La prima è relativa alla vicenda per cui oggi è sospettato, ma che ha una strana caratteristica: la conoscevamo tutti. Tutti, ma proprio tutti, sapevamo che la provincia di Milano aveva comperato azioni autostradali da un imprenditore, Marcellino Gavio. Tutti, oggi, ragionano su quanto è stato pagato e sulla favolosa plusvalenza ottenuta da quel privato, il quale, ma sono solo i casi della vita, subito dopo si ritrova al fianco delle coop e assicurazioni rosse nelle scalate bancarie. Ma il punto realmente interessante non è il malloppo, bensì l’affare in sé. Ditemi: perché in un mondo in cui non si fa che parlare d’abolizione delle province quella di Milano diventa proprietaria di un’autostrada? Perché il capo della segreteria del liberalizzatore Pier Luigi Bersani, l’uomo delle lenzuolate (e lo scrivo senza ironia alcuna, perché mi espressi in suo favore), mette in atto un’operazione di segno diametralmente opposto? Il punto, allora, non è se il protagonista e il suo dante causa fossero, o meno, a conoscenza del marcio, ma se fossero in grado di capire quel che stavano facendo e come questo si concilia con quel che, ora, vanno dicendo.
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31/07/2011, ore 18:39
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31/07/2011, ore 21:21
Ribadisco. I magistrati facciano il loro lavoro, nessuno ovviamente si sottragga al proprio giudice attraverso leggi 'ad personam' e se alla fine ci sarà una condanna calci nel sedere da parte di tutti, di vero cuore.Io dalla mia parte non voglio corrotti e disonesti. |
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01/08/2011, ore 10:47
che la provincia faccia business non è grave (anzi, auspicabile), diverso è se lo scopo è far fare business ad un amico.questo lo accerterà la magistartura. |
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