Riporto, per la rilevanza "politica", quanto emerge dalla nuova ondata di indagini. Qualcuno aveva ipotizzato che questa nuova ondata, appunto, venisse manovrata da Di Pietro. A prescindere dal fatto che le accuse, tutte, dovranno trovare riscontro, quanto segue dimostra che non è così. Le inchieste in corso (mai dimenticare che sono inchieste e non sentenze di condanna!) colpiscono indifferentemente dalle formazioni politiche di appartenenza; anche l'IDV."L'inchiesta di Napoli sugli appalti esalta la figura di Mario Mautone, ex provveditore alle Opere Pubbliche della Campania, finito agli arresti domiciliari durante il blitz della scorsa settimana. E svela i suoi rapporti controversi con la famiglia di Antonio Di Pietro, quando quest'ultimo era ministro delle Infrastrutture. Numerose intercettazioni allegate agli atti dimostrano come il figlio Cristiano, consigliere provinciale a Campobasso per l'Italia dei Valori, tentasse di «sistemare» gli amici e danno conto delle preoccupazioni del padre per tenerlo fuori dall'indagine. Un ruolo di primo piano, dunque, che comunque non mette in ombra quello di Alfredo Romeo. Nuove telefonate dell'imprenditore con il parlamentare di Alleanza nazionale Italo Bocchino — per lui i pubblici ministeri hanno sollecitato l'arresto — rivelano il tentativo di organizzare un pranzo con Gianfranco Fini. Nelle carte processuali è citato anche l'ex assessore all'Urbanistica del comune di Roma, Roberto Morassut, attuale segretario regionale del Pd nel Lazio.".
Michele
Michele
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23/12/2008, ore 09:38
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27/12/2008, ore 15:36
Bene ... riportanto i post di un'altro forum, possiamo risparmiarci la fatica di discutere noi. |
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27/12/2008, ore 15:43
Comunque, sta di fatto che questa sembra la versione "vera" di mani pulite e l'accertamento dei fatti non trascura nessuno. Neppure quel Di Pietro che secondo alcuni sarebbe il manovratore politico delle attuali indagini.Invece, a quanto sembra, la "politica" non c'entra, c'entrano "i politici" senza favoritismi. |
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27/12/2008, ore 21:53
Politica Cossiga al "Giornale": 'Di Pietro non è furbo come si crede'"Deve ancora spiegare perché si sia dimesso dalla magistratura"postato 12 ore fa da APCOM ARTICOLI A TEMAdi pietro, gasparri mi diffama riforme/ berlusconi: per dialogo con pd… riforme/ gasparri: pd dialoghi o si… Altri Milano, 27 dic. (Apcom) - Di Pietro? "Oro di Campobasso, più falso di quello di Bologna". La forma e la sostanza dei giudizi, e delle accuse, del "picconatore" più famoso d'Italia, il presidente emerito Francesco Cossiga, giudizi e accuse apparse oggi sul "Giornale". "Le raccomandazioni possono essere fatte da chiunque e non sono un comportamento penale. Però mi chiedo - invelenisce Cossiga - che cosa avrebbe detto Di Pietro se le stesse intercettazioni avessero riguardato un esponente del Pdl o del Pd. Avrebbe sostenuto che la raccomandazione e un reato gravissimo". Ma l'ex pm di Mani pulite ha sgridato il figlio. La replica di Cossiga non ha la leggerezza del bon ton. "Ha dimostrato una gran faccia di c... a intervenire in questa faccenda. Mi spaventa che ci siano ancora degli italiani che gli credono e che lo votano". Ormai è un crescendo sempre più violento. "Di Pietro non è nemmeno tanto furbo, come si crede. Oltre a non saper parlare italiano e a non capire un'acca né di codice né di procedura penale. Tanto è vero che il pool di Mani pulite lo ha usato e poi buttato a mare". Vicenda oscura questa... Cossiga lancia un segnale: "Tonino deve ancora spiegare agli italiani perché si sia dimesso dalla magistratura: io e lui lo sappiamo bene. E anche il Gip di Milano Ghitti". Spazio per un ultimo affondo. "Deve ancora spiegare come andò quella questione dei cento milioni presi in prestito e restituiti in una scatola, come se fosse la cosa più normale del mondo". |
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27/12/2008, ore 22:52
Senza dubbio, nonostante proscioglimenti e assoluzioni, rimangono molte ombre nel passato dipietresco. Quelle indicate sopra da Cossiga sono le meno interessanti.Una è fondamentale: l'archiviazione (i realtà non vi fu neanche quella, sparirono le carte) dell'indagine Prodi-tangentificio IRI.Prodi era stato il Presidente dell'IRI proprio negli anni della valanga di tangenti, Di Pietro iniziò ad indagarlo, poi l'indagine svanì letteralmente nel nulla, Prodi divenne Presidente del Consiglio e il PM che lo indagava, Di Pietro, un suo Ministro.Poco notata, probabilmente perché coinvolge un "nome" nei poteri forti di questo Paese, qualche strano suicidio, ma nondimeno vistosa ed anomala situazione. |
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28/12/2008, ore 22:08
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