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Sto facendo un po' di conti.

Da quello che vedo, (a parte ringraziare papa Francesco che a maggio ero intenzionato a chiudere, ma poi e' arrivato lui e ha "portato" gente), ho come l'impressione che la crisi ci abbia portato tutti quanti ad un gradino piu' basso di benessere.

Adesso si lavora con un margine inferiore e meno sicurezze, il che si ripercuote sull'occupazione. Non mi posso permettere quel dipendente "jolly" che mi permettevo prima, quindi in piccolo, rifletto quello che dicono le rilevazioni e cioe' che si sono persi 1,8 milioni di posti di lavoro che non verranno recuperati (anche perche' chi ha il lavoro e' piu' propenso a sacrificarsi, invece di accampare diritti ormai fuori mercato del lavoro).

Quindi, il governo dovra' inventare un nuovo sistema di redistribuzione della ricchezza. Finora, in Italia ci siamo salvati con la forza della famiglia, facendo quadrato e aiutando il componente in dificolta'. Temo che non sara' piu' possibile tra un po'.

Mi diceva un coppia di canadesi: "Basta fare come la repubblica dominicana: le tasse sono basse ma i servizi dello stato (strade, ospedali, corrente elettrica, galere, ecc.) fanno schifo. Spetta al privato risolversi e il privato queste cose le risolve se c'e' il lavoro e la crescita e li c'e sicuramente"

In realta', rispetto a noi la differenza c'e'....oddio le strade fanno pieta', gli ospedali anche ..... ed i criminali - beh - quelli li rimettiamo fuori.....ma intanto paghiamo tasse a tutta birra......dove vanno a finire?



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Olim, Hortacius, dedisti filii nam ignotam.

------------------------------------------------------- Olim, Hortacius, dedisti filii nam ignotam. Per quanto riguarda me: So cosi de legno che si me rifa' Geppetto, ce tira fora Pinocchio.

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Intanto,i dati sono tratti da borsaitalia ed il commento sulla guerra valutaria è del ministro brasiliano mantega,che rispetto ai commenti fatti da jos aggiunge: questa guerra valutaria ha consentito a tutti i paesi una espansione dei mercati e vede come unica perdente eurolandia.

Ciò detto ho raccolto commenti sull'impatto che super euro produce nel nostro paese,l'import extra ue è stato di 216 miliardi ma l'export di 231 pari al 56% del totale contro valori di spagna e francia sotto il 50%,e ciò crea una prima asimmetria rispetto ai partner,un altro commentatore pone in rilievo come un deprezzamento dello yen e del rublo produce effatti nefastisul nostro export in quei paesi,un altro commentatore ancora fa rilevare che un imflazione sotto il 2% può produrre effetti dannosi su famiglie ed imprese tipici della deflazione,un altro ancora predice che restado fermi rischiamo di vanificare i sacrifici fin qui' fatti.

Jos dice non si può perchè i protocolli lo vietano,ma allora perchè un documento valido per il 2012/2016 della SACE basato su dati ocse prefigurano uno scenario che progressivamente vede il dollaro calare fino a 1,22.

PS - Ho cercato anche pareri discordi ma non ne ho trovato.

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Patos, gira che ti rigira, mi riporti sempre a discutere di un argomento - il cambio - di cui non m'interessa nulla. La considero una discussione tanto sciocca quanto inutile. Ciò detto, giusto per educazione, rispondo ancora una volta e lo faccio in maniera didascalica.

Quell'articolo io l'ho letto ieri sul Sole24ore e il commento su eurolandia non mi pare fosse del ministro brasiliano - che si limitava ad ammettere l'esistenza di una guerra valutaria - ma dell'articolista (non che sia importante, ma se metti il link possiamo verificare).

La cosiddetta espansione, intanto a quanto pare non ha funzionato (tutti i Brics hanno chiuso in arretramento), ma a parte questo ha comportato in quei Mercati seri effetti collaterali (vedi il mio post di sopra).

Riguardo l'export: a) avevo postato in un altro thread i grafici di tutti i paesi UE; b) il fatto che Spagna e Francia non accusino questo squilibrio conferma che il cambio non c'entra; c) se non ricordo male, i nostri principali partner per l'export sono nella UE, il che rende del tutto ovvi i tuoi numeri sul export e, per di più, depotenzia ancora una volta il discorso del + cambio = più export, giacché il grosso lo esportiamo nella UE.

Lo scenario è tale in quanto si scomette sul futuro, non certifica nulla nel presente. Inoltre, quell' 1,22 mi sembra al momento più che realistico e alla portata nel quadriennio.

Premesso che non mi faccio influenzare dai pareri altrui e preferisco ragionare con la mia testa e in base alla mia esperienza, se proprio ricerchi pareri contrari te ne posto io alcuni a seguire. Li ho trovati (facilmente) con una semplice ricerca su google:

Link:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/20432

Stralcio:

Troppo allarmismo? Non manca chi lo sostiene, e da tempo. Una valuta forte incentiva infatti processi di ristrutturazione nelle aziende esportatrici, costrette a guadagnare in competitività su altri fronti. Lo sostenne tempo addietro l’economista statunitense della Hoover Institution di Stanford, Melvyn Krauss, che oggi invoca un po’ d’inflazione in più per alleggerire il fardello debitorio dei paesi mediterranei. Un’altra tesi vuole che, grazie all’euro forte, le principali materie prime, quotate in dollari come è spesso il caso per cibo e petrolio, diventino relativamente più convenienti per le nostre aziende che quindi potrebbero ridurre i costi di produzione. Terza tesi, più fattuale: l’export tedesco ha ottenuto risultati stellari nei primi anni 2000 anche con un dollaro in caduta; e oggi Irlanda e Spagna hanno ripreso a esportare con forza, pur ingabbiate nella moneta unica.

Infine c’è un’altra argomentazione pragmatica, ma nient’affatto marginale, a favore dell’euro più forte rispetto al dollaro. E’ quella che ricorda al Foglio Giuseppe Di Gaspare, docente di Diritto dell’economia alla Luiss e autore per Utet di “Teoria e critica della globalizzazione finanziaria”: “Il rapporto di cambio è una delle variabili da tenere presenti, ma è bene ricordare che gli schemi teorici dell’economia-mondo sono saltati rispetto al 1971, anno in cui si è inaugurata una totale libertà dei flussi di capitali. Oggi molti economisti restano intrappolati in teorie che spiegano sempre meno”. Di cosa non sembra tenere conto una economista come Reichlin? “I grandi investitori finanziari, con un dollaro che perde nel cambio con l’euro, trovano conveniente indebitarsi in dollari e investire in euro, dato il bassissimo tasso praticato dalla Fed, guadagnando così sul differenziale del cambio e sul tasso di interesse dei titoli di stato europei che hanno rendimenti più elevati dei Bond americani”. Considerato che oggi i capitali americani rappresentano “due terzi della liquidità monetaria mondiale”, ecco spiegata una “ondeggiante massa monetaria verso l’euro e quindi la conseguente discesa dei tassi d’interesse sui debiti pubblici in euro nello stesso periodo”.

Ciò detto, non offenderti se sul discorso cambio non replico più: non è per non voler dialogare con te ma per non usare violenza a me stesso

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Ti ringrazio per la tua magnanimità,non volevo assolutamente tediarti,il motivo di fondo per cui ho scritto era dimostrare quanto il cambio effettivo inluenzi quantità e valori esportati,la ricerca mi ha spinto anche a studiare dispense online della università di pavia riguardo al tema specifico.Se poi a te ed altri non interessa pazienza personalmente lo trovo stimolante

Per la frase la guerra valutaria ha permesso a tutti tranne eurolandia è l'incipit di un articolo di repubblica curato da Fubini apparso venerdi a pag 13,nella stessa pagina trovi un altro titolo forte:l'italia paga il prezzo più alto per la corsa infinita del super euro.

Sui bric c'è da fare un discorso a parte,ma a sto punto,mi fermo io,

il fatto che Spagna e Francia non accusino questo squilibrio

E' un tema trattato quando parlo di asimmetrie perchè la nostra quota extre ue è maggiore di 10 punti

Sul link relativo all'euro forte trovo i vantaggi descritti estremi e pericolosi,come abituare un cavallo con dosi decrescenti di biada.

In ogni caso,nel prosieguo non ti sentire per niente impegnato,il mondo è bello perchè vario,buona serata.


Daltronde se fanno la guerra valutaria e ci sono vincitori e vinti,la questione non è poi tanto noiosa,se le parole hanno ancora un senso,

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markie, aziende vive? tutto l’agroalimentare (vini, formaggi, salumi, olio, ecc) che sta battendo sempre nuovi record (nonostante vittima della contraffazione, con poche tutele europee) ed il settore dell’alta moda, tanto per fare degli esempi. ma potremmo citare anche settori più tecnologici come eni, enel, alenia, che all’estero sono leader in diversi progetti e settori; da ultimo, fiat si è comprata chrysler, non viceversa.

cambio favorevole o meno, i nostri prodotti competono per la qualità. certo a livello di governo si fa di tutto per perdere anche queste occasioni!!

i problemi, come abbiamo scritto, sono ben altri, e non il cambio!

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governo o non governo, dati o non dati, ieri Confindustria ha dato un segnale positivo, poi elucubrate voi, come dice Della Valle la crisi esiste per chi non ha niente da vendere.



.... continuavano a chiamarlo l'ineffabile

g.g.

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