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Sto facendo un po' di conti.

Da quello che vedo, (a parte ringraziare papa Francesco che a maggio ero intenzionato a chiudere, ma poi e' arrivato lui e ha "portato" gente), ho come l'impressione che la crisi ci abbia portato tutti quanti ad un gradino piu' basso di benessere.

Adesso si lavora con un margine inferiore e meno sicurezze, il che si ripercuote sull'occupazione. Non mi posso permettere quel dipendente "jolly" che mi permettevo prima, quindi in piccolo, rifletto quello che dicono le rilevazioni e cioe' che si sono persi 1,8 milioni di posti di lavoro che non verranno recuperati (anche perche' chi ha il lavoro e' piu' propenso a sacrificarsi, invece di accampare diritti ormai fuori mercato del lavoro).

Quindi, il governo dovra' inventare un nuovo sistema di redistribuzione della ricchezza. Finora, in Italia ci siamo salvati con la forza della famiglia, facendo quadrato e aiutando il componente in dificolta'. Temo che non sara' piu' possibile tra un po'.

Mi diceva un coppia di canadesi: "Basta fare come la repubblica dominicana: le tasse sono basse ma i servizi dello stato (strade, ospedali, corrente elettrica, galere, ecc.) fanno schifo. Spetta al privato risolversi e il privato queste cose le risolve se c'e' il lavoro e la crescita e li c'e sicuramente"

In realta', rispetto a noi la differenza c'e'....oddio le strade fanno pieta', gli ospedali anche ..... ed i criminali - beh - quelli li rimettiamo fuori.....ma intanto paghiamo tasse a tutta birra......dove vanno a finire?



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Olim, Hortacius, dedisti filii nam ignotam.

------------------------------------------------------- Olim, Hortacius, dedisti filii nam ignotam. Per quanto riguarda me: So cosi de legno che si me rifa' Geppetto, ce tira fora Pinocchio.

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Non è sufficiente avere qualcosa da vendere, i magazzini sono pieni di merce da vendere, manca chi compra! Il ragionamento di Della Valle vale per il suo settore (e sicuramente vale per la sua situazione, di sicura capacità), ma non per tutti è così. Bisogna che ci siano le condizioni per produrre in situazioni e con prezzi competitivi. Fare impresa in Italia è come fare partecipare ad una gara di auto con il copilota che tiene regolarmente tirato il freno a mano: è dura vincere in queste condizioni!

Non possiamo rallegrarci per qualche dato tendenziale che frena la decrescita o fa vedere un "rimbalzo" dopo il crollo; sempre peggio non può andare, ma qui la necessità è di fare decisamente meglio, di crescere e non di galleggiare su qualche zero virgola. E senza riforme non andiamo da nessuna parte, questo lo sanno tutti tranne quelli al governo.

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i magazzini sono pieni di merce da vendere

evidentemente non è merce da vendere, è merce che non interessa a nessuno, o a pochi.

Come dici tu, chi guadagna sono imprenditori capaci che lavorano nei settori giusti, i veri imprenditori, gli altri si devono riciclare. Io stesso, come bancario, mi sono riciclato e ho trovato un datore di lavoro che (finora) mi ha dato lavoro. Ognuno è imprenditore di se stesso.



.... continuavano a chiamarlo l'ineffabile

g.g.

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Non banalizzare sempre le cose, tu ti sarai riciclato ma sempre come dipendente, nella stessa attività. Non fai impresa, non crei lavoro, non hai dovuto stravolgere un'impresa o competere con gli stranieri che hanno un altro passo ed altri mezzi.

C'è un intero paese da sostenere, non è che tutti possano mettersi a fare le scarpe tod's. Ci sono interi settori dove eravamo leader e che ora sono in crisi, ci sono i piccoli imprenditori, il popolo delle partite iva. Se banalizzi il discorso non fai un favore alla causa del nostro paese. hai visto quante persone senza lavoro? Siamo i recordman in europa per la disoccupazione giovanile, abbiamo il problema degli "anziani" che escono dal mondo del lavoro e non riescono a rientrare, registriamo un continuo calo dei finanziamenti a famiglie ed imprese, non puoi ridicolizzare ogni argomento buttando lì un esempio che ti fa comodo e che nessuno, come singolo caso, mette in discussione.

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Appunto, Gus, così come gli imprenditori devono ristrutturarsi per stare sul Mercato, lo stesso, anzi a maggior ragione, dovrebbe fare lo Stato in cui i medesimi si trovano ad operare.

Con una diffrenza sostanziale, però: se l'imprenditore non ce la fa, fallisce o chiude bottega. Se è lo Stato a non reggere, falliscono i suoi cittadini e costringe a chiudere bottega i suoi imprenditori. Esattamente quel che sta succedendo.

Quanto a Confindustria, l'altro giorno Squinzi denunciava una perdita secca di 23 miliardi (!) annui per le sole municipalizzate e aziende di Stato. Il che, se da un lato conferma appieno e quantifica quanto sopra, dall'altro pone ancora una volta l'obbiettivo sui nostri veri problemi: quelli da affrontare e risolvere, se non si vuole davvero soccombere.

Poi, fatte le Riforme necessarie e l'indispensabile ammodernamento della farraginosa macchina burocratico-fiscal-amministrativa italica, a quel punto si potrà anche discutere di cambio, di tendenze internazionali al rialzo o al ribasso, di qualità e strategie della nostra impresa e quant'altro. Parlarne prima, invece, è un semplice diversivo basato sull'aria fritta (e impanata per il cenone di cenone di capodanno)

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Se è lo Stato a non reggere, falliscono i suoi cittadini e costringe a chiudere bottega i suoi imprenditori. Esattamente quel che sta succedendo.

Dipende. In una banca si fa il gioco di squadra e chi non ha la efficienza minima richiesta viene espulso, non è più come una volta che, quando i padri andavano in pensione, venivano assunti i figli! Anche perchè non è detto che i figli vogliano fare i bancari!

Allo stesso modo. gli imprenditori che non riescono a stare sul mercato vengono espulsi, e lo stato deve sorbirsi il problema degli esodati, degli imprenditori usciti dal mercato, dei giovani che non riescono ad inserirsi e di tutti quelli che fanno finta di non cercare più lavoro e che lavorano in nero.

4 problemi, 4 soluzioni diverse, ma uno stato solo non può fronteggiarle tutte assieme, siamo noi che dobbiamo aguzzare l'ingegno e rimboccarci le maniche, dallo stato ci possiamo aspettare solo soluzioni parziali o lunghe da realizzare, grecia e spagna insegnano.



.... continuavano a chiamarlo l'ineffabile

g.g.

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