Come ho cercato di spiegare milioni di volte su questo forum, in mancanza di un obbligo di legge, i motivi per non cambiare un assegno non sono mai motivi, ma solo scuse o pretesti (mancanza di fondi - assenza del responsabile di filiale - "antipatia" epidermica del cliente, ecc.).
Nel caso specifico, in attesa di provvedere al trasferimento del conto, cosa che ovviamente dovrai pianificare e non solo per cambiare assegni, cosa che capita relativamente di rado... puoi veramente, come diceva anche Panama, far dare un colpo di telefono al tuo datore di lavoro. O farti fare un bonifico (disponibile sul tuo conto il giorno dopo) e prelevare col bancomat...
In tutti i casi, occorre che il cliente (parlo in generale) si ricordi che ha di fronte gente che lavora e che maneggia denaro, che se sbaglia ci rimette di tasca propria (peralto come l'artigiano, nella migliore delle ipotesi costretto a rifare il lavoro mal fatto) e che con un po' di educazione, disponibile immediatamente e un po' di confidenza (acquisibile in breve tempo) si crea un rapporto di fiducia che permette di aggirare questi problemi spiccioli, peraltro come con l'artigiano che ti ripara l'elettrodomestico o l'automobile che ad altri consiglierebbero di buttar via...
Nello specifico, probabilmente, quel cassiere aveva FORSE istruzioni di non cambiare assegni oltre 500 euro.... e sul posto di lavoro, ciascuno di noi segue le istruzioni che gli sono state impartite.
Ma, io aggiungo, a prescindere dal fatto che una telefonata del tuo datore di lavoro avrebbe risolto il problema, visto l'importo ancora ridotto, è cosi difficile chiedere "perchè l'altra volta si e ora no"?
Ho imparato che l'improbabile se fa guadagnare i commercianti, gli artigiani, i politici diventa più certo del probabile...