Nel riallacciarmi alle numerose discussioni tenute su questo forum in tema di evasione, ovvero di modalità di possibile contrasto nonché d'iniquita intrinseca dell'attuale sistema, segnalo un ottimo editoriale dei 2 economisti in oggetto, che è possibile leggere al seguente url:
http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_02/ricchezza-equita-troppi-gli-equivoci-alesina-giavazzi-01_8f9eb66a-350c-11e1-a9e9-f391576f69b4.shtml
In particolare, riporto qui un piccolo passaggio che richiama quanto dicevo sopra:
"Ecco un'idea quasi banale per combattere l'evasione: consentire ai cittadini di detrarre dal reddito soggetto a tassazione una quota delle loro spese. Poter detrarre il 30% sarebbe sufficiente per indurli a chiedere una ricevuta, anche se ciò comporta un prezzo maggiorato dell'Iva. L'effetto netto sul gettito sarebbe certamente positivo."
...a quanto pare non sono l'unico a pensare che l'evasione spicciola non si combatte vessando inutilmente i cittadini con restrizioni assurde ma, più semplicemente, con un patto di lealtà ed equità tra cittadino e Stato, dove quest'ultimo riconosce al contribuente il sacrosanto diritto di detrarre determinate spese. Di contro, finché ad essere sleale sarà per primo lo Stato, non potrà che essere ripagato con la stessa moneta.
Questo per ciò che attiene alla evasione piccola e diffusa. Quanto ai grandi numeri, invece, è apprezzabile sia il richiamo alla lotta alla corruzione (che la Corte dei Conti stima in oltre 60 miliardi annui) contenuta nell'editoriale stesso, sia il richiamo fatto dal Presidente nel discorso di fine anno. Se a questo aggiungressimo anche una lotta forsennata alle mafie - anche con leggi speciali -, avremmo perlomeno iniziato a centrare il punto: rimosso il quale, avremmo risolto l'80% dei nostri problemi di sviluppo, illegalità e sommerso.
Trovo infine illuminante la disamina sul concetto di "equità" effettuata dai due autori.
...a parlare di equità e iniquità si fa presto e siamo tutti capaci; ma da lì a stabilire un canone di equità universalmente riconosciuto e, soprattutto, traducibile in fatti concreti, be', ce ne passa un bel po'