Perché Moratti Condividi su facebook Scritto da Marco Cavallotti mercoledì 25 maggio 2011Più leggo gli inviti a votare per Letizia Moratti, e più scopro che le ragioni per cui si votano i candidati sono varie e spesso bislacche. La Moratti deve essere votata, malgrado il grigiore complessivo e la litigiosità del Pdl milanese, per una serie di buone ragioni: ha portato il bilancio comunale in pareggio, non ha addebitato addizionali irpef, ha praticato una politica positiva – anche se ancora insufficiente, ma i fondi mancano – per gli asili nido, per la refezione scolastica – quest'ultima soprattutto sul piano qualitativo –, sull'aiuto alle madri che restano a casa per assistere il figlio neonato; ha contenuto i costi per la rimozione delle immondizie, ha distribuito denari per i libri di testo sempre più cari… e ha portato a casa l'Expo, aiutata da una parte dei Milanesi e da una parte dei Romani. Non deciderei certo di votarla perché dopo aver creato quel popò di struttura di controllo ora sembra intenzionata a smantellare, o a ridurre l'ecopass per paura di qualche centinaio di negozianti, invece di estenderlo rigorosamente a una zona più ampia del centro, per il bene di chi respira l'aria di Milano, o perché ha creduto di imbonirsi i Milanesi con altre improbabili promesse e blandizie dell'ultima ora. Non voterei mai per il pessimo Pisapia, che comunque nasce e vive in ambienti ovattati e ben forniti, non perché intenda acconsentire alla realizzazione di una moschea – io sono e rimango per la libertà di religione, che non è ovviamente da confondere con la libertà di terrorismo o con il diritto a non rispettare le nostre leggi –; o perché egli ritenga che due omossessuali possano convivere ottenendo alcuni dei benefici riservati alle famiglie, o perché sostenga il testamento biologico. Ma perché è fautore di ipotesi demenziali per Milano, come il "pronto soccorso" per gli animali attivo 24 ore su 24; o perché pensa a scuole "aperte tutto il giorno", non si sa per imparare che cosa e con chi; o perché quello che ha sempre fatto – difendere ogni leoncavallino qualunque sia la sua responsabilità civile e penale – continuerà a farlo. Anzi, si appoggerà ai Leoncavallini per "animare" le piazze e per garantire la propria base di manovra. E soprattutto perché è un fossile del '68, che unisce i peggiori e più untuosi caratteri del cattolicesimo di sinistra con quello che resta del vecchio marxismo. Un vero intollerabile pasticcio che farebbe felici solo quelli che si ritengono al sicuro dallo sfracello dell'amministrazione civica: perché comunque loro vivono nelle proprie torri d'avorio, o a Lugano.