BNL TRUFFA DERIVATI / ROMA - Una presunta truffa ai comuni di Messina e Taormina, messa in atto tramite la vendita di strumenti di finanza derivata dalla Banca Nazionale del Lavoro, ha comportato il sequestro di circa 17 milioni di euro, per finalità preventive da parte di GICO (Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata). Il provvedimento è stato emesso dal Gip Maria Vermiglio, dietro richiesta del procuratore Guido Lo Forte e del sostituto Vito Di Giorgio, nell’ambito di un’indagine iniziata nel 2009 dalla Procura di Messina e attraverso la quale è stata possibile l’azione legale nei confronti di otto funzionari dell’istituto finanziario.CLAUSOLE OCCULTE NEI CONTRATTI – Inoltre, hanno dichiarato i pubblici ministeri, all’interno dei contratti stipulati nell’arco di tempo tra il 2002 e il 2007, sono state rinvenute “clausole occulte che non erano state spiegate ai funzionari comunali”. Obiettivo della firma, da parte dei funzionari delle amministrazioni comunali, quello di ottenere un sostegno economico a carattere assicurativo, che permettesse la copertura dei rischi preesistenti e non futuri, come si potrebbe pensare considerando l’acquisto di prodotti della finanza derivata. In realtà l’azione ha comportato, solo per il Comune di Messina, un danno economico pari a 23 milioni di euro.Questa è la motivazione alla base delle accuse di truffa aggravata che i magistrati hanno rivolto all’istituto di credito e dei suoi funzionari. Nell’inchiesta chiamata “Over the counter” sono finiti nell’indagine la stessa BNL, in veste di soggetto giuridico, Giuseppe Pignataro, responsabile della Direzione generale di Roma settore Pubblica Amministrazione e Roberto Antolini, dirigente della Divisione Corporate. Oltre a questi, nel mirino dei pm, sono finite altre 6 persone, tutte funzionari di filiali locali e precisamente: Carmelo Spina, 61 anni, di Sant’Alfio, Angelo Squadrito, 53 anni, di Messina, Vincenzo Di Benedetto, 52 anni, di Malvagna (Messina), Edoardo Catalano, 51 anni, di Napoli, Fabio Gallo, 43 anni, di Pescara e Fabio Cacia, 41 anni, di Catania.A far partire l’inchiesta sarebbe stata la denuncia fatta dai Comuni di Messina e Taormina. Nel vortice dei derivati anche il Comune di Giardini Naxos che però ha risolto la situazione mediante il raggiungimento di una transazione con la banca stessa.Bnl tuttavia “nel confermare la correttezza dell’operato dei propri dipendenti” annuncia che ”impugnerà il provvedimento con richiesta di riesame al Tribunale di Messina”.Luca BagagliniE IO DOVREI ANCORA PAGARE IL MUTUO A QUESTA BANCA??? SCORDATEVELO IO CON L'AVVOCATO DI ADUSBEF ORMAI ABBIAMO INTRAPRESO UNA LOTTA CON QUESTA BANCA...NE VEDRETE DELLE BELLE...RIDE BENE CHI RIDE ULTIMO...CITO LA FONTE NN SI SA' MAI MA NE HANNO PARLATO ANCHE AI TG DI OGGIhttp://notiziario.calciomercato.it/2011/05/12/derivati-bnl-accusata-di-maxi-truffa-ai-comuni/
Indro Montanelli usava dire che in Italia non è sufficiente aver ragione: occorre trovare un giudice che lo riconosca!
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12/05/2011, ore 23:34
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12/05/2011, ore 23:48
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13/05/2011, ore 06:37
Sottoscrivo in pieno quello che dice risparmio, il fatto che le banche subiscano indagini perchè hanno piazzato schifezze finanziarie alle pubbliche amministrazioni italiane, non c'entra proprio nulla con i contratti di mutuo,sottoscritti da privati, che ove la banca rispetti quanto contrattualmente previsto, andrebbero onorati, come ogni altro debito liberamente contratto.Quanto poi al fatto specifico relativo ai derivati piazzati ai comuni, penso che oltre alla responsabilità delle banche che evidentmente sapevano che stavano rifilando prodotti rischiosi, c'è sicuramente anche quella dei pubblici amministratori, che abboccavano all'amo dell'up-front pensando come pinocchio che potesse esistere il paese di bengodi, dove le banche vengono in comune a regalare soldi.Sono stato anche io pubblico amministratore per qualche tempo e proposte del genere arrivavano, ma prendevano subito la via del cestino.Quando si amministra soldi pubblici bisogna essere molto molto cauti fin da subito, prendere prima i soldi e poi piangere sulle banche brutte e cattive quando il derivato acquistato da dei risultati tali da mettere il comune in dissesto, non è certo un atteggiamento da buon aministratore.Prevenire e meglio che curare (sempre che poi si possa curare). |
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13/05/2011, ore 08:31
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13/05/2011, ore 11:35
penso che sia uno dei tanti motivi per cui a gestire enti ci dovrebbe essere gente preparata che si ponga almeno il dubbio di fronte alla proposta di certi prodotti assicurativi/bancari.Ci sono consiglieri e assessori che non hanno ne arte di parte e firmano per conto del comune senza avere cognizione di causa. |
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13/05/2011, ore 11:39
non solo.. aggiungo che potrebbero averlo fatto per tornaconto o comunque per "rapporti di buon vicinato", altrimenti non si spiegherebbe come mai in alcuni casi il Comune non si è costituito parte civile... dovrebbe essere il primo a pretendere il rimborso dei danni visto che dovrebbe ritenere di essere stato ingannato. |
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