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Condannato Sergio CofferatiIl sindaco uscente di Bologna ed ex leader della Cgil Sergio Cofferati è stato condannato per comportamento antisindacale, su esposto dei rappresentanti dei lavoratori del Teatro Comunale, nel suo ruolo di presidente della Fondazione Lirica. Ne danno notizia Fistel-Cisl e Fisals-Cisal, che hanno convocato una conferenza stampa.27 aprile 2009

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Mi piacerebbe saperne di più su questo argomento.Questa volta Cofferati, secondo me giustamente, ha detto STOP a regalare soldi ai teatri comunali come era da prassi.Però è anche vero che senza il sostegno del comune questi non riuscirebbero ad autofiinanziars da soliMa...

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mercoledì 29 aprile 2009, 07:00 Commento Ma stavolta difendiamo CofferatiSarebbe troppo facile questa volta dargli addosso. Dirgli ben ti sta a te (ex) sindacalista finalmente vittima dei sindacalisti. Capito cosa si prova a essere messo spalle al muro da un manipolo di irragionevoli? E poi da un giudice del lavoro dall’occhio strabico o addirittura chiuso di fronte ai soprusi? E, invece, questa volta Sergio Cofferati aveva ragione. E l’augurio è che in appello questa ragione gli sia riconosciuta anche in tribunale. Il fatto è noto. La condanna dell’ex totem della Cgil e oggi sindaco di Bologna per «comportamento anti sindacale». Una beffa. La colpa? Da presidente della Fondazione Teatro Comunale Bologna, aver fatto affiggere un comunicato per avvertire che, in caso di astensione dal lavoro, nemmeno i non scioperanti sarebbero stati pagati. Un modo per impedire che in pochi possano far danno a tanti. E che in tanti possano godere dello sciopero di pochi. Un trucchetto smascherato da Cofferati che per questo è stato costretto a pagare anche 1.300 euro di spese del processo. Pentito? No perché è passato dall’altra parte della barricata. Ha capito che non si può lasciare un grande teatro o (in altri casi) un’intera città in balia di una casta che difende i suoi privilegi. Siano maestri musicisti o eterni (e impuniti) facinorosi inquilini di centri sociali abusivi. Come a Milano dove ogni anno la prima di sant’Ambrogio è il pretesto per minacciare uno sciopero e passare alla cassa. O il legittimo sgombero del Leoncavallo occupato è ormai diventato un reato di lesa maestà. Con le città ormai ostaggio di pochi. A meno che un sindaco non si opponga. Come fa il Cofferati rinsavito dopo una stagione da sindacalista scapestrato. E, infatti, a sinistra il «Cinese» non va più di moda. E i suoi lo spediscono all’europarlamento di Strasburgo. In pensione. A nostre spese. giannino della frattina

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Cofferati e la sinistra che si fa del maleStefano ZaraNessuno è più di me convinto che le vigenti leggi elettorali siano antidemocratiche e che andrebbero modificate per dare ai cittadini la possibilità di scegliere. In questo quadro andrebbe ripristinato il riferimento al collegio elettorale e introdotto il ricorso alle primarie. Il Partito Democratico ha cercato di ovviare ai suoi ritardi ricorrendo in diverse occasioni a primarie di partito fissando di volta in volta le regole: anche primarie estemporanee sono sempre meglio delle scelte compiute dagli apparati di partito esclusivamente in base a logiche lottizzatorie interne. Ciò detto, mi voglio dissociare dai toni aspramente polemici di chi ha stigmatizzato le scelte del Pd per le prossime elezioni europee. Non si può non tenere presente la difficoltà a realizzare consultazioni primarie su territori estesi come quello del Nord-Ovest. Senza dimenticare che un evento così complesso avrebbe coinciso con il momento più critico della crisi della segreteria col passaggio delle consegne da Walter Veltroni a Dario Franceschini. Inoltre mi pare si debba apprezzare la scelta di quest´ultimo di escludere dalle liste tutti coloro che hanno altri incarichi evitando di ricorrere a candidature civetta per presentare invece candidati veri che potranno stabilmente rappresentarci in Europa. Tra tutte le polemiche quella che più mi è parsa ingiusta, capziosa e dannosa riguarda la scelta di Sergio Cofferati come capolista del Nord-Ovest. Qui il centrosinistra ha dato il meglio di sé nell´esercizio "facciamoci del male" che da tempo sembra prediligere. Come si possa mettere in discussione la scelta di Cofferati capolista proprio non si riesce a capire. Basta pensare a tutta la sua storia fatta di impegno coerente con i valori del progresso e della solidarietà, che dovrebbero contrassegnare il Pd, e alla sua capacità di essere prima un grande leader sindacale, che ha sempre saputo coniugare la tutela dei lavoratori con la necessità di assicurare lo sviluppo delle imprese, e successivamente sindaco di una città importante riuscendo a testimoniare, anche se osteggiato dalla sinistra, che quel ruolo richiede di assicurare l´esercizio non solo dei diritti dei cittadini ma anche dei doveri. Pochi come lui sono stati assoggettati alla prova del consenso popolare sia quando era leader sindacale, essendo sempre eletto da consessi amplissimi e costantemente verificato dalle assemblee dei lavoratori per l´approvazione degli accordi, sia quando è stato candidato sindaco. Risibile è aver pensato di confinarlo, come improvvidamente ha fatto Mercedes Bresso, per puri interessi di bottega, nel ruolo di "pensionato di lusso" dove, se così fosse e soltanto per ragioni anagrafiche, dovrebbe essere collocata la quasi totalità della classe dirigente italiana. Cofferati ha già dato molto al paese ma ha ancora molto da dare e da fare. Ancor più incomprensibile è che la polemica sulla scelta di Cofferati abbia trovato sostegno in Liguria. Come se egli avesse usurpato il ruolo di capolista a qualche candidato ligure che avrebbe potuto aspirarvi. Ma quando mai la nostra regione, nel confronto con Lombardia e Piemonte, è riuscita a esprimere un capolista alle elezioni europee? Cofferati non ha sottratto niente a nessuno. Semmai, visto che ha deciso di vivere a Genova, la Liguria, che ha scelto, con tutte le riserve di metodo già espresse, ottimi candidati, potrà contare anche sulla sua autorevolezza nei rapporti con Bruxelles. Dunque la sua indicazione come capolista del Nord-Ovest deve essere vissuta dai liguri come un valore aggiunto. Invito tutti coloro che, in base a valutazioni sommarie, hanno assunto posizioni critiche, a rinfoderare l´arma della polemica facendo prevalere la ragione e il buon senso. (28 aprile 2009)

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Aproposito di Cgil,da uno che si comporta in maniera ragionevole(Cofferati)ad uno che si comporta in maniera irragionevole (Epifani)ma come si puo spendere 1100 euro per due notti in Hotel a Milano,cosa deve pensare l'operaio o l'impiegato iscritto alla Cgil ,che quei soldi li guadagna in un mese?uno schiaffo alla miseria!!Ma come sempre ci hanno abituato gli uomini della sinistra,predicano bene e razzolano male!Nel casio di Epifani devo ammettere che non predica neanche bene!

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Non mi fido mai delle notiizie che si leggono sui giornali.E' vero che quella cfira, per dare un peso, l'ho spesa ai primi di aprile per due notti in trasferta a Palermo, ma comprendendo il biglietto aereo a tariifa piena, il taxi da casa all'aeroporto e da Punta Raisi a Palermo, le due cene,,,,Ma primo siamo sicuri che chi ha divulgato la notizia non abbia preso lucciole per lanterne?E secondo, chi ha dimestichezza con le trasferte sa che di solito si assume un tenore di vita dignitoso e nulla più perchè si viene sempre controllati. ma talvolta si è costretti a viagggiare proprio il giorno in cui a Miano c'è il salone del mobile, o a Firenze c'è Pitti Uomo,e capita di spendere diu più oer dormire perchè non si va al solito albergo....Io di solito avviso preventivamente il mio capo: talvolta spostiamo le date, talvolta non si può e si spende.Sarei molto cauto a prendere le posizioni di hummer, ben sapendo comunque che la trasferta è comunque un disagio che ormai le aziende retribuisonoi solo a piè di lista e la indenntià contrattuale è una chimera....L'operaio giustamente si lamenta per altre cose, non per le spese che non restano attaccate alle mani di chi viaggia.... La notiziz è quanto meno d verificare....

C'è bancario e bancario. Anche in banca, val più la pratica che la grammatica.
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo (Goethe)

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