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Salve, ho una piccola impresa a conduzione familiare nel settore turismo, agenzia di viaggio, vi lavoriamo a tempo pieno (media 12 ore al giorno) io, mia figlia ed il mio compagno ed una dipendente part time. La situazione economica ci rimanda quotidianamente un futuro incerto che continua a raffreddare la propensione per le vacanze all’estero degli italiani. Le partenze fanno registrare non una crescita zero - che equivarrebbe ad una stabilità di movimenti in uscita - ma una vera e propria contrazione che rende difficile la sopravvivenza ma,abbiamo stretto i denti e cercato ogni soluzione possibile per poter superare questa congiuntura negativa, anche perchè non abbiamo altre prospettive o vie d'uscita. Abbiamo cercato di mantenere la buona reputazione con i fornitori e le banche e dove ci siamo resi conto che non avremmo potuto onorare i nostri impegni alle scadenze previste, abbiamo chiesto preventivamente " un piano di rientro per poter frammentare la quota dovuta in 2/3 rate che ci avrebbero consentito di continuare a lavorare in tranquillità".Avendo attivato il servizio di Travel factoring ci siamo rivolti alla società Mediofactoring, la quale ha accettato il piano che noi abbiamo onorato regolarmente riuscendo a pagare contemporaneamente oltre alle rate del piano di rientro anche le scadenze in corso. Ad oggi, quando manca una sola rata alla fine del piano di rientro, ricevo una telefonata con la quale una segretaria mi comunica che, non essendo stati puntuali nei pagamenti ( riferendosi alle scadenze naturali per le quali avevamo richiesto una rateizzazione ulteriore che loro ci avevano accordato e non alle rate del rientro che abbiamo pagato regolarmente) ci chiudevano il codice .Quasi contemporaneamente sono iniziate ad arrivare delle comunicazioni da parte dei Fornitori , i cui pagamenti in scadenza erano stati ceduti a Mediofactoring che ci richiedono il pagamento delle somme dovute, avendo ricevuto comunicazione di revoca del nostro nominativo da parte della Mediofactoring . Questa imprevista ed improvvisa situazione ci sta causato un danno enorme, sia a livello economico, in quanto all'improvviso siamo costretti a rivedere tutte le scadenze di pagamento e rischiamo di essere insolventi in quanto saltano tutti i piani ; ma molto più grave , è stata minata seriamente la nostra credibilità nei confronti dei nostri fornitori , senza parlare della nostra immagine che ne esce alquanto malconcia. Personalmente questa storia mi ha prostrato psicologicamente e sono terrorizzata dalla prospettiva di non riuscire a far fronte alla nuova situazione che si è venuta a creare e di non riuscire a proseguire nella attività, con tutte le conseguenze che ciò provocherebbe alla mia famiglia. Dopo tanto parlare da parte dei politici di sostegno alle piccole imprese, di monito alle banche affinchè non lascino sole le piccole imprese, una situazione del genere mi fa indignare :La mie domande all’ADUSBEF sono le seguenti: Il comportamento della Mediofactoring è corretto ? Avrei avuto il diritto di essere avvisata con congruo anticipo della revoca del codice? Avrei avuto il diritto di non essere esposta al giudizio negativo nei confronti dei Fornitori visto che ho sempre pagato tutte le rate? Se la prospettiva era quella di revocare il codice, perché non comunicarlo nella lettera di accettazione del piano di rientro del 27/03/09 ? Non sarebbe stato più giusto dire: accettiamo il piano di rientro ( ultima rata 12/05/09 ) ma vi avvisiamo che da questo momento in poi il vostro codice sarà revocato. Io avrei potuto comunicare ai fornitori che il codice era chiuso e che avrei pagato con altre modalità, senza passare per un cattivo pagatore al quale viene revocato il codice all’improvviso.C’è qualcosa che io possa fare nei confronti della Mediofactoring oppure, come sempre quando si tratta di Banche, Stato …bisogna ingoiare il rospo?

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Cara amica,non so se qualcuno di adusbef le rispondera',ma di solito qui ci aiutiamo tra forumisti.La sua posizione e' tecnicamente complessa poiche ' non conosco il mondo dei viaggi.Sicuramente se vedono che lei paga, non le verranno mai a dire prima del rientro totale, che le revocano il codice ...e credo che fino a qui non ci voglia un avvocato per capirlo.Invece l'avvocato le servira' nella lettura attenta del suo contratto, dove evidentemente saranno scritte le conseguenze di ritardi di pagamento e/o variazioni ai piani di ammortamento.Credo che funzioni come con il credito normale...la banca accetta delle ulteriori deroghe al contratto,ma una volta rientrata le spospende il servizio senza darle alcuna spiegazione se non quella che non rientra piu' nei loro canoni di affidabilita'...e lei purtroppo non puo' fare nulla.

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grazie per la risposta , per logica ero arrivata a capire quello che era palese, un atteggiamento conciliante per recuperare i soldi e poi l'interruzione di ogni rapporto ...mi sono illusa che andasse diversamente...Ci sono rimasta male perchè ho creduto che la situazione economica "globale" e gli innumerevoli proclami dei nostri cari politici......diamo sostegno alle piccole imprese "meritevoli"...potessero indurre le banche ad essere un pochino più flessibili rispetto alla rigidità delle loro procedure... Potevo benissimo fare "la furba"...chiudere la società, non pagare e formare un'altra società, ma ho voluto essere onesta e sono stata premiata per questo .....Che dire...Io speriamo che me la cavo....

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Puo' fare ora ...quello che poteva fare da insolvente.....Chiuda la societa' e ne apra una nuova.....alle volte si possono usare le furbizie dei potenti per "fotterli"Se fossi in lei, mi rivolgerei presso altre banche.....chiedendo una linea di credito normale......e solo in un secondo momento,in caso di rifiuto, farei un cambio societario.

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