Buongiorno,
vorrei condividere quanto mi è capitato con un primario istituto di credito (UNICREDIT).
Nel settembre 2012 il predetto istituto di credito mi invia un'intimazione di pagamento per € 30.000,00 circa che a seguito di indagini presso la Banca d'Italia scopro derivanti da un pregresso debito saldato in una procedura escutiva con il Credito Italiano con mandato di pagamento emesso dal Tribunale nel 2005 ammontante ad € 17.000,00 circa.
L'istituto di credito avrebbe dovuto cancellarmi dalla centrale rischi dal 2005, una volta ricevuto il pagamento, ed invece ho scoperto di esservi rimasta iscritta indebitamente per ben 8 anni fino al 2013.
Nel 2012, appena scopro tale circostanza, chiamo immediatamente la responsabile della pratica la quale mi ha assicurato che avrebbe preso provvedimenti che di fatto non sono stati attuati per cui ho scritto tramite legale alla UNICREDIT per ricevere chiarimenti ma nessuna risposta mi viene fornita
Successivamente ho formulato, sempre tramite legale, nuova richiesta di cancellazione dal CRIF e risarcimento danni che ho subito, in quanto mi sono stati revocati medio tempore degli affidamenti bancari.
Il mio nominativo è stato cancellato dopo molta insistenza ma nessun risarcimento mi è stato riconosciuto per il danno subito.
Sono sconcertata in quanto la mancata tempestiva cancellazione dalla Centrale rischi costituisce un fatto illecito ai sensi degli artt. 2043 e 2050 c.c..
Vero è che la Unicredit Banca ha continuato a considerare non sanata la predetta posizione di sofferenza che per l’effetto ha continuato ad incrementarsi fino ad € 30.000,00.
Tale credito, seppure inesistente è stato successivamente oggetto di cessione pro soluto nel 2008 da parte della Unicredit S.p.a. alla Aspra Finance S.p.a. con contestuale passaggio a perdita di € 25.945,00 dell’asserita sofferenza realizzando ben € 4.911,00 (!!), come può essere documentato, ciò costituendo un illecito rilevante sia sotto il profilo penale che della responsabilità civile aquiliana che obbliga ad un legittimo risarcimento nei confronti del danneggiato.
Vero è che sia la Vostra società che la Unicredit Banca S.p.a. hanno continuato a considerare non sanata la predetta posizione di sofferenza che per l’effetto ha continuato ad incrementarsi fino ad € 30.856,00. Tale credito, seppure inesistente è stato successivamente oggetto di cessione pro soluto da parte della Unicredit S.p.a. alla Aspra Finance S.p.a. con contestuale passaggio a perdita di € 25.945,00 dell’asserita sofferenza realizzando ben € 4.911,00 (!!), come è stato documentato, ciò costituendo un illecito rilevante sia sotto il profilo penale che della responsabilità civile aquiliana che obbliga ad un legittimo risarcimento nei confronti dei danneggiati.
Mi aspetto Vostri commenti sulla vicenda spiacevole che mi è capitata.
Cordiali saluti
Sempronia