Roma, 27 gen. (TMNews) - Ha citato Auschwitz e si è commosso Giorgio Napolitano nel suo discorso al Quirinale per la Giornata della memoria che si celebra oggi, a 67 anni dall'apertura di del campo di sterminio nazista. Il presidente della Repubblica con la voce rotta dalla commozione, ha dovuto interrompere il discorso per qualche istante, e poi ha ripreso. Ha citato Primo Levi e le leggi razziali del '38 in Italia commentando così: "Noi italiani - ha detto - chiudemmo i conti con il nazifascismo e con il nostro passato più buio combattendo la guerra di Liberazione e dandoci la Costituzione repubblicana. Ma non abbiamo smesso di cercare e diffondere la verità, guidati anche dalla grande luce della testimonianza e del messaggio di Primo Levi - ha continuato il capo dello Stato - e su misfatti come quello delle leggi razziali del 1938 e delle loro conseguenze, abbiamo fatto conoscere la dura verità, negli ultimi anni come non mai".
Sempre secondo Napolitano oggi "occorre essere vigilanti e fermi contro ogni ricaduta nel nazionalismo, nella ricerca del nemico, nel rifiuto del diverso". E cita anche il cancelliere tedesco Angela Merkel, che ieri ha sottolineato che "se non avessimo l'Europa, forse anche la nostra generazione si farebbe la guerra". Dal premier Mario Monti e dal Vaticano arriva il monito a non dimenticare. "Oggi più che mai la storia e la sua memoria chiedono l'impegno ed il coraggio di tutti ad ogni livello", ha detto Monti.
Questi non sono "caporali", sono veri uomini, quelli che hanno il coraggio di commuoversi quando vogliono comunicare con sincerità i propri sentimenti.
Grazie, signor Presidente.