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Napolitano ha vinto, ma ora esagera ma a perdere siamo stati noiScritto da Bartolomeo Di Monaco mercoledì 23 novembre 2011C’è stato un momento in cui ho pensato che Napolitano e Berlusconi fossero costretti, sebbene non si amino, a percorrere insieme il cammino irto di ostacoli che ci troviamo ad affrontare.Napolitano ha voluto che il governo si impegnasse a realizzare i suggerimenti dell’Ue e se ne è perfino fatto garante.Ovvio quindi che i due dovessero procedere insieme.Ma qualcosa dev’essere accaduto, che toccherà forse agli storici individuare. Noi oggi possiamo solo fare delle ipotesi.E una di queste, la più forte, è che Napolitano si sia reso conto di questo vincolo e non lo abbia gradito, giacché avrebbe portato ad un suo sostegno troppo esplicito al governo del Cavaliere. Con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate a favore dell’ex maggioranza.Dunque, o è stato lui direttamente a muoversi, o qualcuno gli ha fatto presente i favori che stava elargendo all’odiato nemico.Poco importa scegliere tra queste due ipotesi. Anche se io propendo per la seconda. Sta di fatto che Napolitano ha recepito il ripensamento e ha studiato il modo di affrancarsi dallo scomodo compagno di viaggio.Così, ha fatto pervenire a Berlusconi il consiglio (si fa per dire) che non fosse opportuno emanare un decreto legge che rendesse subito operativi gli impegni assunti con l’Ue.Era la mossa da cui sarebbe dipeso il corso degli avvenimenti: pro o contro il Cavaliere.Berlusconi ha risposto assecondando Napolitano, ed è caduto nella trappola.Ciò ha consentito, infatti, di premere su quei pochi parlamentari del Pdl (che stavano aspettando) affinché il governo Berlusconi mancasse dei voti necessari a confermare la sua maggioranza alla Camera. Quei 308 voti, di poco al di sotto della maggioranza assoluta, hanno costretto Berlusconi a promettere a Napolitano le sue dimissioni. Che poi sono avvenute.Propendo per quella seconda ipotesi, giacché quanto è accaduto, così in fretta, troppo in fretta, ha tutta l’aria di aver avuto un periodo di gestazione tale da far trovare tutto pronto al momento decisivo.S’è insediato il governo Monti (senza che tuttavia i mercati abbiano registrato positivamente il cambiamento, almeno per ora) e Berlusconi si è arreso alla forza degli avvenimenti, che hanno tutta l’aria di averlo travolto. Addirittura ho scritto altrove che ci sono buone probabilità che l’ex premier sia, ancor più di prima, sottoposto a ricatto affinché non ostacoli il disegno che ormai più di un commentatore, anche straniero, configura come un colpo di Stato ben mascherato.Il successo dell’operazione, però, sembra che abbia dato alla testa a Napolitano. Non si aspettava l’errore di Berlusconi e perciò l’euforia provata deve avergli procurato più di uno sbandamento.Uno di questi è di aver seminato l’idea che ci troviamo in una specie di stato di guerra (i cui nemici sono i mercati) e che quindi tocchi al capo dello Stato dare la rotta alla nave Italia.Se dio vuole, l’Italia, al contrario di quanto possa forse apparire a Napolitano, è ancora una democrazia che ha la sua legittima rappresentanza in parlamento (l’unica che è rimasta, essendo stato spazzato via il governo scelto dal popolo), e dunque è solo al parlamento che spetta tracciare la rotta del Paese.I suoi interventi, peraltro, che toccano temi che sono al di fuori degli impegni da onorare con l’Ue, rischiano di dividere la politica, anziché unirla, e vanificare perfino quei pochi sforzi che si fanno per uscire da una conflittualità che ha portato a questi terribili risultati.Se Napolitano sta ascoltando qualche suo fidato consigliere e i suoi movimenti di questi giorni sono ispirati da costui o da costoro, si fermi a riflettere se non stia travalicando oltre ogni ragionevolezza i suoi limiti istituzionali, e non stia con ciò dando una mazzata mortale al parlamento e, dunque, alla democrazia.

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il presidente napolitano e figlio di una ideologia di sinistra che la storia ha condannato in tutta europa. e detto tutto....

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un'ideologia che però, a quanto pare, sta sopravvivendo ad un capitalismo in affanno, e ancora gli deve fornire di che scaldarsi, d'inverno....

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forse non conosci l'onorata story del Presidente che prima del 1945 era iscritto al FUAN Napoli e il 26.Aprile si è iscritto al PCI e poi nel 1956 delirando affermava che l'URSS aveva fatto bene ad invadere l'ungheria per non inquinare il credo socialista e poi c'è la storiella, mai smentita, raccontata da libero che durante il periodo europeo si sarebbe fatto rimborsare il biglietto aereo pieno invero viaggiava con rayanai a prezzi di €21,00 a fronte di €400,00.

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altro esempio di comunista puro: BERTINOTTI Bertinotti ammette: il vitalizio? Non ci rinuncerei mai - Bertinotti, vitalizio, Camera - Libero-Newww.libero-news.it‎"Se mi toglierei il vitalizio? Se mi dessero qualcos'altro per vivere sì, se mi dessero una pensione sì. Ho lavorato...hahahahahahahahahahahahahahahahaha

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Ragazzi non rompete bisogna fare sacrifici e basta,ma noi non Bertinotti o Napolitano che costa con il Quirinale e tutte le dipendenze ben 150mila euro al giorno.

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