Findomestic Banca S.p.A e i tempi che cambiano…Tempora mutantur, et nos in illis: Cambiano i tempi e noi con loro.Riflessioni degli incaricati (di tutta Italia) sul Piano di ristrutturazione aziendale. La centralità della persona Mentre cresce la consapevolezza che l’era del valore assoluto e inviolabile, del risultato ad ogni costo e della competizione tra individui come nuovo e imperante stile di vita, genera un crescente e preoccupante disagio sociale e individuale, Findomestic Banca S.p.A presenta il nuovo piano industriale - chiusura di 40 agenzie e di 15 centri gestione recuperi, con correlativa concentrazione della rete su pochi grandi punti operativi nazionali, e ricadute dirompenti sul personale-.Mentre molti filosofi e sociologi, ma anche manager ed economisti, stanno riconsiderando il valore e la centralità della persona , degli uomini, delle donne, dei cittadini, dei consumatori, dei singoli individui con le loro storie, le loro complessità e le loro differenze, Carifirenze spiega che il piano di ristrutturazione di Findomestic Banca S.p.A - in parole povere esuberi, chiusura sedi, mobilita' territoriale in tutta Italia - mira ad adeguare alle mutate condizioni di mercato la struttura della prima società di credito al consumo in Italia (con oltre l'11% del mercato italiano, che nel 2006 ha fatto registrare un utile di 106 milioni di euro ), creando le premesse per una ulteriore fase di sviluppo delle attività di credito . Tutto ciò pienamente condiviso con Cetelem, la società che come l'istituto toscano controlla il 50% del capitale. In tempi recenti ,alle fredde logiche dei numeri e dei risultati, più lontani dalla vita reale, si è provato a dare il giusto peso ai valori e all’umanità, anche con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nell’essere artefici del mercato, rafforzando la convinzione, che non è possibile subirne passivamente i meccanismi .Aver assegnato il premio Nobel per la pace 2006 al “banchiere dei poveri” Muhammad Yunus, non ha solo il valore di un alto riconoscimento simbolico ad un’incredibile storia di solidarietà e di lotta contro la povertà, ma è pure la dimostrazione di come iniziative finanziarie ritenute utopiche e incompatibili con l’attuale sistema economico, siano invece non solo possibili, ma foriere di successo, crescita e sviluppo.Il piano industrialeIl piano industriale deliberato all’unanimità dal C.D.A. di Findomestic il 7 u.s. è in assoluta controtendenza rispetto alle recenti operazioni di concentrazione (Intesa – San Paolo; BPVN-BPI; Banca Lombarda – B.P.U.; Unicredit – Capitalia) - impostate su un equilibrio tra risultato economico-reddituale e compatibilità sociali che ne hanno consentito la complessiva condivisione delle parti aziendali e sindacali, regolando, attraverso accordi importanti e positivi, le prime ricadute sui lavoratori.Ma è anche in aperto contrasto rispetto al Protocollo sulla responsabilità sociale del 16 giugno 2004 che ribadisce “il ruolo centrale delle risorse umane e l’obiettivo comune della loro valorizzazione quale elemento indispensabile e strategico per lo sviluppo ed il successo dell’impresa”; e presuppone “l’effettiva parità delle opportunità di sviluppo professionale, un’offerta formativa continua, la mobilità sulle diverse posizioni di lavoro, l’adeguatezza dei criteri di valutazione professionale, la qualità delle prestazioni, degli ambienti di lavoro, l’efficacia della prevenzione e degli interventi in materia di salute e sicurezza”. In pratica, la ricerca di un sostenibile equilibrio e di una coniugazione virtuosa tra l’indiscussa necessità di crescita della capacità competitiva dell’azienda e l’effettiva valorizzazione ed il rispetto di coloro i quali, nei differenti ruoli, questa crescita sono chiamati a realizzarla e a sostenerla. Il tutto in un contesto di grande attenzione al ruolo sociale dell’impresa bancaria.Pur in presenza di una ledership di mercato ribadita e di risultati reddituali semestrali rilevanti, che hanno consentito nel maggio u.s. la stipula di un contratto integrativo aziendale soddisfacente, il piano industriale di Findomestic Banca S.p.A prevede una ristrutturazione tipica delle aziende in condizioni di crisi profonda.“Il sistema bancario italiano – precisa il Segretario Generale della FIBA-CISL Giuseppe Gallo - ha superato la crisi tendenziale della prima metà degli anni ’90, ha recuperato rilevanti margini competitivi, ha raggiunto standard produttivi, reddituali e patrimoniali di eccellenza europea”.C’è quindi bisogno di un’inversione di tendenza nella gestione delle grandi ristrutturazioni: c’è bisogno di meno enfasi sui costi, soprattutto di quelli del personale, di coinvolgimento vero dei lavoratori, di un’attenzione equilibrata a tutte le criticità e problematiche derivanti dai processi di trasformazione e crescita , di un confronto a tutto campo con il sindacato che non può avvenire solo sui temi relativi alla gestione delle ricadute.Non è più tempo di progetti che tengono conto solo delle economie di scala, dei tagli, delle riduzioni, ma di coinvolgimento e meritati riconoscimenti per i dipendenti, motore centrale e ricchezza in azienda.Un’azienda socialmente responsabile Un’azienda socialmente responsabile è quella che si misura, anche se in ambienti in costante evoluzione, con la creazione durevole di valore;un’azienda socialmente responsabile è quella che si rende conto di essere fatta dalle persone che ci lavorano e quindi in una fase di “grande trasformazione”parla con i dipendenti, li informa,li aggiorna tutti e il più spesso possibile,al fine di diminuire incomprensioni e contrasti in un ottica di miglioramento del clima aziendale.Il dipendente ha bisogno di fiducia, di sentire che non è considerato solo una pedina;Invece ci accorgiamo che in Findomestic Banca S.p.A esiste ad alti livelli la convinzione, o meglio la presunzione, che in questa delicata fase il dipendente stia facendo ”il furbo” cercando di non lavorare …quasi per ripicca! E gli incontri e contatti col dirigente di turno nelle agenzie di rete non hanno la finalità di ascoltare dubbi e fornire risposte leali e rassicuranti cercando di comprendere e limitare preoccupazioni più che legittime, ma rappresentano un modo attraverso il quale la Sede ribadisce la necessità del raggiungimento del budget a qualsiasi costo, per non deludere e contraddire le prioritarie esigenze tecnico-organizzative e di profitto dell’azienda.Riteniamo fondamentali e strategicamente irrinunciabili per lo sviluppo di Findomestic Banca S.p.A l’investimento sul capitale umano,il rispetto verso la professionalità e serietà dei suoi dipendenti, l’attenzione alla clientela, la cura delle specificità territoriali. E’ a nostro avviso innegabile che in questi anni di grande trasformazione l’attenzione a questi importanti soggetti sia stata sottovalutata e trascurata nonostante le continue dichiarazioni sulla centralità delle risorse umane e del ruolo della clientela. (Inter dictum et factum multum differt: Tra il dire e il fare la differenza è enorme) Ha prevalso l’attenzione ai costi e ai risultati immediatamente visibili con una tendenza a gestire in maniera quasi tecnicistica i cambiamenti dando priorità assoluta al fattore del soddisfacimento degli azionisti. (Da uno studio sui bilanci delle aziende italiane dal 1996 ad oggi, la ricchezza ovvero il valore aggiunto destinato ai salari, è scesa dal 70 al 48%, mentre quella riservata agli azionisti è salita dal 2 al 16%. In questi ultimi anni la remunerazione degli azionisti ha avuto ed ha un peso spropositato ed ha contribuito ad alimentare quelle distorsioni, sia a livello internazionale che nazionale, che hanno fatto ammalare il mercato da quella che viene definita la sindrome degli obiettivi trimestrali, l’ansia da “short-term” che viene indicata come il male dei mercati finanziari.) il trend occupazionaleCompletiamo la nostra riflessione considerando interessante la rilevazione dei dati statistici anche nell’ambito occupazionale;ci renderemo conto anche sotto questo aspetto di quanto il Piano Industriale di Findomestic Banca S.p.A sia ingiusto ed inaccettabile.Il trend occupazionale dei lavoratori bancari a partire dal 1998 è decrescente, con un‘incidenza ancora più penalizzante per il Sud d’Italia. Il livello di benessere del Sud resta assai inferiore alla media europea, è aumentato il divario con le regioni del Centro-nord ed il tasso di disoccupazione resta doppio rispetto alla media nazionale.L’Ocse evidenzia come “le disparità regionali non siano un aspetto nuovo del mercato del lavoro italiano, ma è sorprendente il fatto che continuino ad aumentare”. Peggio di noi fanno solo Corea, Messico e Turchia a fronte di un netto miglioramento di Irlanda e Spagna che erano anch’esse in posizioni critiche.Quello odierno è un Paese in cui negli ultimi 12 mesi un’assunzione su due è avvenuta con contratti a tempo determinato e in cui il tasso di occupazione femminile è in discesa, in controtendenza con l’andamento del mercato europeo.Chiudere gran parte delle agenzie del sud Italia risulta evidente, rende ancora più drammatico il divario tra nord e sud e aumenta attraverso la mobilita territoriale selvaggia lo stato di disoccupazione. Siamo in presenza di un’ulteriore disimpegno di una importante realtà del sistema creditizio, che ritiene di abbandonare i nostri territori dopo averli a lungo percorsi ed utilizzati con l’erogazione, di crediti al consumo “succedanei” ad una endemica crisi a cui sempre più spesso “sono costrette a ricorrere” le nostre famiglie aumentando il loro debito nei riguardi del sistema.Valeria Musini David Bellaccini Umberto Alaimo Alessandro Marziali Luigi Russo