sarebbe tanto difficile chiedere come associazione una norma che obblighi le banche a comunicare, con mezzi certi di avvenuta riscossione ( raccomandata RR) dell'esistenza in essere di un conto corrente inutilizzato da un tot di tempo per evitare la richiesta di interessi passivi autogenerati?e' corretto che lasciando un conto a zero dopo un tot di anni di inattivita' si generino esponenzialmente interesi passivi senza l'esborso della banca di nessun prestito e senza che la banca abbia mai sostenuto alcun costo di gestione di quel conto (nessuna oprezione=nessuna scrittura contabile)non sarebbe corretto chieder una norma che non permetta l'addebito di interessi su somme inesistenti che si creano magari ad insaputa o per incuria dell'intestatario sostituendolo al limite con un indennizzo forfetario e' chiedere troppo alle associazioni di consumatori?
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09/01/2008, ore 00:40
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09/01/2008, ore 12:49
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09/01/2008, ore 13:13
Salve,un avviso del genere sarebbe senza dubbio opportuno, ma temo proprio che non esistano obblighi in merito.E comunque i correntisti saranno pur consapevoli di aver aperto un c/c, no? |
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09/01/2008, ore 14:23
beh non e' detto che ne siano consapevoli, non sono rari i casi di gente convinta di aver chiuso il conto a parole oppure situazioni di conti in essere di aziende chiuse, persone morte o semplicemente gente che non sa quanto potraì costargli il consumatore e' ignorante per definizione, in quanto non si puo' chiedere al consumatore di divenire esperto in ogni settore d'acquisto e per il codice del buon padre di famiglia e' sempre l'operatore del settore che deve informare correttamenteNon si puo' continuare ad incolpare il consumatore di non sapere e non conoscere, quando il gerdo d'istruzione media nazionale continua ad essere talmente basso da non garantire, a tutti, gli strumenti per la comprensione dei meccanismi contrattuali e lo stato a questo dovrebbe servire appunto, a tutelare i soggetti deboli e regolare le norme in modo che il profitto sia realizzato con sistemi giusti ed equi per le parti |
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09/01/2008, ore 14:23
beh non e' detto che ne siano consapevoli, non sono rari i casi di gente convinta di aver chiuso il conto a parole oppure situazioni di conti in essere di aziende chiuse, persone morte o semplicemente gente che non sa quanto potraì costargli il consumatore e' ignorante per definizione, in quanto non si puo' chiedere al consumatore di divenire esperto in ogni settore d'acquisto e per il codice del buon padre di famiglia e' sempre l'operatore del settore che deve informare correttamenteNon si puo' continuare ad incolpare il consumatore di non sapere e non conoscere, quando il gerdo d'istruzione media nazionale continua ad essere talmente basso da non garantire, a tutti, gli strumenti per la comprensione dei meccanismi contrattuali e lo stato a questo dovrebbe servire appunto, a tutelare i soggetti deboli e regolare le norme in modo che il profitto sia realizzato con sistemi giusti ed equi per le parti |
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09/01/2008, ore 14:24
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