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Subiamo in questi giorni una martellante campagna pubblicitaria che ha lo scopo di convincerci a partecipare all'aumento di capitale di Unicredit, cioè di investire i nostri soldi in Unicredit.

A tutti coloro che avessero intenzione di partecipare, vorrei segnalare il mio caso: sono un azionista di Unicredit e, ad oggi, ho PERSO il 90% del capitale che avevo investito. E attenzione non sto parlando di azioni acquistate quando il titolo valeva 5€, sto parlando di azioni acquistate con un prezzo medio di carico di 1,7€. Nel giro di pochi giorni, il raggruppamento delle azioni e l'avvio della ricapitalizzazione hanno spinto le perdite da me subite dal 50% del capitale investito (il titolo navigava intorno a 0,7€) al 90%. Il consulente finanziario (di Unicredit) con cui ho parlato mi ha candidamente confermato che non c'è nessuna speranza di recuperare il capitale perduto e che avrei fatto meglio a dargli retta e a investire in fondi invece che nelle azioni della sua stessa banca!

Ma una azienda non dovrebbe creare valore per gli azionisti? Aveva proprio ragione Cuccia a cui, perdonatemi l'ironia, è stata giustamente dedicata una piazza: i piccoli azionisti sono solo vacche da mungere!

State attenti! non fatevi incantare!

ciao a tutti

Vittorio

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dè ma se ora dopo 20 pagine di discussione sulla manovra che per semplicità definiremo "poco limpida", pur di non ammettere che si è verificato TUTTO quello che avevo annunciato, si dirotta il discorso sui movimenti attuali del mercato e dei titoli bancari in genere... come a dire: "mal comune mezzo gaudio"... e che la colpa della debacle del titolo è causata della situazione economica generale non se ne esce più. Dopo che avremo affrontato questo "nuovo argomento di retorica moderna" passeremo alla problematica sulle condizioni climatiche? "non ci sono più le mezze stagioni"?...

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l'argomento restava sempre se conveniva aderire o meno IN QUEL MOMENTO. la risposta inequivocabile è che conveniva aderire. punto.

quello che succede da qui a 1000 anni, con salite e discese, cosa c'entra con la decisione da prendere in quel momento?

la retorica è tutta tua.

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La retorica è la mia ma intanto siamo a 3,40 anzi 0,341. Bona...

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l'aumento di capitale conveniva con un prezzo di 3 euro. quindi siamo ancora sopra. e comunque ormai il tempo è passato, chi pensava di voler fare l'affare ha già liquidato la posizione.

è quindi ampiamente dimostrato che era vantaggioso aderire all'aumento di capitale. di quello che succede da qui all'infinito credo che non possa importare nulla nel valutare quell'operazione dal punto di vista di chi avendo delle opzioni poteva decidere se aderire o meno entro il periodo di validità dell'offerta. solo di questo potevamo parlare, tu insisti nel fare confusione per non volerti rendere conto di quello che dicono i freddi numeri.

devo riportare un intervento illuminante di jos (28-01-2012):

Prendiamo un numero facile: 100. Tu hai 100 azioni Unicredit, quindi 100 diritti, con i quali puoi acquistare - o meno - altre 200 azioni Unicredit al prezzo prefissato. Ora, quale sia la quotazione dell'azione, sia al momento dell'apertura dell'operazione sia quello di carico è del tutto irrilevante: vale, a stabilire se conviene o meno aderire, solo il saldo dell'operazione di adesionei. Ci siamo?

Bene. Tu puoi scegleire di NON aderire, quindi vendere i diritti; oppure puoi esercitarli e poi, a operazione chiusa, fare il saldo.

- Ipotesi 1, NON adesione. Vendi i diritti, quindi incassi 200 € (il perchè la cifra corretta sia questa l'ho già spiegato).

- Ipotesi 2, adesione. Esercitando il diritto, spendi circa 390 € (arrotondo x eccesso). A questi vanno aggiunti i 200 € che avresti potuto realizzare vendendo i diritti, per un totale di 590. In cambio però hai 200 nuove azioni Unicredit, che puoi immediatamente rivendere a 3,65 l'una. Sommando: 3,65 x 200 = 730 euro

730 (incasso) - 590 (spesa) = 140. Quei 140 lì, sono il guadagno secco dell'operazione di chi ha aderito all'aumento. Cioè, tu spendi 390 euro per sottoscrivere, e operazione conclusa ne guadagni 140. Se poi non vendi e, come faccio io, mantieni in portafoglio le azioni, quei 140 lì equivalgno a 35 - 40 nuove azioni, ovvero una mediazione al ribasso di quella percentuale.

Ci siamo?

Di cosa tu stia parlando in altri forum qui NON rileva. Qui il tema era se era conveniente o meno aderire all'aumento di capitale. Chi ha aperto il thread sconsigliva di farlo. E tu pure. Io ho eccepito che l'operazione sarebbe stata invece consigliabile poiché avrebbe generato un plusvalore (che prescinde dal pregresso!).

Poichè l'operazione ha appunto generato guadagno (guadagno che rimane anche con il tuo esempio al ribasso), i numeri mi danno ragione. Negarlo, significa negare l'evidenza. Roba da bambini... E su cui non vale la pensa insistere

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Ossignur, Andrea! Ma sei ancora in giro con 'sta storia dell'aumento di capitale Unicredit? Ma ti rendi conto che la tua non è più analisi borsistica ma mania paranoide?

Davvero non riesci a capire che l'aumento in questione - ovvero il tema di questo thread - si è aperto e già ampiamente chiuso, e l'operazione ha avuto un saldo ampiamente positivo?

Davvero non riesci a comprendere che è del tutto irrilevante sia il pregresso che il divenire in successione? L'azione Unicredit poteva valere prima dell'aumento 1 o 1000; domani la banca potrebbe fallire oppure schizzare su del 300% poiché oggetto di Opa da parte di qualche fondo sovrano cinese; potrebbe persino tornare alla guida Profumo, magari camminando sulle acque e moltiplicando nel cammino pani, pesci e dividendi.... ma che comunque nulla ha più a che vedere con l'aumento di capitale di cui in oggetto?

Quello è un tema passato: aperto come si è aperto, chiuso come si è chiuso. Amen!

Mettici una pietra sopra, e adesso cerca di trovare pace anche tu, fratello

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