Quello che voglio dire in sostanza, come è stato trascritto nell'atto dei 18 mesi della residenza, doveva essere citato che comunque entro i tre anni dovevo terminare i lavori, ho quntomeno prima di vendere mi doveva mettere avanti anche questa questione.
Grieco, è difficile rispondere in dettaglio senza avere dinnanzi sia il rogito sia l'accertamento dell'AdE. Qui si può dare un quadro generale della situazione, ma nello specifico può entrare solo chi ha in mano le carte. Comunque, stando a quel che dici, ovvero:
Il 12 febbraio 2013 mi arriva accertamento dell’ufficio delle entrate che mi chiede 24.000 Euro perchè, essendo unità collabende dovevo comunque finire la struttura entro i tre anni.
Dunque sembra di capire che nel tuo caso non sia la residenza il problema contestato (magari sei residente non nella casa ma nello stesso Comune) ma il mancato assolvimento dell'obbligo assunto rispetto alla ristrutturazione. In questa situazione, è evidente che si possono richiamare fattispecie tecniche di speciale difficoltà evocate dall'art. 2236 cc.. Dunque il notaio, omettendo una tanto corretta quanto esaustiva informazione, è venuto meno al suo compito professionale e deontologico, creando le condizioni di un danno potenziale (se anche l'AdE non avesse rilevato l'anomalia e non avesse accertato, l'agire del notaio resterebbe censurabile).
E, nota bene, l'omissione non è solo verso di te, venditore, ma anche e soprattutto verso tuo cugino, l'acquirente. Infatti se tu risultassi insolvibile rispetto alla procedura attivata, l'erario passerebbe a pignorare l'immobile acquistato dal tuo parente. In casi simili, il notaio non solo ha l'obbligo di informare correttamente le parti (specie l'acquirente), non solo deve specificare gli estremi della situazione nel rogito, ma, per prassi ormai consolidata, almeno qui da noi a Bologna i notai fanno rilasciare al venditore una fideiussione di garanzia pari all'importo della potenziale sanzione che scatterebbe nel caso il venditore non riacquistasse nei 12 mesi successivi. Per interci meglio. Se anche a te non fosse stato contestato quanto in oggetto, ovvero se tu avessi correttamente stabilito residenza entro i 18 mesi e finiti i lavori nei 3 anni canonici, rivendendo prima dei 5 anni metteresti comunque a rischio l'acquirente. Perché, se una volta venduto intaschi i soldi e non riacquisti, il tuo acquirente risponde in solido, mediante appunto l'immobile acquistato, nei confronti di un eventuale accertamento.
Dunque, se davvero il notaio non ha fornito queste informazioni, a fortiori se come dici sei in possesso di una sua email atta a confermarlo, secondo me hai tutti i diritti di chiamarlo a risponderne. A tal fine, puoi leggerti la sentenza - Cassazione civile, sezione terza - 21 Giugno 2012 - n° 10296.
E non è detto neanche che tu debba arrivare a instaurare un defatigante processo civile: se ha una polizza assicurativa, basterà obbligarlo a fornire gli estremi e poi trattare con la compagnia assicurativa. In genere si arriva a soluzione senza bisogno di far causa. Dunque, non ti resta che passare la pratica a un legale, possibilmente esperto in materia.
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X Pimander:
in tutta questa situazione, non c'è un solo passaggio, una sola norma o un singolo provvedimento derivante dall'azione governativa di Monti. Dunque il volerlo tirare a tutti i costi in ballo è una evidente forzatura. Un buttarla in politica che, oltre a non essere pertinente alla fattispecie trattata, è anche fuori dal suo ambito naturale, giacché per questi temi vi è l'apposita sezione dedicata alla politica (dove peraltro questi discorsi li abbiamo trattati già centinaia di volte)