fuori luogo temere un impazzimento dei suoi leader, ormai pressati da una nemesi che sembra non lasciare loro più scampo. Si leggano i proclami della Camusso, alla quale ormai il Pd è asservito (“Insomma, dopo aver rinfacciato per settimane al governo di non adottare le misure proposte dall’Unione europea, adesso la Camusso attacca duramente il governo.“). Il quale governo, come si legge qui, per tutelare il lavoro prenderà a modello il disegno di legge presentato da Pietro Ichino, ossia da un esponente nientemeno che del Pd (“La strada è quella del ddl Ichino, senatore e giuslavorista del Pd“, ha rassicurato il premier.”) Ma questo non conta per l’opposizione, pronta a rinnegare, come avvenuto più di una volta, le stesse sue proposte, pur di andare contro Berlusconi.Sarà dunque Napolitano – nessuno lo avrebbe potuto mai immaginare – ad offrire l’usbergo all’azione del governo. Naturalmente ad una condizione: che il governo mantenga gli impegni non a chiacchiere ma con i fatti.Napolitano si troverà nella condizione, ossia, di dover stimolare il governo a procedere senza incertezze nella realizzazione degli impegni assunti, da lui sollecitati e condivisi. Al punto che la Germania, sia pure pro doma sua, individua in sostanza proprio Napolitano quale garante, come si legge qui.A mio avviso, perciò, assisteremo nelle prossime settimane ad una divaricazione sempre più crescente tra gli obbiettivi dell’opposizione (rigetto degli impegni assunti con l’Europa, e caduta del governo) e quelli del presidente della Repubblica, il quale questi impegni intende far rispettare.Il tempo delle dispute senza costrutto è scaduto. Ora vi è una sola cosa da fare: realizzare gli obiettivi concordati con l’Europa.Non c’è da inventarsi nulla di meno e nulla di più. Napolitano è questo che ha di fatto garantito all’Europa ed è questo che pretenderà dal nostro governo.Toccherà a lui, perciò, mettere un freno alle interdizioni della opposizione e richiamarla al senso dello Stato.Se il governo, così rafforzato, non si smarrirà in lucidità e in consapevolezza, e avrà voglia di fare, potrà contare dunque su un alleato inatteso ed importante, poiché temuto dall’opposizione, quel Napolitano che, se occorrerà e se vorrà, potrà imporre, finalmente, al Pd (e chi sa che non lo imponga anche al presidente della Camera) il rispetto del parlamento e delle regole democratiche, da tempo oltraggiosamente violate, e la fine di una politica di sfascio, causa non secondaria degli attacchi della speculazione in questi difficili mesi.

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