La Banca viene informata del decesso di un correntista fornisce il saldo del patrimonio del defunto omettendo la presenza di un conto corrente,fornendo in tal modo una dichiarazione mendace.L'avente diritto in qualità di unico erede non entra in possesso dei beni sul suddetto conto corrente poiché essendo conto corrente a firme disgiunte è già stato oramai chiuso dall'altro correntista.La Banca può essere considerata responsabile per il danno subito dall'erede per la dichiarazione non corrispondente al vero rilasciata?
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10/10/2007, ore 10:22
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10/10/2007, ore 11:02
la banca, resasi responsabile di una dichiarazione mendace, ha arbitrariamente destinato la parte dei soldi tua in eredità ad un altro soggetto. Pertanto è responsabile delle priprie azioni. SENZA perdere tempo, tramite un avvocato, fai richiesta della tua parte non ricevuta infischiandotene a chi è stata data! NON perdere altro tempo. |
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10/10/2007, ore 11:21
Ho gia provveduto a citare la Banca, che comunque al momento ha fornito la seguente versione:I correntisti pattuendone contrattualmente la facoltà di utilizzo con firma separata, costituendosi in tal modo creditori (o debitori) solidali del saldo del conto nei confronti dell'Azienda di Credito. con la conseguenza che nel caso di decesso di un cointestatario, il cointestatario rimasto in vita avrebbe potuto disporre legittimamente jure proprio (e non già jure successionis) dell'intero saldo del conto corrente, salvo fosse stata notificata alla banca opposizione da parte di un erede del cointestatario deceduto (vedi artt. 13 e 14 contratto di conto corrente). Pertanto il contestatario poté continuare ad utilizzare liberamente e legittimamente il conto corrente, non essendo stata notificata alla banca alcuna opposizione da parte degli eredi del cointestatario deceduto.Mi domando come facevo a "oppormi" se non ero stato messo a conoscenza del conto corrente da parte della Banca? |
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10/10/2007, ore 12:04
minchiate da parte del servizio legale della banca! Stanno cercando di salvare il salvabile! Comunque gli eredi avrebbero dovuto sapere della quota in eredità! La banca si vuole sostituire alla legge decidendo chi doveva disporre del conto. Continua senza fermarti. Comunque...non è la prima volta che sento di storie del genere. Suppongo che la banca "agevoli" il coniuge in vita!La banca ti ha scritto con riferimenti a leggi..rifletti...e fallo decidere ad un giudice... |
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10/10/2007, ore 12:29
Il loro servizio legale va affermando che:il saldo attivo esistente sul conto corrente al momento della morte del contestatario, non poteva computarsi nell'asse ereditario del de cuius perchè, a norma dell'art. 14 del contratto di conto corrente (vedi quanto esposto sub. 1.1 e sub.1.2. delle premesse in fatto), la relativa consistenza fu integralmente acquisita jure proprio dall'altra cointestataria, per effetto della solidarietà attiva contrattualmente pattuita dai correntisti con la banca all'atto dell'apertura del rapporto.Sottolineo che all'epoca dei fatti la legge prevedeva (art.10 D.Lgs. 31 ottobre 1990, n. 34 ) che per i beni contestati si applicava la presunzione di intera appartenenza al defunto, salvo prova contraria.Pertanto ribadisco se io ho informato la Banca del decesso, e la Banca nel saldo in die mortis ha fornito un elenco parziale dei beni patrimoniali del defunto, (causando un danno all'erede) questa deve risarcire l'erede del danno subito?Eventualmente a norma di quale legge |
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10/10/2007, ore 12:46
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