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Mi domandavo perché le inchieste di De Magistris hanno il sapore del vero più di altre. Certo, devono essere dimostrate le accuse, com è giusto che accada, sempre e comunque in modo imparziale. Le inchieste dell'ex sostituto procuratore di Catanzaro, hanno comunque qualche non irrilevante caratteristica.In primo luogo si pongono un obiettivo non-politico, o almeno non politico a priori. Partono infatti, in parallelo con la commissione anti-frodi della Comunità Europea, da un obiettivo molto concreto ed utile ancche sotto altri aspetti: scoprire dove confluiscano ed evaporano, i miliardi di finanziamenti pubblici, comunitari e statali, destinati a quella zona del meridione.In secondo luogo, non sono inchieste politicamente selettive: la verità viene cercata e, forse, trovata, nelle tasche e nei mille conflitti di interessi, di esponenti di centrodestra e di centrosinistra, di prelati e magistrati, di Generali e associazioni religiose.Non a caso la reazione violenta ed immediata contro queste inchieste è stata ed è indubbiamente bipartisan, con sortite, ahmé, tanto anomale quanto non al di sopra di ogni sospetto, a voler proprio pensare male, perfino della più alta carica istituzionale.Si può raffigurare De Magistris come un Don Chisciotte visionario e idealista. Eppure si può cogliere, volendo, un aspetto che potrebbe essere la linea guida della nuova questione morale.Quest'ultimo aspetto cui penso, forse è più realistico e pragmatico di quanto si immagini.Da un lato abbiamo e adesso cominciamo a patirlo sul serio un fronte molto critico riguardante la finanaza pubblica. D'altro lato abbiamo una voragine parassitaria in cui, con l'avallo e la partecipazione della "casta politica" italiana nel suo insieme, spariscono enormi ricchezze. Rammentiamo il bilancio annuale della mafia stimato intorno ai 130 miliardi di euro di fatturato, rammentiamo il forte afflusso di finanziamenti comunitari e statali che da molti decenni spariscono nel nulla.Solo con molta ingenuità si può credere che questo accada ad insaputa anzi senza la connivenza di parti rilevanti del potere costituito e non.E' sempre stato così, si può obiettare. Vero.Ciò che è cambiato, però, è che prima non avremmo dovuto permetterlo per ragioni fondamentalmente etiche, non si è fatto nulla. Oggi, invece, questa emorragia di ricchezza pubblica e privata non ce la possiamo più permettere, da nessun punto di vista.Ecco, questo, secondo me è il nuovo volto, non moralista ma di necessità, che potrebbe alimentare e spingere l'autentica questione morale. Accadrà? Come diceva un mio mito: lo sapremo solo vivendo.

Michele
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Ops ... era: "lo scopriremo solo vivendo". Sorry, Lucio.

Michele
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Una novità che integra il post: come specificato in apposita discussione, i duellanti del PD (Veltroni e D'Alema) si sono incontrati ieri e hanno siglato una tregua. L'effetto principale è che la questione morale agitata da Veltroni come priorità, è stata tolta dall'agenda del PD.

Michele
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Un'altro aggiornamento. Dopo l'intervento diretto del Capo dello Stato, sulle indagini aperte da de Magistris, si moltiplicano le irritualità ed anomalie costituzionali-istituzionali.Ora la Sezione Disciplinare del CSM decide, di propria iniziativa (e non potrebbe affatto, perché occorre, secondo Costituzione, l'impulso del Ministro della Giustizia o del Procuratore Generale), di avviare il trasferimento di "tutti" i sostituti Procuratori di Salerno che hanno messo le mani sui fascicoli "proibiti", quelli della indagini condotte dal dott. De Magistris.

Michele
Michele

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