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Derivati Italease anche con Banca AlettiRepubblica — 29 gennaio 2008 pagina 44 sezione: ECONOMIA MILANO - Spunta il nome di Banca Aletti tra i fornitori di derivati a Italease. La banca d' affari del gruppo Banco Popolare, nato lo scorso anno dalla fusione tra la Popolare di Lodi e la Popolare di Verona e Novara, risulta tra le banche che hanno venduto all' istituto, un tempo guidata da Massimo Faenza, i famigerati derivati che sono considerati all' origine del buco da oltre 700 milioni di euro. Un nome che suona un po' strano non solo perché lo stesso Banco Popolare è tra gli azionisti di riferimento di Italease con un quota del 30%, ma anche perché sembra essere l' unico nome italiano a fianco di grandi colossi internazionali del calibro di Lehman Brothers, Goldman Sachs, Bnp Paribas, Deutsche Bank e Société Generale. In una delle denunce presentate da Italease alla Procura di Milano relativa all' operato della banca sotto la gestione di Massimo Faenza (ora agli arresti con l' accusa di associazione a delinquere finalizzata all' appropriazione indebita) vengono descritte alcune operazioni di derivati. E tra queste spiccano alcune nelle quali ha preso parte anche la banca d' affari del Banco Popolare. La Immobiliare credit securitization, un cliente di Italease, ha siglato nel 2005 cinque contratti derivati: due con prodotti finanziari costruiti da Lehman Brothers e tre con derivati costruiti proprio da Banca Aletti. Questi ultimi hanno un valore nozionale complessivo di 130 milioni di euro e sono stati intermediati dalla Caronte di Claudio Calza, il consigliere della Popolare dell' Emilia, finito agli arresti con Faenza perché ritenuto tra i partecipanti all' associazione a delinquere. Per l' intermediazione Calza ha percepito oltre 1,7 milioni di euro. Banca Aletti torna anche in altre tre operazioni, concluse con alcune società del gruppo Netcorp, una società il cui capitale allora era diviso dal trio Fabrizio Bevilacqua, Luigi Carraro (figlio dell' ex presidente della Figc, Franco) e Benedetta Geronzi (figlia del banchiere Cesare), nel frattempo uscita dalla società. Sono la Sesto, (65 milioni), la Monastir (3,8 milioni) e la Granata (55 milioni). La denuncia presentata dal nuovo amministratore delegato di Italease Massimo Mazzega non spiega però quanto hanno guadagnato dall' operazione singolarmente le fabbriche prodotto, ma fa un calcolo complessivo: per la chiusura dei contratti, Italease ha pagato ai fornitori di derivati oltre 400 milioni di euro a fronte di un incasso per commissioni (up front fees) pari a 173 milioni di euro. Un saldo decisamente negativo per Italease, che ha spinto la nuova gestione a riconoscere come quei prodotti, acquistati anche dalla merchant bank di un socio di controllo, «non si caratterizzano per una ragionevole e lecita funzione economica, e non sono spiegabili, né nell' interesse della banca, né in una logica di servizio alla clientela». Banca Aletti, dal canto suo, sostiene che l' operatività con Italease rientrava negli ordinari rapporti interbancari e che il risultato complessivo dei contratti a fine primavera oscillava per Italease in negativo o in positivo nell' ordine del 3% del nozionale. In ogni caso l' incidenza di Aletti su Italease era modesta. - WALTER GALBIATI

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