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Discutibile intervento di Napolitano Condividi su facebook Scritto da Gianni Pardo lunedì 22 agosto 2011Tolta la parte che riguarda l’unità d’Italia, la sostanza del lunghissimo intervento di Giorgio Napolitano a Rimini si compone di due temi. Una parte di legittima retorica e una parte più precisamente politica. Un esempio della parte predicatoria è l’invito a “ridare vigore e continuità allo sviluppo economico, sociale e civile, far ripartire la crescita in condizioni di stabilità finanziaria, non rischiando di perdere via via terreno in seno all'Europa e nella competizione globale, di vedere frustrate energie e potenzialità ben presenti e visibili nel Paese, di lasciare insoddisfatte esigenze e aspettative popolari e giovanili e di lasciar aggravare contraddizioni, squilibri, tensioni di fondo”. Tutti d’accordo, naturalmente.La parte politica riguarda “la crisi che stiamo attraversando”. E qui bisognerà perdonare le numerose citazioni . Il Pdr intende parlare “il linguaggio della verità”e questa premessa ha il suo valore: significa che altri questo linguaggio non l’hanno usato. È vero che, abilmente, il Presidente usa la prima persona plurale: “Abbiamo, noi qui, in Italia, parlato in questi tre anni il linguaggio della verità ? Lo abbiamo fatto abbastanza, tutti noi che abbiamo responsabilità nelle istituzioni…”: ma è un noto artificio retorico col quale si fa finta di mettersi fra i colpevoli. Egli infatti non ha colpe. Se non ha parlato prima in termini così drammatici non è solo perché – come tutti – non aveva previsto l’attuale crisi borsistica, ma è anche perché non aveva il dovere di farlo. E non è colpevole l’opposizione perché in termini drammatici ha sempre parlato: è il suo mestiere. Il colpevole, per Napolitano, è il governo. È Silvio Berlusconi il quale ignora principi elementari: “dare fiducia non significa alimentare illusioni; non si da fiducia e non si suscitano le reazioni necessarie, minimizzando o sdrammatizzando i nodi critici della realtà…”. A dire il vero nessuno conosce il futuro e Napolitano dimentica alcuni principi elementari. Se gli operatori di Borsa avessero previsto – non tre anni fa, come dice il Presidente, ma solo tre mesi fa – il crollo attuale, avrebbero cominciato a vendere già allora e il crollo si sarebbe avuto tre mesi fa. La Borsa non si occupa del presente, si occupa del futuro. Se tre mesi fa non ci sono state le vendite massicce che portano ai ribassi, è segno che nessuno prevedeva la crisi di questi giorni. E d’altra parte, se il governo si fosse messo a emettere proclami pessimisti e drammatici avrebbe esso stesso determinato la crisi di Borsa. Lui chiede: “Possibile che si sia esitato a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perché le forze di maggioranza e di governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparazioni consolatorie su scala europea?” Noi chiediamo: possibile che si accusi un governo, qualunque governo, di avere incoraggiato l’ottimismo? Possibile che si accusi un governo di non avere provocato il panico?Il Presidente, per ragioni di equanimità, prova a bacchettare l’opposizione. “Possibile che da parte delle forze di opposizione, ogni criticità della condizione attuale del paese sia stata ricondotta a omissioni e colpe del governo, della sua guida e della coalizione su cui si regge?” Ma è facile rispondergli che l’opposizione non ha la responsabilità della guida del Paese. Essa può criticare il governo nel modo che crede più opportuno. E poi, se avesse dato la colpa della situazione ai mercati, agli speculatori stranieri o all’Unione Europea, sarebbe cambiato qualcosa?Né ha senso accusare l’asprezza dello scontro politico. Se gli italiani sono così, se oggi, riportando il suo intervento, l’articolo di Massimo Giannini su Repubblica è un concentrato di veleni contro il governo, che cosa crede di ottenere, il Presidente, dicendo che “Il prezzo che si paga per il prevalere – nella sfera della politica – di calcoli di parte e di logiche di scontro sta diventando insostenibile”? L’opposizione ha solo la politica dell’antiberlusconismo e da tempo non ne trova un’altra.Dopo avere accusato l’esecutivo di avere illuso l’Italia negli ultimi tre anni (cioè il governo Berlusconi, come quell’opposizione che poco prima aveva criticato) Napolitano dice: “E' da vent'anni che… al di là di temporanee riduzioni del rapporto tra deficit e prodotto lordo, non siamo riusciti ad avviare un deciso abbattimento del nostro debito pubblico” e “lasciare quell'abnorme fardello del debito pubblico sulle spalle delle generazioni più giovani e di quelle future significherebbe macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale”. Ancora una volta il Presidente sembra non avere idea di quale debito pubblico gravi su ogni famiglia italiana. Non solo non lo rimborseremo a breve, non solo non lo rimborseremo nei prossimi dieci anni, quale che sia la politica adottata, ma forse non lo rimborseremo mai. A meno che non ci sia una guerra o un’inflazione come quella del tempo di Weimar. È grasso che cola se lo Stato riesce a rimborsare i titoli in scadenza e a piazzarne altri. L’ottimismo e la retorica, in questo campo, sono difficili da tollerare.L’osannato discorso è stato inutile per la parte retorica e criticabile per la parte politica.

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