Sono un praticante e ho un problema da risolvere. Una cliente ha curato per anni una signora anziana malata. Andava ogni settimana a trovarla alla casa di cura, le puliva la casa ormai inabitata e le sbrigava eventuali commissioni. Pochi giorni prima di morire, la signora anziana firma due assegni: il primo di 50.000 euro lo devolve alla casa di cura, il secondo lo firma solamente e poi lo cede alla mia cliente dicendole di mettere la cifra che voleva. Messa la cifra, la mia cliente (che chiamerò sig.ra X) va in banca a riscuoterlo, ma, forse ingenuamente, essendo l'anziana nel frattempo morta, informa la banca del decesso. La banca a quel punto contesta l'assegno dicendo che la firma è falsa e si rifiuta così di pagare la cifra. Sono passati 6 anni e la sig.ra X solo ora s'è decisa a fare qualcosa. Volevo quindi sapere:che azione intentare?un decreto ingiuntivo, un atto di citazione o cos'altro?e poi, contro chi?contro la banca o contro lo Stato che s'incamererebbe i soldi in caso di mancata riscossione prolungata?e infine, è ancora in tempo la sig.ra X o è già pervenuta la prescrizione?Grazie mille
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13/07/2011, ore 17:48
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13/07/2011, ore 18:14
Scusi praticante..in che?Gli assegni non possono essere postdatati, quindi bisognerà vedere anche la data che è riportata..se coerente col giorno del decesso e delle condizioni di intendere e volere del traente..Detto questo..se presentato dopo il decesso, la banca ha fatto bene ha rifiutare il pagamento.(essendo venuta a conoscenza del decesso..non importa come)dato che avrebbe poi dovuto rispondere agli eredi.Perchè i diritti e doveri a quel punto passerebbero a questi...e quindi..se non ci sono stati, per discendenza e/o ascendenza...in ultimo allo stato.A questo punto, se è tutto regolare, con un avvocato, una richiesta di pagamento, e con..l'assegno , si avranno 10 anni, prima che i diritti al credito si esinguano, sull'erede...lo stato. |
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14/07/2011, ore 11:05
L'assegno in se non certifica l'esistenza di un credito, ha solo effetto liberatorio per la somma ivi indicata se regolarmente incassato.La richiesta dovrà giustificare l'emissione dell'assegno stesso. |
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14/07/2011, ore 13:37
Pirlasco!!!!!!!Una altra delle tue pirlate! Un assegno prescinde SEMPRE dal rapporto sottostante che lo ha generato, in sostanza nessuno deve giustificare il perchè è beneficiario di un assegno, non deve dimostrare un bel niente (a parte se trattasi di truffe e similari). Tornando alla questione principale, un assegno emesso senza dato è NULLO, cioè vuol dire che non ha mai prodotto gli effetti di un titolo di credito, inoltre anche se sistemato posteriermente alla sua emissione è SEMPRE NULLO, cioè non valr niente, per cui, papale papale non si può mettere dopo la data. Qualcuno, mo' dirà ma fanno tutti così, tutti rischiano di fasi rendere nullo l'atto e quando dico tutti è prorpio TUTTI. Chiaramente, come già detto, se porta una data posteriore alla morte, non ne parliamo prorpio di riscuoterlo ed un consiglio, manco andarlo a dire in giro |
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14/07/2011, ore 15:01
No, la data è anteriore alla morte e la banca inizialmente era propensa a dare i soldi. Poi la mia cliente, stupidamente, è andata a dirgli che l'anziana era morte e la banca ha bloccato tutto contestando la firma, solo la firma. Di eredi non ce ne sono, l'anziana era vedova senza figli nè parenti entro il sesto grado. Non ho capito più che altro quindi che fare. Faremo sicuramente una perizia calligrafica confrontando la firma dei due assegni (quella della mia cliente e quello della casa di cura) ma poi per agire contro chi?la banca?e con cosa? grazie mille comunque per le risposte.p.s:praticante avvocato |
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15/07/2011, ore 12:09
Nonno! in questo caso .assegno non viene pagato e basta, secondo la banca perchè la firma è falsa, e per avere la sommetta dagli eredi è necessario documentare il credito.Ci sarebbe poi da ridire sul fatto che la banca si limiti a non pagare e non faccia denuncia presso le autorità. |
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