Accedi con Google+
Registrati con LinkedIN

Accedi con ForumConsumatori


Recupero Password Chiudi
Accedi | Registrati


Iscritti a ForumConsumatori: 68201  Discussioni create: 40501  Messaggi inviati: 260681
Iniziata: oltre un anno fa   Ultimo aggiornamento: oltre un anno fa   Visite: 7128

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Epifani: «Basta con le cariche della polizia agli operai»La «grande» manifestazione del 4 aprile a Roma sarà per chiedere una diversa politica industriale, per gli ammortizzatori sociali, di cui «finora non si vede traccia», ma anche a difesa del principio della carta costituzionale. È il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, a intervenire sulle polemiche di questi giorni legate al caso Englaro. Epifani invita tutti a «mantenere i nervi saldi e a comportarsi correttamente perchè nel momento in cui la crisi dilaga il Paese avrà sempre più problemi». Il leader della Cgil ha detto con forza che «è ora di finirla che la polizia carichi operai che occupano un fabbrica». «Non mi è piaciuto quello che è accaduto nella fabbrica di Pomigliano», spiega, dove tutto «si è svolto nella piena correttezza e grazie alla responsabilità dei lavoratori e dei sindacati». Il dirigente della confederazione auspica che «si riconoscesse questo ruolo nel momento in cui c'è tanto malessere e tanto disagio sociale che può anche esplodere». Dunque Epifani invita tutti alla calma e a fare le cose giuste come risolvere il problema degli ammortizzatori sociali. Epifani ha comunque tenuto a sottolineare che lo strumento dello sciopero la Cgil lo sta usando «con attenzione estrema» in questa fase di crisi, giudicando anche un «senza senso» la divisione attuale con Cisl e Uil. È questo, ha rilevato, «che imputo a chi ha voluto portare avanti l'accordo separato. Si è voluto precipitare l'accordo per dividere». Uno «strappo grave che non si rimarginerà facilmente», ha concluso. Epifani, quindi, ha ricordato le altre iniziative di lotta che la Cgil ha messo in campo per chiedere un cambiamento di rotta nelle politiche del governo, a cominciare dalla «giornata importante» di venerdì prossimo nella quale ci saranno lo sciopero e la manifestazione di metalmeccanici e statali. In particolare, il sindacalista ha sottolineato come questa crisi riguardi tutta l'industria metalmeccanica a differenza di quanto accaduto in passato dove, per esempio, era in crisi il settore dell'auto, ma si salvava la siderurgia. Ci sarà, poi, la manifestazione dei pensionati il 5 marzo e nello stesso mese lo sciopero della scuola. Il Pd «su alcune grandi scelte deve avere una voce chiara», dice Epifani. «Chiedo al Pd di avere le sue radici nel mondo del lavoro, recuperi la sua capacità di lettura dei processi che riguardano la condizione dei giovani, dei precari, degli anziani, perché solo di fronte ad uno schema così possiamo avere la capacità di confrontarci nel merito delle questioni. Su alcune grandi scelte deve avere una voce chiara. Di fronte ad un accordo separato - ha insistito, dunque, Epifani - deve dire con forza quello che ha detto Ciampi e cioè che non si possono fare accordi separati senza la Cgil e, aggiungo, senza la Cisl e senza la Uil». In secondo luogo, Epifani chiede al Pd di avere una «idea compiuta di come regolare il rapporto tra le organizzazioni sindacali ed i lavoratori, che richiama il grande problema di come la democrazia ritorna ad essere un punto fondamentale per tutti e non solo per la Cgil». Ma Epifani se la prende anche con Silvio Berlusconi. «Definire la Costituzione filosovietica vuol dire dare uno schiaffo alla nostra storia e ai valori fondanti della Carta costituzionale». Il leader della Cgil commenta i giudizi del premier Silvio Berlusconi sulla nascita della Costituzione Italiana. «Abbiamo ascoltato espressioni e frasi di particolare gravità. E anche dire che si può cambiare la Costituzione con il ricorso alla piazza è una modalità che non mi piace e che credo vada contrastata con la forza necessaria», aggiunge. «Certo che la Costituzione si può cambiare, ma si cambia all'interno delle regole che la Carta prevede», spiega ancora sottolineando però come «non va cambiata la parte dei valori e dei principi che la nostra Carta prevede e che per noi sono ancora di fondamentale importanza». Le parole del premier, invece, per Epifani, danno l'idea «di voler affermare un principio del dominio del comando più che di rispettare le regole», aggiunge ribadendo le forti critiche del sindacato al ddl sicurezza:«Le ronde sono un ritorno al passato». E in generale al governo dice: «Ci sono troppe cose che non vanno nella giusta direzione mentre non si fanno quelle che si devono fare», conclude. 11 febbraio 2009

aggiungi un commento
aggiungi un commento
Data
Votazione
Non hai ancora votato! Vota ogni singolo contributo che ritieni utile o interessante e che sia ben scritto per permettere ai contenuti di qualità di salire in alto.
Vota ora facendo click sulle icone e vicino ogni domanda, commento o risposta
Pagina 1 di 14
Vai alla pagina [1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Successive : Ultima

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

nel confermare tutte le mie opinioni qui espresse a favore di di pietro, vorrei fargli una critica molto importante. mi sembra, che di pietro non si renda sufficientemente conto del baratro che sta di fronte all'italia! la volgarità, l'ignoranza delle persone che ci governano attualmte è tale che per ritrovarne di uguali bisogna risalire al ventennio fascista! i ds poi il PD ha sempre dato importanza a di pietro tanto è vero che lo riabilitò alla vita politica facendo votare di pietro ai suoi elettori in quel di toscana! oggi, che l'italia corre un gravissimo pericolo per la sua democrazia, cosa fa di pietro? attacca la massima figura dello stato garante della costituzione e della democratizia. in questo grave momento in cui si trova l'italia e la tragedia degli italiani che perdono il lavoro e quelli che lo perderanno, a mio parere, è necessario stare insieme per impedire il disastro! i distinguo, i puntini sugli i, lasciamoli per tempi migliori.zorro

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

12 Febbraio 2009 Appello all'Europa (di pietro)Oggi a Bruxelles ho partecipato ad un seminario sulla giustizia organizzato dal gruppo liberaldemocratico ed ho illustrato in una conferenza stampa le linee guida dell’Italia dei Valori per le prossime elezioni europee. Pubblico il video ed il testo del mio intervento."Credo che le istituzioni europee, a cominciare dalla Corte di Giustizia, la Commissione ed il Parlamento europeo, possono fare ciò che non riesce a fare il Parlamento italiano: fermare le leggi ad personam del Presidente del Consiglio, fermare il bavaglio all'informazione e fermare la denigrazione dei magistrati. Sono tutte attività che in Italia il Presidente del Consiglio ed il suo governo stanno portando avanti per un progetto dittatoriale. In Europa vogliamo far presente che c'è una giustizia e un’uguaglianza dei cittadini che questo governo non può distruggere. L'Italia dei Valori, che partecipa oggi alla manifestazione per la difesa della Costituzione, sin dal primo giorno del governo Berlusconi ha fatto presente che con un Parlamento che viene nominato da alcuni leader, con un Parlamento che non può fare leggi se non approvare i decreti legge del governo, con un Capo dello Stato a cui viene impedito di portare avanti le proprie decisioni, con una magistratura denigrata, offesa, con la possibilità ad ogni imputato di rifiutare il proprio giudice se non gli piace, e con un organo d'informazione, soprattutto pubblica, totalmente imbavagliata anch'essa, tanto che in queste ore si sta nominando un Consiglio d'amministrazione come lottizzazione e spartizione tra i partiti, se questa non è dittatura ne è l'anticamera. Noi stiamo cercando di mettere un argine, una diga, prima che sia troppo tardi."

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

11 Febbraio 2009 Stato di diritto, addio (di pietro)La goccia dello Stato di diritto sta per far traboccare il vaso. Ieri è cominciata, in commissione Giustizia alla Camera, la discussione sul nuovo disegno di legge del governo in materia di intercettazioni telefoniche. Dovete sapere che è un attacco allo Stato di diritto, e mi meraviglio che nemmeno i giornali "indipendenti" ne parlino.Lascio detto oggi, quello che accadrà dello Stato di diritto quando sarà approvato questo provvedimento. Sarà approvato cosi com’è, perché ieri ho avuto modo di riscontrare in commissione, dove ho cercato di battermi per far capire l'assurdità di certe decisioni, la certezza che non c'è peggior sordo di chi non ti vuole sentire: la maggioranza parlamentare non ti ascoltava nemmeno, non gliene fregava niente a nessuno.Sono ben sei gli elementi che distruggono lo Stato di diritto in questo disegno di legge:1) I criminali si scelgono il giudice2) La beffa dell'intercettazione3) L'inganno dell'eccezione "criminalità organizzata"4) Eliminazione delle intercettazioni ambientali5) La gabbia della burocrazia6) Bavaglio ai giornalisti e Stato di polizia1) I criminali si scelgono il giudice Sapete cosa prevede questo disegno di legge? Il dovere di astensione e il conseguente obbligo di sostituzione del magistrato che riceve l'iscrizione nel registro di reato a seguito della denuncia da parte di una delle persone che sta indagando. Mi spiego: ogni persona che non vuole essere messa sotto indagine da un certo magistrato, può scegliersi il suo giudice, il suo Pubblico ministero. Che cosa fa l’imputato? Quando vede che c'è un Pubblico ministero che sa dove trovare le carte e le prove nei suoi confronti, basta che lo denunci. Infatti, se il magistrato risulta iscritto al registro di reato è costretto a bloccare le indagini che sta portando avanti. Ogni imputato può scegliersi il suo giudice. D'ora in poi, la criminalità organizzata, i terroristi, i mafiosi se vedono un magistrato come De Magistris, Forleo, insomma un magistrato che fa il proprio dovere, lo denunciano. In quel momento, senza guardare in alcun modo la bontà della denuncia, il magistrato si deve dimettere e non può più portare avanti l'indagine. Mi pare che questo sia di una gravità inaudita. 2) La beffa dell'intercettazione Per poter intercettare una persona ci vogliono “gravi indizi di colpevolezza”. Significa: non puoi più intercettare se hai degli indizi di un reato che si è commesso, non puoi più intercettare se hai degli elementi da chiarire, ma puoi intercettare solo se sai che la persona è colpevole. Ma se sai che la persona è colpevole, perché la devi intercettare? La verità è che se non la intercetti non sai che è colpevole, quindi, non la puoi intercettare e non puoi scoprire il reato. Ancora una volta, sposti il magistrato e intercetti quando è inutile.3) L'inganno dell'eccezione "criminalità organizzata" Dicono che si può intercettare anche se non ci sono indizi di colpevolezza nei casi di criminalità organizzata. E’ un'altra truffa, perché la criminalità organizzata è composta da un gruppo di persone che commettono un numero indefinito di reati in un periodo di tempo che può essere anche lungo. Infatti sappiamo che solo alla fine delle indagini, una volta scoperta l’esistenza dell'associazione a delinquere, dell'associazione terroristica, si può scoprire che invece di una, sono coinvolte più persone, invece di uno, sono stati commessi più reati, e si scopre che questi sono legati da un unico filo criminoso. Insomma, non lo puoi scoprire prima, ma alla fine. Ma se puoi indagare solo quando hai la prova dell'esistenza dell'associazione criminale, non riuscirai mai a scoprirlo, perché lo potrai sapere solo alla fine. E’ chiaro: questo disegno di legge è scientifico, luciferino e mefistofelico. 4) Eliminazione delle intercettazioni ambientali Per poter intercettare in via ambientale, c'è bisogno della contestualità del reato. Mi spiego: che cosa sono le intercettazioni? Sono la captazione di voci, di immagini che possono avvenire sia attraverso il telefono, sia attraverso una microspia che viene messa nel luogo in cui le persone parlano. Possono parlare a casa, al bar, ai giardinetti, ai parlatori delle carceri e in altri posti. L'intercettazione ambientale è la più importante perché al telefono non parla più nessuno, perché si sa che si può essere intercettati. Con questo sistema, con questo disegno di legge si può effettuare l'intercettazione ambientale solo nel momento del fatto, cioè questa è valida solo nel momento in cui viene commesso il reato. Quindi se vuoi intercettare una persona per sapere se farà una rapina, non la puoi intercettare il giorno prima. Insomma, lo puoi fare solo nel momento in cui fa la rapina, dove si fa tutto meno che parlare. Né puoi intercettare il giorno dopo la rapina, dove dicono "cento a me, cento a te, cinquanta alla figlia del Re". Insomma, non puoi intercettare la persone che hanno commesso il reato perché non stanno facendo più la rapina, ma si stanno spartendo il bottino.. Capite che è un'altra presa in giro! 5) La gabbia della burocrazia Per poter fare un'intercettazione telefonica non bastano più il Pubblico ministero e il giudice, ma bisogna andare al Tribunale presso il distretto della Corte d'Appello. Immaginate quanti atti bisogna spostare. Se si trattasse di un fascicolo composto da dieci carte lo potrei capire, ma immaginate un fascicolo, come quello che avevo fatto io per Mani Pulite, un milione e mezzo di carte, o quello di De Magistris, di duemila pagine. E dove ogni volta che bisogna fare richiesta per un’intercettazione, bisogna portare questi fascicoli dalla procura, dove si sta indagando, fino al tribunale distrettuale con un camioncino, per poi aspettare che un collegio di tre giudici l'approvi.Inoltre, un giudice basta per condannare all'ergastolo, mentre per intercettare e per acquisire i tabulati delle telefonate, ci vorranno tre giudici. Immaginate che farraginosità. Soprattutto, ogni volta che uno di questi giudici ha deciso sulle intercettazioni, non potrà più decidere sugli altri provvedimenti da prendere, e quanti giudici ci vorranno in tutti i tribunali? Ogni giudice dovrà astenersi dal procedere ogni volta che ha già proceduto una volta nei confronti di qualcuno. Resta il fatto che se c'è un'indagine di una trentina di persone nel giro di un mese, nessun giudice potrà poi giudicarli e bisognerà aspettare che arrivi un nuovo concorso tra qualche anno, o fra qualche prescrizione. 6) Bavaglio ai giornalisti e Stato di polizia Questa è la gravità con cui si sta procedendo per impedire che si scoprano i reati. Allontanamento dei magistrati che indagano, impossibilità di indagare, ed infine l'ultima perla: l'impossibilità per voi di venire a sapere come stanno i fatti. Questa norma, infatti, non dice solo che non si può intercettare e che il magistrato può essere mandato via dal suo imputato se non gli piace, ma dice anche che i giornalisti e l'informazione non devono dire più niente. Tutto verrà fatto al buio, in uno Stato di polizia, nessuno deve sapere niente: che cosa è successo alla Clinica Santa Rita, perché a Napoli sono successe tutte quelle cose con Romeo, perché in Abruzzo è successo lo scandalo Del Turco. Nessuno deve sapere niente fino a quando non si concludono le indagini, e soltanto con riferimento alle persone direttamente interessate. Ma una cosa è il segreto istruttorio, altra cosa è il diritto dell'opinione pubblica di sapere che un sindaco, un presidente della Provincia, un presidente della Regione, un grande imprenditore italiano, a cui hai affidato i tuoi soldi, è scappato con il malloppo. Una cosa è il segreto istruttorio per non rovinare le indagini mentre si fanno, altra cosa è il venire a conoscenza delle ragioni per cui una persona viene arrestata. Perché un domani può arrivare uno Stato di polizia, uno che ti arresta e non puoi sapere il perché, non devi sapere nulla, e se chiedi qualcosa o se informi di qualcosa qualcuno, vai in galera pure tu, come si usava ai tempi del fascismo. Conclusioni: Stato di diritto addio ed economia a rotoli Capite che tutto questo sta prefigurando da una parte uno Stato di polizia, dall'altra uno Stato dell'impunità. Di questo si sta occupando il governo Berlusconi, invece di venire incontro alle istanze dei cittadini con disegni di legge e provvedimenti che riguardano l'economia, il lavoro, la disoccupazione, gli ammortizzatori sociali, i giovani senza futuro. Perché si occupa di questo? Per spostare l'attenzione verso quello che non sa risolvere, cioè l'economia a rotoli del nostro Paese. Riflettete amici, riflettete.

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Oltre il caso Englaro Un altro esempio di cattiva informazione. Questa mattina la prima pagina del giornale "La Stampa" titola "Di Pietro: voterò con il Cavaliere". Segue il sottotitolo: "L'ex PM a sorpresa: quella vita va salvata".Bella presentazione dell'intervista. Peccato che io non l'abbia mai rilasciata. Anzi, non ho nemmeno mai parlato con l'asserito intervistatore, il giornalista Amedeo La Mattina. La Stampa mi ha messo in bocca, addirittura "virgolettando", frasi che non ho mai pronunciato. Insomma è un'intervista letteralmente inventata. Infatti se si va a leggere il contenuto dell'articolo ci si accorge che non trattasi nemmeno di una intervista. Peccato, però, che il "titolo" di prima pagina lo presenta così. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Essere descritti come uno che sta con Berlusconi, proprio nel momento in cui lui sta cercando di dare il colpo finale alla democrazia italiana, fa venire la pelle d'oca solo a pensarci. Ma tant'è: resta da capire se sia trattato di un semplice infortunio giornalistico (di per sé scusabile, perché può capitare a tutti di prendere una cantonata) o se qualcuno abbia voluto marciarci sopra (ma la questione è troppo seria per ricamarci polemiche).Approfitto, invece, dell'occasione per dire cosa penso del merito della questione e come si comporterà il partito dell'Italia dei Valori in riferimento al caso Englaro.L'Italia dei Valori sta in questo caso – senza se e senza ma - con il Presidente della Repubblica. Bene ha fatto Napolitano a stoppare il decreto legge che avrebbe messo il Parlamento di fronte al fatto compiuto e, invece, è bene che una materia delicatissima come il "testamento biologico" (vale a dire il diritto di ognuno di poter staccare la spina quando è arrivato allo stremo delle proprie forze) vada prima discusso e ben valutato dal Parlamento. Certo, la vicenda umana di Englaro impone risposte rapide (e, infatti, noi abbiamo acconsentito che se ne discutesse subito in Aula), ma non si possono fare leggi per singole persone, addirittura al solo scopo di fermare una sentenza divenuta irrevocabile. La verità, secondo noi, è che Berlusconi, in questo momento, sta solo approfittando dell'occasione per spaccare ulteriormente il Paese, renderlo ingovernabile e instabile per poi dire che ci pensa lui (anche cambiando la Costituzione, se questa non gli dovesse permettere di fare quello che gli pare). Proprio come fece a suo tempo Mussolini.Fino a qualche giorno fa eravamo solo noi dell'Italia dei Valori a sostenere che Berlusconi fosse un "pericolo pubblico". Tutti ci hanno insultato per aver raccomandato al Capo dello Stato di stare attento alle leggi che Berlusconi si accingeva a varare. Oggi le stesse cose le ripetono altri (da ultimo Eugenio Scalfari su Repubblica e Veltroni in varie dichiarazioni). Prima o poi qualcuno dovrà scusarsi con tutti quelli che a Piazza Navona, prima, e a Piazza Farnese, poi, non sono rimasti in silenzio ed hanno fatto sentire la loro voce in difesa della Costituzione. Fra qualche giorno, il Parlamento dovrà decidere se approvare o meno il "disegno di legge Englaro" presentato. Trattasi di uno di quei casi in cui – per definizione – non può essere imposta ai parlamentari la "disciplina di partito". Una cosa è, infatti, la "gazzarra" messa in piedi da Berlusconi alle spalle e sulla pelle della famiglia Englaro, altra è decidere se si possa emanare una legge che permetta ad una persona di chiedere ai propri cari di "aiutarla" a morire quando proprio non ce la fa più (nemmeno a spegnere la luce e nemmeno a decidere più cosa deve fare). Personalmente sono angosciato e penso come me tantissimi italiani, parlamentari compresi. Qui non si tratta di stare con il centrodestra o il centrosinistra. Si tratta di diversità culturali e religiose rispetto al concetto stesso di "vita umana": da dove comincia e quando finisce? La persona ha diritto non solo di vivere ma anche di morire dignitosamente? Fino a che punto un corpo può essere fatto vivere artificialmente da una macchina? E, viceversa, chi può assumersi il diritto e la responsabilità di "staccare la spina" ad un altro in un momento in cui nessuno più può sapere se il malato terminale lo voglia veramente? Sì, sono angosciato perché personalmente non vorrei vivere più se mi trovassi nelle condizioni di Eluana e chiederei ai miei cari di aiutarmi a morire. Ma, con altrettanta umiltà, debbo dire che non avrei mai il coraggio di staccare ad altri, personalmente, la spina e nemmeno di ordinare di staccarla. Ecco, queste angosce – che spero siano umanamente comprensibili – non possono essere strumentalizzate con frasi banali del tipo "voterò con o contro il premier". A dettare la linea del voto non possono essere né Berlusconi, né alcun leader di partito. Ad ogni parlamentare non rimane che affidarsi alla propria coscienza, valutare e decidere con senso di responsabilità e secondo le proprie convinzioni (anche quelle religiose). Personalmente voterò per la libertà di vivere ma anche di poter morire (anche con preventivo testamento biologico). Ma mi sento e mi sentirò sconfitto, e invidio e ammiro chi, invece, ha certezze incrollabili.

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Grazie adoveri, spero che qualche Berlusconiano illuminato, di quelli rimasti su questo forum e non... migrati altrove, premendo il tasto.... giusto del loro computer, dopo aver cominciato a capire le nostre scelte, cominci pure a condividerle.... un pochino alla volta, almeno....

C'è bancario e bancario. Anche in banca, val più la pratica che la grammatica.
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo (Goethe)

aggiungi un commento
aggiungi un commento
Pagina 1 di 14
Vai alla pagina [1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Successive : Ultima


Prendi parte alla discussione
Prima volta? Assicurati di aver compreso le linee guida di partecipazione

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK

Gentile visitatore,

l'accesso gratuito a questo sito è possibile grazie al presenza di alcuni inserti pubblicitari.

Ti chiediamo gentilmente di disattivare il blocco della pubblicità dal tuo browser e, possibilmente, di sostenerci visitando i siti degli sponsor.

Grazie per la comprensione.

Ok, ho disattivato il blocco su questo sito