Il commento Qualcosa non funziona più come prima nel rapporto di Berlusconi con i due alleati Lega ed An. "Il mio è un partito monarchico", teorizza da anni il premier. Ed è questo il punto. Se Fi accetta di avere un capo-padrone, gli altri non ne vogliono sapere. Radicati nel territorio, infatti, sono partiti nei quali si vota sulle scelte politiche, al contrario di quanto accade per la formazione berlusconianaCome superare gli ostacoli? "So farmi concavo e convesso", ama ripetere da 40 anni Silvio Berlusconi. La ricetta finora ha funzionato. Prima è riuscito a creare dal nulla la Fininvest, divenuto uno dei più grandi gruppi imprenditoriali italiani con al centro le televisioni di Mediaset. Quindi nel gennaio del 1994, sempre da zero, prima ha fondato Forza Italia e successivamente una vincente alleanza di centro-destra.Ora è di nuovo presidente del Consiglio. E' sempre il leader del centro-destra e guida il suo quarto governo. Le tre opposizioni (Pd, Italia dei valori e Udc) sono in forte affanno e non riescono a costruire una alternativa credibile, mentre le sinistre (radicali e riformiste) sono state addirittura cancellate dal Parlamento italiano. Eppure qualcosa non funziona più come prima nel rapporto con La Lega ed An, i due alleati del Cavaliere. Umberto Bossi e Gianfranco Fini, quasi ogni giorno, gli provocano un dispiacere incrinando la maggioranza.La Lega alla Camera ha sferrato l'ultimo colpo ieri. Si è astenuta su un ordine del giorno del Pd collegato al decreto legge anticrisi e il governo è stato battuto a Montecitorio. Un chiaro segnale. Il documento dell'opposizione riguarda il Patto di stabilità finanziario tra lo Stato e gli Enti locali, e i sindaci della Lega avevano già minacciato di "sforare" dai tetti di spesa, dopo che l'esecutivo aveva già concesso a Roma una deroga.Un brutto colpo per Berlusconi. Bossi, del resto, già negli ultimi mesi si è ampiamente smarcato dal leader del centro-destra, un tempo chiamato "il capo". Il segretario del Carroccio e ministro delle Riforme ha bocciato il presidenzialismo e reclamato il federalismo fiscale, ha tuonato contro l'intesa Alitalia-Air France reclamando la salvaguardia di Malpensa, ha stoppato una nuova legge elettorale per le europee di giugno che prevedeva una soglia di sbarramento del 4%-3%, ha smentito l'esistenza di un accordo sulla giustizia, ha sollecitato il dialogo con l'opposizione.Fini, eterno candidato alla successione del Cavaliere, non è stato da meno. Il presidente della Camera ha indicato "il rischio del cesarismo" sulla democrazia italiana (anche se poi ha smentito ogni riferimento al Caimano) ed ha "strigliato" il governo per la decima richiesta di voto di fiducia posta sul decreto anticrisi.La maggioranza è uscita malconcia da questa corsa sulle montagne russe. "Non esistono fibrillazioni" con Bossi e con Fini, ha assicurato il presidente del Consiglio. "Il rapporto con la Lega è di ferro", ama dire. Ma così non è. Il Carroccio ha avviato una lunga campagna elettorale in vista delle europee di giugno, ergendosi ad unico alfiere in difesa degli interessi dell'Italia del nord. I sondaggi stanno dando ragione a Bossi. La Lega, dall'8% su base nazionale raccolto alle elezioni politiche di un anno fa, è arrivata quasi al 12% negli attuali sondaggi. "E' un disastro. Ci stanno scalzando -osserva un deputato di Forza Italia- dalla Lombardia e dal Veneto. Lì la Lega vola al 30%-50%. E noi rischiamo di perdere anche il Sud perché lo stiamo trascurando in favore del Nord. Nel Mezzogiorno -sottolinea- sta andando bene il Movimento per l'autonomia di Lombardo"."Il mio è un partito monarchico per quanto riguarda il leader, che è uno solo e indiscusso", teorizza da anni il Cavaliere riferendosi a se stesso. Ed è questo il punto. Se Forza Italia, la sua invenzione, accetta di avere un capo-padrone, gli alleati non ne vogliono sapere. Lega ed An, radicati nel territorio, sono partiti nei quali si vota sulle scelte politiche, al contrario di Forza Italia. C'è anche una complicazione in più. Ci potrebbero essere ripercussioni sulla nascita del Partito della libertà, la nuova forza politica che dovrebbe vedere la luce a marzo dalla fusione tra Forza Italia ed An. Slitterà la nascita del Pdl? La maggioranza rischierà nuove pericolose divisioni? Berlusconi dovrà preparare una controffensiva. Come? "Compiere impunemente la propria volontà, è questo essere re", sostiene Gaio Crispo Sallustio. Attenzione: Berlusconi è un re, però non è più un monarca assoluto, il modello del quale parla lo storico latino.
Ugo la talpa
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17/01/2009, ore 09:22
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