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Salve, nel Dicembre 2008 ho fatto richiesta ed ottenuto mutuo a fronte cessione del 5° stipendio e da allora fino a gennaio 2010 la mia azienda ha versato regolarmente 277 euro prelevati dal mio stipendio di 1.500. Da dicembre 2009 sono in cassa integrazione a zero ore e prevedo di avere dall'INPS un 65% dello stipendio ogni 4-5 mesi. Va da se che non sono in grado di pagare la rata di 277 euro ed ho inviato comunicazione alla società che ha erogato il mutuo, la quale mi ha risposto che non è assolutamente possibile rivedere il contratto in funzione delle nuove difficoltà dovute alla cassa integrazione. Il loro avvocato mi ha suggerito di far vedere la buona volontà e di versare 150 euro al mese per evitare un decreto ingiuntivo e conseguente pignoramento dei beni. In questa situazione 150 euro al mese pagandone già 550 di affitto, sono ancora al di fuori della mia portata. Premetto che sono in affitto in casa ammobiliata e che nemmeno il tv è di mia proprietà, l'automobile inoltre è di un amico che me la presta per andare al lavoro. In una situazione così disagiata è possibile che non ci sia una forma legale per far accettare alla finanziaria un congelamento delle rate o una rata simbolica di 50 euro, possibilmente senza aggravi di interessi che andrebbero solo a peggiorare la situazione? A 50 anni e nell'attuale situazione in cui versa la nostra economia, è un terno al lotto trovare un altro lavoro nell'immediato. Mi auguro qualcuno possa darmi un suggerimento su come gestire una situazione così delicata.

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Da quello che so' ridurre la rata cosi' su 2 piedi non è possibile.La rata verrà sempre trattenuta ma calcolata in proporzione al reddito percepito.Sarà compito dell’amministrazione della propria ditta adeguare la quota da cedere alla finanziaria che eroga il prestito. La rata ceduta sarà in proporzione del 20% del nuovo stipendio percepito.Il debito che non viene rimborsato con le nuove rate, si andrà ad accumulare fino alla scadenza del contratto, dopodichè si negozierà con la finanziaria il modo di restituzione del capitale residuo.Non hai specificato se si tratta di cassa integrazione ordinaria oppure e' una straordinaria e se la "cassa" ti viene anticipata dalla ditta per cui lavori oppure direttamente dall' INPS

A ben molti difetti è l'uom soggetto, ma l'esser seccatore è un gran difetto.
A ben molti difetti è l'uom soggetto, ma l'esser seccatore è un gran difetto.

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prenda in mano la copia del contratto e comunichi la sua situazione alla società TRAMITE LETTERA RACCOMANDATA chiedendo che facciano intervenire l'assicurazione che ha lautamente pagato in quanto non le è possibile pagare nullachieda inoltre di astenersi dal minacciarla di pignoramento perchè vive in affitto e non ha nulla di intestato, anche il mobilio è del padrone di casa a cui paga l'affitto (piccola bugia bianca)

Ho imparato che l'improbabile se fa guadagnare le banche diventa più certo del probabile...

Fa presto il bue a dare del cornuto all'asino... ma se si guardasse allo specchio...

mika_80x

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Avevo già contattato l'avvocato della finanziaria chiedendo appunto perchè mi viene ancora richiesta la rata piena invece di adeguarla eventualmente all'attuale situazione di riduzione dello stipendio. Cito testualmente l'articolo 3 del contratto: "Nei casi di eventuale riduzione, per qualsiasi causa, della retribuzione mensile del Cedente - ferme restando le pattuizioni afferenti la copertura assicurativa - la presente cessione avrà effetto per quote non superiori al quinto della retribuzione ridotta e per tutto il tempo necessario all'estinzione del residuo debito del Cedente". A fronte della mia richiesta il loro avvocato mi ha detto che l'articolo non è valido nel mio caso in quanto non è una riduzione oraria, ma una cassa integrazione in deroga. L'assicurazione non interviene a copertura in quanto è rivolta solo alla perdita di lavoro o perdita di lavoro in caso di morte e niente più. Mi è stato anche detto dal loro avvocato che bisognerebbe leggere bene i contratti prima di firmarli per non incorrere in queste sorprese e in questo concordo, perchè quando lo propongono sembra tu sia coperto contro ogni rischio, ma alla fine l'assicurazione oltre che carissima, se ne tira sempre fuori. Al momento la direzione della mia azienda non mi versa alcunchè, in quanto con la cassa integrazione a ore zero, se ne occupa direttamente l'INPS che mi accrediterà sul conto ogni 4-5 mesi lo stipendio del 60-65%.

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Di pure all'avvocato di citarti e metterle per iscritto queste cretinate. I contratti di cessione parlano molto chiaro e le clausole si applicano al verificarsi dell'evento, non quando dice o crede l'avvocato della controparte. La rata viene ridotta in percentuale quando si verifica una diminuzione dello stipendio di almeno un terzo. Tale diminuzione deve essere notificata alla società finanziaria nei dovuti modi ( raccomandata con allegata busta paga ridotta e accordo aziendale di riduzione o rinuncia a parte delle competenze) e sempre richiedere risposta scritta. Nel tuo caso la busta paga è uguale a 0 o non la prendi proprio ( se la ditta è in liquidazione le buste vengono fatte ugualmente ma non pagate in quanto notificate all'Inps per i conteggi ). Ad ogni modo effettivamente l'assicurazione non risponde fino a che si risulta dipendenti anche se in cassa integrazione e mai licenziarsi volontariamente altrimenti proprio te la puoi scordare. In ogni caso la finanziaria può sempre rivalersi sul tuo Tfr ( per un quinto, ma anche per intero se notificano un pignoramento anche al terzo pignorato ) in caso di insolvenza delle rate da parte della tua azienda, perchè in realtà sono loro che si sono impegnati a pagare. Se però l'azienda è in difficoltà è molto più facile scassare i marroni al dipendente che all'azienda. Se l'avvocato vuole 150 euro e questo corrisponde ad un quinto della rata ridotta se puoi pagare fatti prima preparare un nuovo piano di ammortamento da parte della finanziaria, altrimenti rischi che questo importo lo facciano passare solo come acconto e che la differenza ogni mese maturi nuovi interessi passivi. Se hai altre domande riguardanti le cessioni non hai che da chiedere.

Ogni cosa divertente nella vita o è immorale, o è illegale o fa ingrassare...
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Grazie Elvi, la situazione della diminuzione di orario dovuta alla cassa integrazione in deroga è stata notificata dalla mia ditta alla finanziaria, sia via fax che lettera raccomandata ancora alla fine di dicembre 2009 e solo il 4 marzo 2010 hanno dato replica con raccomandata nella quale mi intimano di pagare personalmente le rate piene di 277 euro restando inteso che in mancanza procederanno al soddisfacimento coattivo dei crediti ecc. ecc.I 150 euro che consiglia di versare l'avvocato sono riferite puramente a testimonianza che non smetto del tutto di pagare il finanziamento e assolutamente non come rata diminuita in percentuale alla riduzione di stipendio, che a suo dire deve essere assolutamente di 277 euro mensili. Il suo suggerimento del tutto personale, è di pagare qualche mensilità di 150 euro per far si che la finanziaria non proceda subito con il decreto ingiuntivo in quanto vede la buona volontà di continuare a pagare nonostante le difficoltà, ma è sottinteso che poi a sua discrezione può decidere se e quando pretendere la rata piena.

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