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Stampa | Segnala | Condividi A seguito delle sentenze emesse dalla S.C. nella primavera del 1999, e non solo (le sentenze sulla nullità degli usi di piazza, sono anche più datate), sono in corso in tutti i Tribunali e Corti d’Appello d’Italia CTU tecnico – contabili dirette a riclassificare e computare l’esatto dare – avere tra istituti di credito e clienti.Per effetto delle nullità contrattuali derivanti dall’illiceità dell’anatocismo e dalla illegittimità degli usi piazza (indeterminatezza degli interessi ultralegali, delle CMS, delle valute e spese forfetarie) nasce in capo ai clienti il diritto alla restituzione di quanto addebitato dalla banca a titolo di interessi (anatocismo, interessi ultralegali, valute, cms, ecc..) sulle somme capitali risultati a loro debito sul conto corrente. Vale a dire che il cliente ha diritto a riavere dalla banca il totale degli interessi ultralegali e competenze varie che lo stesso istituto di credito ha addebitato sul suo conto corrente, detratto quanto essa aveva realmente il diritto di addebitare.continua

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ANATOCISMO: TRIBUNALE CONDANNA BANCA A RISARCIRE 1.339.310 EURO IMPRENDITORE CHE AVEVA SUBITO CALCOLO INDEBITO INTERESSI TRIMESTRALI SU AFFIDAMENTI. CON CLASS ACTION,BANCHE MENO PROTERVE Le sentenze sull'anatocismo a difesa dei vessati e tartassati utenti puniscono l'"arroganza" delle banche: l’ultima del Tribunale di Lanciano,pubblicata l’11 settembre u.s. ha condannato una banca a rimborsare 1.339.000 di euro a favore di un imprenditore abruzzese. Per arginare il fiume in piena di sentenze, le banche – che fanno finta oggi con il presidente dell’Abi Faissola di non aver avuto aiuti- hanno chiesto ed ottenuto dal Governo, il rinvio della class action,che avrebbe offerto la possibilità collettiva di agire a milioni di imprenditori taglieggiati,per il recupero dell’illecita prassi bancaria, sanzionata da Cassazione e Corte Costituzionale. Dopo le sentenze a sezioni Unite di Cassazione che hanno cassato definitivamente la pratica illecita dell'anatocismo, ovverosia la ricapitalizzazione trimestrale degli interessi, praticata in passato dagli istituti di credito, nonostante fosse vietata dall’art.1283, norma imperativa del codice civile,le banche che avevano una probabilità su cento di vincere in Tribunale, oggi non hanno più alcuna speranza di vincere,per questo continuano a soccombere. L’ultima sentenza fa recuperare ad un associato ADUSBEF, con il patrocinio dell’Avv. Antonio Tanza, euro 1.339.310,00,dopo l’impugnativa di un conto corrente in rosso. Il giudice monocratico del Tribunale di Lanciano (CH) dott.ssa Francesca DEL VILLANO ACETO, (Sentenza n. 296/09) ha condannato la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona (Gruppo BPER) al pagamento della somma di euro 1.339.310,00 per indebite competenze (interessi ultralegali indeterminati, commissioni di massimo scoperto trimestrali, valute fittizie, spese forfettarie e capitalizzazione composta). Molte aziende hanno nei propri archivi vere e proprie fortune e non lo sanno: l’invito di ADUSBEF è quello di rispolverare i vecchi rapporti, chiusi da meno di 10 anni od in corso, chiedendo alla propria “cara” banca la restituzione del maltolto. La sentenza riguarda tutti i correntisti “in rosso” che hanno pagato interessi alla banca dall’entrata in vigore dell’art. 1283 c.c. (21 aprile 1942) sino ad oggi. Per i soli contratti di conto corrente aperti, per la prima volta, dopo il 22 aprile 2000 (data dell’entrata in vigore della delibera CICR, del 9 febbraio 2000, prevista dall’art. 252 del D. Lgs. n. 342 del 1999) non è possibile recuperare l'anatocismo (legittimato da quest'ultimo provvedimento legislativo). Hanno il diritto di esercitare il rimborso sia gli utenti che hanno il conto corrente aperto, sia quelli che lo hanno chiuso negli ultimi dieci anni: chi esercita il diritto nei termini può chiedere il rimborso dall’apertura del conto corrente sino al rimborso alla chiusura o sino ad oggi. Oltre alla restituzione del maltolto, molti Tribunali, condannano le banche al risarcimento dei danni derivanti dall’errata segnalazione alla centrale dei rischi: il Tribunale di Venezia - Giudice Dott. Maria Antonia Maiolino, con la Sentenza n. 1701/09 ha condannato Banca Antoniana Popolare Veneta Spa al pagamento, in favore di un associato Adusbef (sempre difeso dal vicepresidente Antonio Tanza) del danno non patrimoniale liquidandolo in via equitativa in misura pari ad 1/3 della falsa esposizione alla centrale dei rischi. Su questo stesso campo numerosissimi sono i procedimenti iniziati da associati ADUSBEF al Garante della Privacy: basta con il terrorismo dettato dal ceto bancario con le segnalazioni alla Centrale dei rischi, i cui effetti sono ampliati dalle note procedure “Basilea 1 e 2”. Per la restituzione del maltolto, linfa vitale per molti imprenditori in una fase di gravissima crisi economica e di liquidità occorre: 1) copia del contratto di conto corrente o, in mancanza, copia del più antico estratto conto posseduto; 2) copia dell’ultimo estratto conto pervenuto; 3) copia della carta d’identità per le persone fisiche e del certificato di iscrizione presso la CCIA per le persone giuridiche. Quanto costa? I legali che collaborano con Adusbef sono professionisti che concordano con lo spirito dell’associazione, consci degli aspetti sociali della loro professione, e quindi si impegnano nel mantenere le proprie tariffe al minimo. Inoltre, le spese processuali sono a carico della parte soccombente: cioè la Banca e vengono liquidate con sentenza. Al fine di quantificare l’entità dell’indebito percepito dalla banca, sarebbe opportuno effettuare una consulenza tecnico-contabile, realizzata da un esperto di fiducia sulla base di tutti gli estratti conto bancari posseduti. Sul sito www.adusbef.it,alla voce “Coordinamento Nazionale Campagna Rimborso Anatocismo” tutte le informazioni e l’assistenza necessaria per avviare azioni di rivalsa. Elio Lannutti (Adusbef) Roma,14.9.2009

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