Accedi con Google+
Registrati con LinkedIN

Accedi con ForumConsumatori


Recupero Password Chiudi
Accedi | Registrati


Iscritti a ForumConsumatori: 68223  Discussioni create: 40506  Messaggi inviati: 260686
Iniziata: oltre un anno fa   Ultimo aggiornamento: oltre un anno fa   Visite: 2123

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Le battaglie di Tommasino contro cemento selvaggiodi ce.bu. Luigi Tommasino, da tutti chiamato Gino, era presidente di una associazione per la difesa del territorio chiamata Itaca che in numerose occasioni si era battuta contro la continua cementificazione dell'area stabiese. “A Castellammare dove i problemi idrogeologici, per le numerosi falde acquifere sono tanti – diceva un documento di Itaca dell'ottobre scorso – si è aggiunta anche la costruzione in collina (sulla strada statale sorrentina) del tunnel che dovrebbe alleggerire il traffico verso la penisola. Una realizzazione che sta creando non pochi problemi"."Ci vengono segnalati – continuava Tommasino – dagli abitanti del borgo Madonna di Pozzano e della strada che porta al Monastero della Madonna della Libera, problemi agli edifici, smottamenti dei terreni, vibrazioni durante gli scavi degli edifici, non ultima la scoperta di una villa romana. L'associazione Itaca si domanda, se, prima di iniziare quest'opera, sono stati fatti i dovuti controlli dai vari enti competenti per: falde acquifere, visto che a valle ci sono le terme; eventuali smottamenti delle zone sottostanti visto che con le grosse piogge, il centro antico è soggetto ad alluvioni; eventuali reperti archeologici, come è successo in questi giorni la scoperta di una villa romana”.Tommasino proponeva la creazione di una commissione di vigilanza, con tecnici dei vari enti competenti, per fare chiarezza e monitorare tutta l'area interessata, sia a monte che a valle, compresa quella del centro antico. Ma ora, quella battaglia non potrà portarla a termine. 03 febbraio 2009

aggiungi un commento
aggiungi un commento
Data
Votazione
Non hai ancora votato! Vota ogni singolo contributo che ritieni utile o interessante e che sia ben scritto per permettere ai contenuti di qualità di salire in alto.
Vota ora facendo click sulle icone e vicino ogni domanda, commento o risposta

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

nessuno ha un pensiero, una parola per quest'uomo?

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Il Cavaliere: «Franceschini è meno moscio di Veltroni». E il «giuramento sulla Costituzione» è stato efficaceBerlusconi avverte: non sottovalutate FranceschiniPrimi test sul rivale numero 9: «Con quella faccia da bravo ragazzo in tv funziona»Avrà pur «fatto fuori» otto rivali, e il «Signor nove» sarà pure un «reggente», un «vice disastro» come l’hanno definito i suoi stessi compagni di partito. Ma c’è un motivo se Silvio Berlusconi ha invitato i dirigenti del Pdl a non sottovalutare Dario Franceschini: «Non sottovalutatelo, in tv funziona». Il Cavaliere ha iniziato a studiare il segretario del Pd come un allenatore studia gli avversari prima di una sfida: ne ha fatto testare le potenzialità, ha analizzato le sue prime uscite pubbliche, e soprattutto l’ha osservato in televisione. Non è che il premier nutra dubbi sull’esito dello scontro elettorale di giugno, le vittorie alle Europee e alle Amministrative non sono in discussione, «non ci sfuggiranno, perché la crisi del Pd è profonda. Lì dentro c’è gente abituata solo a vivere di rendita con i voti del territorio. E quei voti si vanno esaurendo». Nonostante queste certezze, Berlusconi ha deciso di adottare con Franceschini gli stessi metodi che l’hanno portato a competere con gli altri otto rivali. La prova tv è stato il primo step, perché il modo in cui un politico si propone davanti alle telecamere rappresenta per il premier un discrimine. E a suo avviso il «Signor nove» funziona «con quella faccia da bravo ragazzo »: «Eppoi è meno moscio di Veltroni ». Nei test demoscopici ha poi letto quanto già intuiva, e cioè che il capo del Pd sconta un basso livello di notorietà. Ma paradossalmente la sua debolezza è al momento la sua forza, perché nell’opinione pubblica la scarsa conoscenza del leader democratico viene interpretata (per ora) come un segnale di novità, di ricambio generazionale. È da vedere se Franceschini riuscirà a consolidarsi e ad affermarsi. Le prime mosse sono state «scolastiche», il Pdl infatti aveva messo nel conto che si sarebbe presentato brandendo la bandiera dell’antiberlusconismo. Invece il giuramento sulla Costituzione è stato ritenuto un gesto a suo modo innovativo, un’operazione di marketing politico per acquisire notorietà e farsi riconoscere dal suo mondo di riferimento. In questo senso, e fatte le debite proporzioni, per il popolo di centrosinistra il «giuramento di Ferrara» vale quel che valse il contratto degli italiani di Berlusconi per l’elettorato di centrodestra. Per questo il Cavaliere lo tiene sotto osservazione, sapendo che i dati dei sondaggi vanno interpretati, che i numeri possono riflettere verità contrapposte. Per esempio, il «Signor nove» piace alla gente che potenzialmente potrebbe votare per il centrosinistra, ma non piace alla gente di sinistra, se è vero che più del 50% dei democratici provenienti dal Pci-Pds-Ds preferirebbe un post comunista al suo posto. Ma Franceschini è l’antidoto alla scissione del Pd, infatti il Cavaliere ritiene «altamente improbabile» l’addio di Francesco Rutelli e l’esodo degli ex Popolari verso altri lidi: «Se ne andrà qualcuno, ma saranno piccoli spezzoni». Dunque il nuovo segretario è considerato un collante. Per quanto «reggente», la sua elezione è vista da Franco Marini - almeno così hanno raccontato al premier - «come quella che portò Bettino Craxi alla guida del Psi»: al Midas doveva essere di passaggio, poi non se ne andò più. Berlusconi ha ascoltato, ma pare che sentendo il nome dell’ex premier e suo grande amico sia sobbalzato. Avrà considerato eccessivo il paragone. È certo che - provando a interpretare la strategia di Franceschini - ci ha visto il tentativo di riprodurre «la strategia di Romano Prodi»: «Lui mira a ricostruire il vecchio centrosinistra, con l’aggiunta dell’Udc». Oltre non il Cavaliere non è andato, in attesa del voto di giugno quando si capiranno le sorti del Pd. Fossero domani le elezioni, i suoi avversari non avrebbero scampo, ridotti come sono al 23%, a due punti cioè da quello che viene considerato lo «zoccolo duro» dei democratici, statisticamente la loro soglia minima. Il nuovo segretario dovrà arrestare l’erosione di consensi, visto che l’Idv è all’8% e il Prc ha raggiunto il 4%. E il premier prevede che, per riuscirci, Franceschini proverà a coinvolgerlo in uno scontro diretto durante la campagna elettorale. Ma Berlusconi ha già deciso che non gli replicherà mai in prima persona, per non dargli sponde. Il guaio per il successore di Veltroni è che ha poco tempo: i tre mesi che lo separano dalle urne rischiano di non bastare per consolidare la leadership. Il Cavaliere non vuole tuttavia distrazioni nel centrodestra, «non sottovalutatelo», anche se il suo intuito gli dice che Pier Luigi Bersani è per il futuro l’avversario maggiormente accreditato. In realtà glielo dicono anche i suoi sondaggi. «Per me comunque uno vale l’altro». Fosse così, Bersani sarebbe il «Signor dieci». Francesco Verderami28 febbraio 2009

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

PoliticaD'Alema: «Per il Pd crisi chiusa, ora serve un profilo forte» Il Pd deve avere «profilo forte» e saper dire «da che parte sta». Così Massimo D' Alema nell' intervento alla conferenza programmatica del Pd di Napoli. «In questi mesi abbiamo presentato un profilo sbiadito». Ma ora «la crisi è chiusa» e serve «dare il segno di un cambio di passo» z

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

28 febbraio 2009 PRIMO PIANO - Copertina Assegno mensile ai disoccupatiUn assegno mensile di disoccupazione per quelli che perdono il posto di lavoro. Una proposta concreta, in grado di dare una speranza agli italiani vittime della crisi.“Berlusconi porti subito questa proposta in Parlamento, faccia un decreto d'urgenza, come ne ha fatti tanti. Su questo noi in Parlamento lo sosterremo". Lo ha detto il segretario del Partito democratico Dario Franceschini, intervenendo nel teatro Piccinni di Bari alla manifestazione sul tema “Senza Sud che Italia è?”.Parlando del federalismo Franceschini ha spiegato che "non ci sarà opposizione preconcetta se sarà equo e solidale".Si alla Banca del Sud. No alle clientele“Tremonti ha parlato di banca del Sud. A parte il fatto che mi sembrava di leggere i giornali di cinque anni fa, noi non chiudiamo la porta purché ci sia chiarezza e non si tratti solo di una operazione di immagine per mettere nelle mani di pochi uno strumento per costruire consenso e clientelismo. Siamo disposti – ha detto – a discutere di questo. Certo le risorse sono poche e con gli otto miliardi che Berlusconi ha tolto al Sud nei Fas - Fondi per le aree sottoutilizzate - si poteva fare la banca mondiale!”. Mentre investire davvero sul Sud vuol dire "combattere l'evasione fiscale e la criminalità. Solo il recupero di competitività del Mezzogiorno può salvare l'Italia. Su questo il PD deve recuperare tutto se' stesso".Poi è tornato sulle ronde, affrontate venerdì nella sua prima uscita pubblica a Varese, ribadendo come “sulla sicurezza il governo fa demagogia pericolosa. Le ronde - aggiunge - se siamo l’unico Paese al mondo a legittimarle con una legge e non esistono, è come dire agli italiani: fatele!”. Per il segretario del Pd si tratta dell’ennesima operazione di occultamento dei problemi e di “copertura al miliardo di euro di finanziamenti tagliati alle forze di sicurezze, che non hanno la benzina per le volanti”.E tornando sulle critiche del PDL alle sue affermazioni ribadisce: “Io non so cosa sia l’antiberlusconismo ma è il governo che sceglie la politica dell’annuncio. Su queste cose si alza la voce anche se si è moderati e riformisti come noi. Manca poco alle elezioni europee e quelle amministrative, non possiamo perdere tempo. Sono in gioco molte cose compreso il futuro della democrazia italiana". Franceschini è convinto che "il rapporto tra maggioranza e opposizione che uscirà da queste elezioni condizionerà tutto ciò che succederà in futuro. Sarà dura, lunga e difficile, ma ci metteremo passione civile e alla fine ce la faremo. Tutti insieme". Ma.Lau.

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Sondaggio Ipr Marketing sul voto del prossimo giugno. Rispetto alle Politiche 2008Pdl in lieve flessione a vantaggio della Lega. Sinistra in ripresa, ma soglia a rischioLe intenzioni di voto per le Europeecrolla il Pd, bene Di Pietro e CasiniI democratici perdono circa un terzo di voti rispetto allo scorso annoMa se Ds e Margherita si presentassero separate andrebbe ancora peggio...di CLAUDIA MORGOGLIONEROMA - Se le elezioni europee - indette per il 6 e 7 giugno - si svolgessero oggi, quali risultati uscirebbero dalle urne? Alla domanda prova a rispondere il sondaggio Ipr Marketing, che per Repubblica.it ha interpellato gli italiani, il 26 e 27 febbraio, sulle loro intenzioni di voto. Con esiti interessanti: a fronte di un forte tonfo del partito democratico, che passa dal 33,2 delle Politiche 2008 al 22%, va registrato un boom dell'Italia dei valori (dal 4,4 all'8%); una notevole crescita dell'Udc (dal 5,6 all'8); un aumento della Lega (dall'8,5 al 9,5%), a cui corrisponde un lieve calo del Pdl (dal 37,4 al 36%). E, infine, una piccola ripresa delle forze di sinistra. Che però, frantumate in tanti rivoli, rischiano di non superare la soglia necessaria del 4%. Ma c'è dell'altro. Viste le attuali vicissitudini del Pd, Ipr ha provato a porre - sempre al campione prescelto, pari a mille elettori residenti in Italia - un'altra domanda: se al posto dei democratici tornassero le vecchie due formazioni, ovvero Ds e Margherita, lei come voterebbe? Ebbene, questo scenario virtuale non lascia spazio a dubbi: la Quercia prenderebbe il 13%, i Dl il 7%. Totale: 20%, meno del 22% che (sempre alle Europee 2009) otterrebbe il nuovo partito nato dalla loro fusione. Tornare indietro, dunque, non è la strada migliore. Il Pd nella bufera. Le polemiche interne, le divisioni, le dimissioni di Walter Veltroni: il travaglio del partito si riflette con forza, nelle intenzioni di voto degli italiani. Con una perdita di circa undici punti, visto il passaggio dal 33,2% delle Politiche 2008 all'attuale 22. A cui va aggiunto - visto che lo scorso anno in lista c'erano anche gli esponenti radicali - l'1% di Marco Pannella e soci, in campo da soli. Sul fronte democratico, dunque, in un anno viene perso circa un terzo dell'elettorato. A guadagnare, invece, è l'alleato Antonio Di Pietro, che quasi raddoppia i consensi. Ma, dal lato moderato, una parte dei consensi democratici potrebbero essere stati catturati anche da Pierferdinando Casini che, con il suo Udc, registra un incremento dal 5,6 all'8%. La sinistra frammentata. Dopo la batosta dello scorso anno, che li ha visti esclusi dal Parlamento italiano, i partiti dell'area potrebbero riprendersi. Alle Politiche, Pdci, Prc, Sinistra democratica e Verdi ottennero il 3,1%. Ora, separatamente, ottengono i seguenti risultati: Rifondazione comunista di Paolo Ferrero 2,5%; Rifondazione per la sinistra (il movimento nato dalla scissione di Nichi Vendola) 1%; Sinistra democratica 2%; Verdi 1,5%; Pdci 0,5. Percentuali basse, se prese da sole. Ma l'unione tra Rifondazione comunista e Pdci è pari al 3%; mentre quella tra Vendola, Verdi, Sinistra democratica, e con l'eventuale aggiunta dei socialisti di Nencini, varrebbe un considerevole 6%. Il centrodestra resta forte. Federalismo fiscale, stretta sugli immigrati, ronde: tutti temi cari al Carroccio, molto presenti sia nell'agenda politica che nei titoli di giornali. Prevedibile, dunque, il balzo della Lega, che passa dall'8,3 al 9,5%. Sottraendo consensi, probabilmente, al Pdl: sempre di gran lunga primo partito italiano col suo 36%, ma che comunque perde l'1,4% rispetto allo scorso anno. Lievissimo calo dell'Mpa di Raffaele Lombardo dall'1,1 all'1%, più consistente per La Destra (dal 2,4 al 2%). "Ritorno al futuro". E' lo slogan di sapore cinematografico scelto dall'Ipr per indicare uno scenario virtuale, in cui Ds e Margherita si ripresentano separate. Con risultati poco incoraggianti, sul piano delle intenzioni di voto per le prossime europee: i due partiti otterebbero, rispettivamente, il 13 e il 7%. E a guadagnare - sempre in questa ipotesi - sarebbero Idv e Udc. Che arriverebbero entrambe a quota 10%. (3 marzo 2009)

aggiungi un commento
aggiungi un commento


Prendi parte alla discussione
Prima volta? Assicurati di aver compreso le linee guida di partecipazione

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK

Gentile visitatore,

l'accesso gratuito a questo sito è possibile grazie al presenza di alcuni inserti pubblicitari.

Ti chiediamo gentilmente di disattivare il blocco della pubblicità dal tuo browser e, possibilmente, di sostenerci visitando i siti degli sponsor.

Grazie per la comprensione.

Ok, ho disattivato il blocco su questo sito