Si ammorbidisce il rigore con chi guadagna 90 mila euro all’anno, così che bastonato rimane chi incassa 1.400 euro al mese. Contromanovra finanziaria dei consumatori: tassare i capitali scudati, le banche e le assicurazioniULTIMORA: Se la manovra viene criticata da un ministro come Sandro Bondi, fino ad ora sempre perfettamente allineato, vuol dire che qualcosa nella manovra non va. Questo è il pensiero manifestato oggi da Italo Bocchino, autorevole esponente finiano. Bondi ha espresso perplessità sui tagli furibondi agli enti culturali, alcuni anche molto prestigiosi. "Condivido la necessità di risanare i conti pubblici" ha dichiarato il ministro della cultura, "ma almeno avrei voluto essere consultato". Il caos nella maggioranza sembra crescere piuttosto che scemare. Anche Calderoli ha dichiarato che, forse, sono necessari alcuni ridimensionamenti nei tagli operati alle Regioni. Un difficile rebus da risolvere per il superministro Giulio Tremonti. L'iniquità delle decisioni prese a Via XX Settembre sembra mettere d'accordo maggioranza e opposizione, a dimostrazione dell'inettitudine di questo Governo.*** *** ***ROMA – Il decreto-legge contenente la manovra economica più iniqua della storia repubblicana è in queste ore allo studio del Quirinale. L’ha firmata il premier Berlusconi e contiene qualche modifica che l’ha resa ancora più iniqua, come quella riguardante l’attenuazione del meccanismo di blocco degli scatti stipendiali per i magistrati – costretti ad una veemente protesta nei giorni scorsi – e l’esclusione delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco dal provvedimento. A reggere l’intero impatto dei “ necessari sacrifici” per salvare la patria e la sua moneta saranno dunque soltanto impiegati, dirigenti, insegnanti, tecnici, operai dell’amministrazione pubblica.L’iniquità delle iniquitàUna scelta precisa, quella del duo Berlusconi & Tremonti, che si inserisce perfettamente nel quadro già delineato fin dal suo insediamento dal ministrino Brunetta, impegnato con furore a divellere le “rendite” dei fannulloni di Stato, con una ridicola riforma che, fra le altre cose, ora appare del tutto svuotata dell’unico elemento che avrebbe potuto fornire un avanzamento reddituale al proletariato pubblico, gli incentivi per premiare i “migliori”. Ma d’altronde, la filosofia di lorsignori è da sempre chiara come la luce del sole: c’è un pezzo di questo Paese che ha vissuto splendidamente bene in tutti questi decenni, incassando cifre rilevanti, vale a dire ben 1.400 euro al mese, con i quali ha “vissuto al di sopra delle possibilità reali”, come ha suggerito l’arcigna Emma Marcegaglia e dunque va ricondotta alla morigeratezza, tagliando le sue aspettative di vita, mentre il figlio del premier, il capo di Mediaset Piersilvio Berlusconi, inaugura il suo nuovo yatch da 18 milioni di euro, giusta ricompensa per una mezza vita (il giovanotto ha infatti soltanto 41 anni) trascorsa a buttare sangue nell’azienda paterna.La decapitazione dei redditiMa il tributarista di Sondrio deve essersi accorto che la sua manovra rischiava di mostrarsi troppo cattiva con i ricchi e così ha pensato bene di ammorbidirla. Il taglio del 5% sugli stipendi sarà applicato soltanto a coloro che guadagnano più di 90 mila euro annui e soltanto chi ne guadagna più di 150 mila si vedrà decurtate le proprie ricchezze da lavoro del 10%. Coloro che sopporteranno l’onere più gravoso è la grande platea dei lavoratori pubblici, per i quali sono previste le strette più sostanziose: mancati rinnovi contrattuali fino al 2013 e blocco totale degli scatti automatici di stipendio. I sindacati prospettano una perdita di potere di acquisto di salari e stipendi pari a circa 1800 euro all’anno, in media, taglio che avrà ripercussioni ovviamente anche sulle future pensioni e sulle liquidazioni, già ampiamente decurtate dalla riforma Dini del 1995. Nessun onere è previsto per imprenditori, professionisti, percettori di rendite da patrimonio, per chi ha “scudato” centinaia di milioni di euro. Nonostante il fastidio di Emma Marcegaglia per la manovra economica, la presidentessa di Confindustria (una delle donne più ricche in Italia, insieme a Marina Berlusconi) non verserà un euro in più per contribuire al risanamento dei conti pubblici.La contromanovra di “Federconsumatori”L’ipocrisia e l’inettitudine dell’attuale Governo si sono viepiù accresciute mano a mano che, da numerose parti, si offrivano all’attenzione dell’opinione pubblica proposte alternative a quella indecente dell’attuale superministro plenipotenziario. Prima quella formulata da Peter Gomez e Marco Travaglio su “Il Fatto”, centrata sulla tassazione supplementare dei capitali recentemente scudati. Il ragionamento è apparso talmente semplice da apparire persino banale: se i capitali individuati dal maxi-condono sono stati pari a 100 miliardi, una volta tassati come gli altri, con un’aliquota marginale del 43%, l’incasso (mancato) da parte dello Stato sarebbe ammontato a 43 miliardi. Lo scudo ha consentito ai loro possessori di versare soltanto il 5% a titolo di sanzione, quindi almeno un altro 5% non sarebbe apparso troppo oneroso. A prescindere da qualche pecca contabile (il 43% dell’aliquota Irpef di applica soltanto alla quota di reddito superiore ai 75 mila euro annui e bisogna dunque vedere come si frazionavano in reddito questi enormi capitali scudati), la proposta sarebbe stata presa in considerazione da qualsiasi Governo più decente di quello italiano, impegnato fin dalla sua formazione a difendere i diritti dei poveri miliardari vessati dall’Agenzia delle entrate e a bastonare in modo sacrosanto i proletari fannulloni e malvestiti.Ma ora sono anche due fra le associazioni di tutela dei consumatori più rappresentative a presentare una “contromanovra” molto più equa di quella tremontiana. Federconsumatori e Adusbef, infatti, hanno ipotizzato una serie di interventi del valore di 52,7 miliardi, così redistribuita: cedolare secca sui capitali scudati, pari al 16,7% (gettito: 16,7 miliardi), patrimoniale su impieghi bancari (6,8 miliardi), aliquota del 3% sulle riserve tecniche delle compagnie di assicurazione (2,4 miliardi), dismissione delle riserve auree di Bankitalia (6,7 miliardi), tassa sull’indebito lucro bancario (5,4 miliardi), tassa sulla speculazione in Borsa (12,1 miliardi), contenimento del 10% dei costi delle auto di Stato (2,1 miliardi). Questi interventi, sostengono Rosario Trifiletti e Elio Lannutti, «oltre a favorire sani meccanismi di concorrenza, potrebbero dare una buona scossa all'economia, andando a reperire risorse in quei settori protetti che hanno avuto una sorta di franchigia e non hanno mai pagato il conto, invece di andare a colpire i soliti lavoratori, pensionati, artigiani e piccole e medie imprese ossatura della produzione,che hanno, al contrario, sofferto un gravissimo pregiudizio ed una forte decurtazione del loro potere di acquisto».il solito copia incolla è solo per tutti quelli che credono a PINOCCHIO