Leggo di professionisti e commercianti imbufaliti per l'intenzione del Governo di aggiornare gli "studi di settore" per renderli un po' più significativi.Da ex lavoratore dipendente ed oggi imprenditore, mi chiedo come i miei colleghi possano sopravvirere, per non dire campare dignitosamente, guadagnando solo quello che risulta dagli studi di settore. Se il mio reddito fosse così basso, tornerei subito a fare il dipendente ...
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07/10/2004, ore 18:26
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11/03/2005, ore 16:37
solo rileggendolo mi sono accorto che volevo dire "o si finanzia con altre attività illecite".pensavo che fosse intuitivo, perchè, va bene tutto, ma non mi permetterei mai di istigare a delinquere in questa maniera... ma, scherzosamente.... anche tu devi avere il cervello in freezer! |
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11/03/2005, ore 18:56
il problema credo sia quello di aver messo nel calderone un'infinità di categorie e che quelli che protestano siano soprattutto i vari lavoratori atipici che di colpo si ritrovano nella categoria di piccoli imprenditori .Si sceglie sempre la strada più contorta ,per favorire l'evasione ed il lavoro nero!!!!!Politicamente è più redditizio in quanto i votanti più numerosi sono quelli che non hanno reddito fisso. |
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11/03/2005, ore 21:41
Margie, non capisco perchè ti imbufalisci contro l'ormai ex-Andrea!Ha perfettamente ragione, gli studi di settore sono impostati in maniera (molto) prudenziale, se uno non riesce a guadagnare è meglio che smette (è la legge di mercato) e si mette a fare il dipendente.E' vero che ci sono dipendenti che guadagnano tanto, ma pagano anche le tasse senza bisogno di minimun tax.Se un imprenditore guadagna poco non sa fare bene il proprio mestiere (e allora meglio per tutti che smetta), oppure significa che evade (e qui intervengono gli studi di settore, anche se non rendono giustizia al 100%). Un imprenditore non può guadagnare meno di un garzone!!! |
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29/03/2005, ore 22:22
Purtroppo chi parla non conosce il mondo imprenditoriale, ne sono certa.Esistono microimprenditori o imprenditori in avvio di attività che non solo non guadagnano nulla, ma devono anche coprire le varie spese di propria tasca. O pensate che l'imprenditoria italiana sia soloAutostrade spa, Ferretti, etc?E neanche la competenza e la bravura c'entra poco, purtroppo. Per avviare, guidare e consolidare un'impresa di successo ci vuole altro. |
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30/03/2005, ore 11:45
Margie, non si parlava certo di imprese in avviamento, che a volte partono davvero dal nulla (anzi da sotto zero). Ma nel lungo periodo DEVONO portare a risultati positivi, altrimenti è legge di mercato (e di buon senso) che siano destinati a chiudere. Se aziende che non producono risultati positivi (e non parlo di risultati ridicolmente positivi) stanno in piedi comunque vuol dire che il guadagno sta da un'altra parte (leggasi nero). Se poi scendiamo a livello di piccolo artigianato, qui l'investimento iniziale è ancora minore ed i risultati normalmente arrivano prima.Spero che tu non voglia sostenere che non esiste il nero e che l'obiettivo di un imprenditore è di creare un'azienda in grado di guadagnare meno del portinaio! |
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