scusa ma arriviamo al dunque: in quali casi? io non ho mai visto versare i contributi del datore di lavoro al di fuori dei fondi negoziali.

Dividiamo il discorso in due tempi nel primo tempo,la rappresentanza sindacale tratta con l'azienda la modalità di partecipazione ad un fondo integrativo;fatto l'accordo l'assemblea dei lavoratori decide a maggioranza su quale fondo puntare.

Va da sè che nelle grandi aziende la scelta cade sempre sul fondo di categoria,nelle piccole accade spessissimo il contrario.Se dopo avviato l'iter anche un solo lavoratore decide di trasferire la posizione altrove,l'azienda può dire si o no ma il contributo datoriale resta comunque.Come dicevo infatti su un totale di poco più di 5 milioni di posizioni aperte i fondi di categoria sono intorno ai 2 milioni,non solo ma per la prima volta e diminuita la massa,e gli iscritti sia per la crisi occupazionale sia per i rendimenti spesso negativi.

fonte:il giornale delle assicurazioni 01/2012

non sei ancora arrivato al dunque.

dove sta scritto che il datore di lavoro è obbligato a versare il contributo a proprio carico anche al di fuori del fondo negoziale?

I fondi negoziali o chiusi sono stati rivisti con la legge Maroni 252/2005,caratteristica essenziale e l'accordo collettivo stipulato a monte fra l'associazione degli imprenditori e le organizzazioni sindacali firmatari del contratto collettivo del lavoro .Nulla vieta che a livello aziendale possano concludersi accordi diversi.

quindi vale la regola generale di cui ho parlato, i contributi del datore di lavoro vanno verso il fondo negoziale. se aderisco a forme individuali (senza accordi aziendali) il contributo viene perso.

cosa che non è da sottovalutare.