Appunto, come facevo notare qualche post indietro, in sudamerica a essere favorite sono senza dubbio le sudamericane. E' un dato di fatto. Un altro dato di fatto è che l'Italia del pallone ha sempre stentatato nella prima fase, salvo poi sbocciare in quella successive. Dunque non passiamo dall'esaltazione iniziale del "ce la giochiamo coi tedeschi e con tutti" (non dire gatto se non l'hai nel sacco) all'esagerzione opposta del tutto è da buttare.
Quanto agli arbitri, il '62 è preistoria e non saprei, ma parlare dell'arbitro B. Moreno in Korea non è certo un cercare un capro espiatorio. I fatti hanno poi dimostrato che si era semplicemente vendurto la partita. Dunque non cerchiamo scuse, d'accordo, ma non chiudiamoci neppure gli occhi dinnanzi ai fatti reali e acclarati.
L'arbitro di ieri non so se sia accomunabile al Moreno koreano ma, al di là dell'espulsione, era del tutto evidente che la sua conduzione era sfavorevole all'Italia (ha ammonito Balotelli, ma non Pereira che dopo un po' ha fatto lo stesso fallo. Il nostro miglior uomo in campo era Verratti, lo hanno messo fuori gioco con un bel pestone mirato ma l'arbitro non ha battuto colpo. Ha visto i segni del morso di un recidivo come Suarez, ma non ha preso provvedimenti. ecc.).
Ma al di là anche degli episodi e dando per buona la onestà dell'arbitro messicano, è proprio l'idea di far arbitrare un sudamericano a essere sbagliata, ovvero un affronto alla squadra europea a cui viene assegnato. E' del tutto evidente che ogni tipo di calcio ha le sue peculiarità e così gli arbitraggi; dunque in Europa saranno tollerate determinate cose e puntite altre e viceversa in Sudamerica. Dunque, anche senza errori o malafede, con un arbitro auropeo partono avvantaggiate le europee e con uno sudamericano queste ultime. E' cosa di elementare buon senso.
Trattandosi di un mondiale, in partite del genere andrebbero designati arbitri terzi di altre parti del mondo, per esempio asiatici, africani o australiani. E quando giocano queste ultime squadre va designato un europeo o un sudamericano.
Già il fatto di subire una simile designazione delinea, come dicevo sopra, la nostra inconsistenza a livello di Federazione, ovvero ciò che amava ripetere l'avv. Agnelli.
Ciò detto, io su questa squadra non nutrivo particolari speranze (non perché siano brocchi, intendiamoci, ma perché li ritengo caratterialmente fragili), tuttavia mi spiace di come siano andate le cose.
In un momento come questo, dove la maggior parte degli italiani è depressa e in crisi, un qualche successo sportivo avrebbe rappresentato un'iniezione di fiducia. Uno sprone a rimboccarsi le maniche e ripartire. Non è con lo sport che possiamo risolvere i nostri problemi nazionali, ne sono consapevole; ma non sottovaluterei l'impatto che un fatto del genere avrebbe (potuto avere) sulla popolazione.
Invece è andata male. Non ritengo responsabili né Balotelli né Prandelli. Mi limito a ritenerlo un peccato (non solo sportivo)