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.... ma dove?!?!?!

Il corriere della Sera:

Due anni di caduta del Pil Anche nel secondo trimestre -0,2%Non era mai successo dall’inizio delle serie storiche

Il secondo trimestre del 2013 è l’ottavo consecutivo in cui si registra un calo del Pil. Lo comunica l’Istat ricordando che un’analoga situazione non si è mai registrata dall’inizio delle serie storiche, nel primo trimestre 1990. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito.

segue su:

http://www.corriere.it/economia/13_agosto_06/pil-istat-trimestre-recessione_d3344688-fe78-11e2-9e44-1a79176af940.shtml

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I dati che citi sono senz'altro veri, ma sono come le statistiche di Trilussa, ovvero gennaio non è confrontabile con giugno o con luglio: ache altri segnali vanno interpretati.

Entrate fiscali (imposte dirette) primo semestre 2013 + 3,7% con un calo dell'Iva del 7% nell'incertezza (rinvio? no, evasione ma siamo alle solite, per incrementare i consumi bisogna ridurre l'Iva, non minacciare di aumentarla). le case hanno avuto qualche tendenza di ripresa a Milano i negozianti hanno già iniziato la serrata d'agosto (tre settimane, quella di ferragosto, quella prima e quella dopo), ecc. E Letta ha detto "non possiamo permetterci di perdere un'altra volta il treno.



Il problema non è Berlusconi, ma gli italiani che lo votano (Camilleri)

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Sì, ho notato anch'io che ultimamente tendono ad enfatizzare quei pochi segnali positivi che escono. Secondo me lo fanno perché, non essendo in grado di varare quelle Riforme serie e strutturali che servirebbero, provano a far passare il messaggio che tanto la crisi va verso soluzione e non serve più intervenire urgentemente.

Da questo punto di vista, meglio se arrivano segnali negativi: almeno non hanno scuse

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No Letta parla di punto di svolta,significa che il 2° semestre sarà positivo,Saccomanni parla di fine della recessione estrapolando i dati macroeconomici forniti da nomisma.Iproblemi ci sono e restano ma non mettiamo limiti alla divina provvidenza.

A prescindere dal quadro congiunturale entro cui ci si muove sta crescendo la consapevolezza la presa d'atto degli abusi e sperperi del passato,anche se la velocità verso il cambiamento non è quella necessaria.

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Patos, divina o meno che sia, la provvidenza trova limiti strutturali nella nostra condizione oggettiva.

La crisi è internazionale e che così com'è cominciata prima o poi finisca è nei fatti, se non sarà questo trimestre sarà il prossimo o quello dopo. Questo a prescindere da noi. Tuttavia, la stessa crisi mondiale ha colpito dappertutto, ma i risultati son stati diversi: Paesi come la Germania, Francia, Olanda ecc. hanno accusato il colpo ma, poiché strutturalmente sani, senza particolari traumi o tragedie. Diversa la situazione di Paesi come noi, la Spagna, Grecia ecc. dove la crisi ha travolto l'intero sistema a messo in ginocchio le classi sociali più deboli.

Logica, buon senso e un minimo d'intelligenza vorrebbero che dagli errori s'impari e, una volta emersi, vi si metta rimedio per il futuro. Tuttavia, chiunque sia nato in italia e abbia un minimo di esperienza di cose italiche, sa bene che noi le cose le facciamo solo se costretti da cause di forza maggiore. Vale l'esempio dell'ultimo Governo Monti, dove la classe politica finché lo spread era sui 4-500 ha votato di tutto e ha accettato Riforme anche impopolari, non appena rientrato ha fatto marameo e si è rimessa a far pastrocchi (vedi la Riforma del Lavoro).

Dunque, allo stato attuale l'unica speranza che abbiamo di portare a casa qualche minima riforma, tra la merea di cui avremmo disperato bisogno, è appunto la pressione che l'attuale crisi esercita sulla politica. Se appena appena passa il concetto che questa è superata - e al momento ancora non sembrerebbe -, noi ritorniamo esattamente al punto di partenza. Ovvero pronti a farci travolgere dalla crisi successiva.

...non so se la si può definire "divina", 'sta sorta di provvidenza

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Si parla del nulla, perchè se si ragiona sul fatto che prima o poi qualcosa migliorerà siamo d'accordo, non può essere sempre peggio in eterno. Ma senza riforme strutturali continueremo a vedere la ripresa da lontano, con i nostri miseri zero virgola di crescita dopo che abbiamo perso 10 punti di pil, perdendo sempre terreno rispetto agli altri. Qualcuno davvero pensa che per fare ripartire l'economia siano sufficienti quattro incentivi o qualche detrazione? Qui servono riforme strutturali vere (di cui non si vede traccia), sul fronte fiscale, giudiziario, burocratico, dell'apparato statale. Senza di questo staremo solo a vedere se tra i 10 dati negativi ce n'è uno che forse sembra un po' positivo.

Ancora una volta mi trovo d'accordo con Jos.

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