Patos, divina o meno che sia, la provvidenza trova limiti strutturali nella nostra condizione oggettiva.
La crisi è internazionale e che così com'è cominciata prima o poi finisca è nei fatti, se non sarà questo trimestre sarà il prossimo o quello dopo. Questo a prescindere da noi. Tuttavia, la stessa crisi mondiale ha colpito dappertutto, ma i risultati son stati diversi: Paesi come la Germania, Francia, Olanda ecc. hanno accusato il colpo ma, poiché strutturalmente sani, senza particolari traumi o tragedie. Diversa la situazione di Paesi come noi, la Spagna, Grecia ecc. dove la crisi ha travolto l'intero sistema a messo in ginocchio le classi sociali più deboli.
Logica, buon senso e un minimo d'intelligenza vorrebbero che dagli errori s'impari e, una volta emersi, vi si metta rimedio per il futuro. Tuttavia, chiunque sia nato in italia e abbia un minimo di esperienza di cose italiche, sa bene che noi le cose le facciamo solo se costretti da cause di forza maggiore. Vale l'esempio dell'ultimo Governo Monti, dove la classe politica finché lo spread era sui 4-500 ha votato di tutto e ha accettato Riforme anche impopolari, non appena rientrato ha fatto marameo e si è rimessa a far pastrocchi (vedi la Riforma del Lavoro).
Dunque, allo stato attuale l'unica speranza che abbiamo di portare a casa qualche minima riforma, tra la merea di cui avremmo disperato bisogno, è appunto la pressione che l'attuale crisi esercita sulla politica. Se appena appena passa il concetto che questa è superata - e al momento ancora non sembrerebbe -, noi ritorniamo esattamente al punto di partenza. Ovvero pronti a farci travolgere dalla crisi successiva.
...non so se la si può definire "divina", 'sta sorta di provvidenza