Buongiorno a tutti,a fine novembre 2007 ricevevo da Equitalia uan cartella di pagamento per debiti Inps realtivi al 2006 effettivamente esistenti.Non sapendo di fare cosa scorretta io ho pagato direttamente a Inps in Marzo 2008 tali debiti attraverso compensazione di credito Iva. Tranne una cartella di 808 Euro. Inps riceve il pagamento e non mi comunica nulla.Il 29 Agosto 2008 ricevo Atto di pignoramento su C/C bancario per oltre 3.500 Euro realtivo al debito con Inps in oggetto.Mi affretto a madare raccomandata con le ricevute di pagamento, che viene ricevuta da Equitalia il 06 Settembre 2008. Lo stesso giorno Equitalia mi pignora 2.944 dal conto (tutto quello che c'era).Il 17 Settembre sporgo denuncia per appropriazione indebita contro Equitalia, non sapendo ancora se Inps aveva o meno comunicato lo sgravio.Mi presento presso Equitalia il giorno 18 Settembre, consegnando copia della denuncia e disposta a ritirarla in caso di restituzione della somma. Non vengo ricevuta da nessuno e invitata ad uscire (ho testimone di questo).In data 22 Settembre ricevo da Inps la conferma dello sgravio, il quale viene inviato anche ad Equitalia.A tutt'oggi Equitalia trattiene i miei soldi, non copre il debito ancora esistente con Inps per gli 808 Euro e non si fa neppure sentire una volta!Pensavo ora di esporre il tutto alla Procura della Repubblica, ma non so fino a che punto mi potrà essere utile.Qualcuno mi può consigliare qualche strada da seguire per riavere indietro i miei soldi?Ringrazio tutti e salutoPaola di Piacenza
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10/01/2009, ore 10:02
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10/01/2009, ore 10:49
La strada che ha intrapreso è quella giusta,ora si deve affidare ai tempi della giustizia Italiana.Purtroppo, niente di eccezionale,Equitalia non è nuova a queste situazioni,si arroga certi comportamenti in forza del fatto che lavora per conto dello Stato, ma il tutto non la esenta dal dover rispondere dei frequenti errori che commette. |
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10/01/2009, ore 11:54
Il problema è che si sentono protetti, finchè non ci sarà una legge che condannerà anche il richiedente del credito, ad esser solerte nel comunicare l'avvenuto adempimento.Per il momento, essendo migliaia i casi come il Suo, Equitalia si difende che esegue un mandato soltanto ,per incassare le somme dovute.Dice inoltre che non è tenuta a sapere o chiedere l'avvenuto pagamento, se il creditore non comunica tempestivamente i dati, e annulla il credito.Quindi si và avanti così, a meno di non avere qualche sentenza che condanni tutti gli enti statali inadempienti. |
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10/01/2009, ore 17:41
So che Equitalia controlla all'agenzia delle entrate i nominativi,così ho sentito dire,ma nn so se vale per tutti i comuni d'italia, nel suo caso la cartella è stata spedita da equitalia che chiedeva il pagamento di un debito verso un ente statale,se avesse pagato nei 60 gg la cartella a loro nn ci sarebbero stati problemi, in buona fede Lei ha pagato all'Inps che aveva ceduto il credito ecco il perchè dei problemi, sono sicuro che si risolveranno a suo vantaggio ma ci vorrà un pò di tempo.Un augurio. |
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10/01/2009, ore 19:18
Risolvi ha detto bene.L'Inps ha ceduto il credito e si doveva pagara a colui che ha emesso la cartella |
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10/01/2009, ore 19:35
xPaolina 300: Le sconsiglio di procere attraverso la Procura della Repubblica ,sarebbe a suo nocumento inoltre sarebbe condannata al risarcimento delle spese processuali in quanto nn potrebbe dimostrare la sua buona fede avendo ricevuto nei tempi e nelle forme comunicazione relativa al nuovo avente diritto al credito; può,invece, chiedere la restituzione delle somme da Lei versate all'INPS avvalendosi o meno di un caaf, di un suo legale,o semplicemente chiedendo un appuntamento con il funzionario responsabile ( sono 8 o nono livello )e compilando il modulo relativo. |
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