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Bond…. Tremonti BondAutore: stejano Dopo il decreto anti-crisi che non mi pare abbia proprio sollevato l’Italia dal momento negativo, ora arriva la Tremonti Bond.Questo decreto prevede alcuni punti a favore dei mutuatari disoccupati o in cassa integrazione: potranno fermare le rate del mutuo per un anno.Ma il vero obiettivo di questo decreto è un altro. Offrire delle obbligazioni alle banche in maniera da favorire il credito e liberarsi dalla stretta.La banca infatti potrà avere del denaro contante dallo stato in cambio di una obbligazione con un tasso dal 7,5% all’8,5% ed a favorire il credito verso le imprese.Altri 5 punti principali il contributo finanziario per rafforzare la dotazione del fondo di garanzia per le Pmi; l’aumento delle risorse da mettere a disposizione per il credito alle piccole e medie imprese; per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi; la promozione di accordi per anticipare le risorse necessarie alle imprese per il pagamento della cassa integrazione; l’adozione di un codice etico. Secondo le norme comunitarie un provvedimento del genere non consiste in una nazionalizzazione delle banche, tuttavia a mio parere è sicuramente un sussidio che va a distorcere il mercato (sia in maniera positiva che negativa).Nel momento in un cui si agevola una banca, nei confronti di un’altra estera, quest’ultima si ritrova spiazzata. Tuttavia visto l’intervento statale da parte di parecchi stati, se questo provvedimento servirà a risollevarci dalla crisi, ben venga purché fatto nei limiti delle norme europee.Fonte ilsole24ore

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Mi chiamo Bond, Tremonti bond [pipponi] Ho sperato che qualcuno mi spiegasse se questi Tremonti bond sono una cosa buona, cattiva, o ininfluente. A questo punto mi trovo costretto a scrivere qualcosa io, ma premetto subito che non ci ho capito molto.Cominciamo con le cose semplici: le banche hanno bisogno di soldi, e a quanto pare ci debbono pensare gli stati. Varie nazioni estere hanno sottoscritto un aumento di capitale delle banche, in pratica nazionalizzandole; da noi si è invece scelto di acquistare delle obbligazioni emesse dalle banche stesse, diventando così creditori ma senza prendere il loro controllo. Di per sé la cosa mi pare interessante; se si tiene conto che la cedola annua di queste obbligazioni (tra il 7.5% e l'8.5%) è molto più alta di quanto lo Stato spende per indebitarsi, c'è anche un simpatico guadagno. Però ci sono anche dei lati oscuri, che non mi ispirano molto. Innanzitutto, non si direbbe che le banche abbiano degli obblighi, a parte pagare le cedole. Scrivere che gli istituti "si impegneranno a" e che gli impegni "saranno oggetto di attento monitoraggio" mi sembra tanto un wishful thinking. In secondo luogo, l'altra faccia di una cedola così alta è che le banche saranno costrette a mettere dei tassi ancora più alti per i loro prestiti, in modo che diventino remunerativi. A questo punto non sarebbe stato più logico prevedere cedole più basse a fronte di impegni misurabili quantitativamente? (Sì, lo so, è colpa mia che di economia non ci capisco nulla)

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25 Febbraio 2009Il ministro dell'Economia e delle finanze, Giulio Tremonti, ha firmato oggi il decreto che dà il via libera alla sottoscrizione, da parte del Tesoro, di obbligazioni emesse dalle banche italiane. L'obiettivo è accrescere le opportunità di finanziamento all'economia grazie alla maggiore patrimonializzazione delle banche. Lo strumento rispetta le regole stabilite in sede comunitaria sugli aiuti di Stato. Come contropartita, le banche:A) pagheranno una cedola annuale compresa tra il 7,5 e l'8,5 per cento per i primi anni, per poi crescere gradualmente;B) s'impegneranno a favorire il credito alle imprese, soprattutto piccole e medie, e alle famiglie. Più specificatamente, gli impegni che il Tesoro richiede sono:a) il contributo finanziario per rafforzare la dotazione del fondo di garanzia per le PMI;b) l'aumento delle risorse da mettere a disposizione per il credito alle piccole e medie imprese;c) per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi;d) la promozione di accordi per anticipare le risorse necessarie alle imprese per il pagamento della cassa integrazione;e) l'adozione di un codice etico.Questi impegni, ed il più generale andamento del credito all'economia, saranno oggetto di attento monitoraggio operato sul modello applicato in Francia con successo.Fonte: Ministero dell'economia e delle finanze

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05-03-09 CRISI: DA TREMONTI BOND 170 MLD PER FINANZIARE IMPRESE (SERVIZIO) (ASCA) - Roma, 5 mar - Il 2009 sara' orribile, ''un anno ancora piu' difficile del 2008, il che e' tutto dire'' e per questo occorrono ''uno sforzo collettivo'' e il potenziamento degli ''strumenti per sostenere famiglie e imprese''. Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, apre con queste parole il liquidity day, una sorta di tavolo della crisi al quale il ministero ha invitato imprese, banche, sindacati, tutti i soggetti coinvolti per individuare le soluzioni piu' efficaci per superare la crisi. Tra 15 giorni nuovo appuntamento per fare il punto sui tavoli tecnici attivati.La crisi morde e richiede uno sforzo straordinario.Principale argomento del tavolo il tema della liquidita'.Lo stesso Tremonti sottolinea che ''la stretta creditizia e' il rischio dei rischi. Il credito per l'economia e' come l'aria per le persone. Ti accorgi quanto e' importante quando viene a mancare''. In quest'ottica vanno visti i cosiddetti Tremonti bond, ''strumenti che rafforzano il patrimonio delle banche, come un aumento di capitale''. La bozza di protocollo e' pronta, a giorni la firma dell'architettura normativa concordata tra ministero e sistema bancario, garanzia di una sostanziale efficacia dell'intervento. ''Abbiamo ricevuto numerose manifestazioni di interesse'' ha detto Tremonti ripetendo che ''immaginiamo una richiesta di 10-12 miliardi di euro''. Grazie all'effetto leva fino a 15 volte, 10 miliardi di Tremonti bond, o meglio di ''strumenti ibridi per la patrimonializzazione'' consentono di muovere finanziamenti per 150 miliardi. Sommando a questi le disponibilita' della Bei e altri fondi piu' strumenti di vario tipo come le garanzie ''ci sono piu' o meno 170 miliardi di euro disponibili per l'erogazione del credito alle imprese''.Tutti i partecipanti al tavolo, dallo stesso Tremonti alla Confindustria, dall'Abi alla Confcommercio, hanno espresso un giudizio positivo sul merito del confronto e sul metodo.Tuttavia rimangono anche alcune profonde differenze tra sistema bancario e mondo delle imprese. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha ribadito l'allarme che ''la restrizione del credito sta peggiorando''. Anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, avverte sui rischi di stretta al credito.Istituti di credito di nuovo sul banco degli imputati e il presidente Abi, Corrado Faissola, non si sottrae all'arringa difensiva. Snocciola numeri e offre analisi sull'andamento del credito precisando che ''concedere credito e' la finalita' di una banca, che e' un'impresa a tutti gli effetti''.Al tavolo Faissola sottolinea che a gennaio gli impieghi bancari sono aumentati del 4% e del 6% quelli dirette alle imprese non finanziarie. Un trend di crescita che continua anche se in rallentamemento, ma fisiologico alla luce della caduta verticale di fatturato e investimenti in alcuni settori. Faissola poi indica che nell'ambito degli impieghi ''c'e' stata una crescita significativa solo di quelli destinati alla ristrutturazione del debito delle imprese''.Faissola non risparmia una frecciata a Confindustria anche sul tema dei ritardi nei pagamenti. La Marcegaglia aveva evidenziato le decine di miliardi di pagamenti arretrati della pubblica amministrazione alle imprese, proponendo che Cdp e anche la Sace potrebbero svolgere un ruolo per alleviare il problema. Il numero uno dell'Abi ha replicato che il ritardo dei pagamenti e' una prerogativa non solo della PA ma anche di ''molte imprese, in particolare quelle grandi''.Le banche italiane vogliono contribuire attivamente a superare la crisi. ''Intendiamo svolgere un ruolo proattivo - ha detto Faissola - e dobbiamo passare da una fase di progettazione e analisi a una operativa''. Il presidente Abi indica dunque la possibilita' di campi di collaborazione con la Cdp e soprattutto propone che ''in una fase come questa si devono individuare per stimolare l'offerta di credito finalizzata agli investimenti, sull'esempio positivo degli incentivi per l'auto''.Al tavolo di crisi era presente anche il ministro dell'interno Roberto Maroni che ha annunciato per la prossima settimana la convocazione dei prefetti per far partire gli osservatori provinciali sul credito. Ed e' questo il punto sul quale le banche mantengono piu' di una riserva. ''Non siamo ostili ad una verifica sul territorio della dinamica del credito'' ha detto Faissola, ma ''siamo preoccupati dal fatto che possono crearsi meccanismi per cui si immagini di avere un diritto soggettivo al credito. Chiedo una riflessione, anche per non creare nelle imprese bancarie l'idea di essere dei supervigilati, oltre che da parte di Bankitalia, anche da parte dei prefetti''.Tremonti pero' rassicura. ''Noi pensiamo che la legge sia scritta bene. Se volete la riscriviamo, ma qui non parliamo solo di statistiche''.Il credito bancario e' senza dubbio il principale strumento per superare la crisi ma non puo' essere il solo. E al tavolo odierno Tremonti e il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola hanno annunciato il potenziamento del fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese aumentando il tetto per il credito ed estendendolo all'artigianato. ''Stiamo cercando di alzare il tetto per ciascun credito da 500.000 euro a 1,5 milioni e di applicare la garanzia dello Stato per giungere al rischio zero.Inoltre, vogliamo estendere l'accesso al fondo al settore dell'artigianato''.did/sam/rob

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Roma | 10 marzo 2009Tremonti bond, Banco Popolare ne chiede un miliardo e mezzo.Giulio Tremonti "E' una operazione opportuna che, anche in chiave prospettica, assicurerà una patrimonializzazione adeguata al gruppo, consentendo di rafforzare il sostegno alle famiglie ed alle piccole e medie imprese", commenta l'ad Pier Francesco Saviotti, nel dare la notizia che il Banco Popolare ha chiesto al Ministero dell'Economia e delle Finanze e alla Banca d'Italia cosiddetti 1,45 miliardi di euro dei cosiddetti Tremonti bond.La cifra richiesta, sottolinea in una nota Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, è grosso modo il doppio di quanto Banca Italease, principale controllata del Banco Popolare non abbia rischiato e perso con i prestiti facili e con i prodotti derivati appioppati alla clientela, che portarono agli arresti degli ex amministratori anche per il reato di associazione a delinquere, in primis Massimo Faenza".Da qui un interrogativo dell'Adusbef: "Ma se le banche che accedono ai Tremonti Bond, dovranno pagare il tasso dell'8,5% contro un costo di raccolta media del sistema bancario pari all'1,43% ricaricato di 6 volte (Bollettino Statistico BCE Moneta e Banca del 9.3.2009,pag 44), a quanto dovranno vendere quel denaro preso in prestito dall'ineffabile ministro per conseguire margini di guadagno e consentire cosi' di rafforzare il sostegno alle famiglie ed alle piccole e medie imprese?"Insomma, secondo l'associazione dei consumatori, con i tassi richiesti sui Tremonti Bond il Governo contribuirebbe al "alzare il costo del denaro invece chea calmierarlo".

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Tremonti bond: un prodotto non adatto alle famigliedi Isabella Bufacchi Con le sue cedolone all'8,5%, 10%, persino al 15 per cento, il Tremonti bond non passa di certo inosservato in questi tempi di rendimenti ridotti all'osso, con i BoT che offrono al risparmiatore meno dell'1% al netto di ritenuta e commissioni.La tentazione di invitare l'investitore retail al "banchetto" di questi nuovi strumenti ibridi è grande: se una parte del risparmio degli italiani dovesse contribuire a rafforzare il sistema bancario a sostegno della ripresa economica del Paese, l'operazione potrebbe diventare "socialmente" virtuosa.E la partecipazione dei privati alleggerirebbe il peso di queste ricapitazzazioni sul bilancio dello Stato e in particolare sul debito pubblico. Fatto è che l'ipotesi di estendere anche al risparmiatore, oltre al Tesoro, la sottoscrizione dei Tremonti-bond è ora all'esame dei tecnici del Mef, della Banca d'Italia e delle stesse banche.Prodotti finanziari sofisticati non adatti a tuttiQueste speciali obbligazioni subordinate, che saranno emesse a breve dalle banche per rafforzare il capitale di vigilanza cosiddetto Core Tier-1, tuttavia non sono adatte a tutti i palati. Sono prodotti d'investimento particolarmente rischiosi e solo l'investitore più sofisticato può valutarne correttamente il rapporto rischio/rendimento.Più simili alle azioni che alle obbligazioni I bond subordinati, ibridi, convertibili e perpetui sono molto lontani dalle obbligazioni senior (titoli di debito) perché si avvicinano di più all'equity: le cedole dei Tremonti-bond vengono pagate solo quando c'è un utile distribuibile e quindi sono perse (non cumulabili) nell'anno in cui l'esercizio della banca è in rosso.In aggiunta, il Tremonti-bond si comporta come un titolo azionario (il termine tecnico è pari passu) in quanto nel caso di abbattimento del capitale anche il valore del bond ne risente in eguale misura.La possibilità che il Tremonti-bond finisca nel portafoglio delle famiglie italiane è dunque remota, secondo fonti bancarie che tra l'altro temono i tempi lunghi della preparazione di un prospetto ad hoc.La preoccupazione principale è però di stampo reputazionale: il risparmiatore potrebbe non essere in grado di capire fino in fondo che la cedola e il capitale di un bond ibrido sono altamente a rischio, come nel caso del dividendo e dell'andamento di Borsa del titolo azionario bancario.In passato, la Banca d'Italia ha frenato il collocamento dei bond subordinati per il Core Tier-1 e Tier-1 presso la clientela retail delle banche. È più probabile che i Tremonti-bond, se allineati alle condizioni di mercato come richiede la Commissione europea in nome della concorrenza, possano essere offerti agli investitori istituzionali, come i fondi comuni d'investimento, gli hedge fund, le banche stesse.

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