"Il Civis costa 40 milioni in più"Le coop presentano il conto all´Atcdi Silvia Bignami A circa un quarto delle opere eseguite, le imprese costruttrici già chiedono quaranta milioni di euro in più. Dopo il litigio sulle banchine di via Marconi, progettate lunghe venti metri, ma da raddoppiare, ecco spuntare un´altra grana sul cammino del filobus Civis. Le aziende che compongono il raggruppamento vincitore dell´appalto per le opere civili del valore di 120 milioni, chiedono che Atc, banditrice dello stesso appalto, sborsi la cifra supplementare citata per le cosiddette «riserve», vale a dire lavori eseguiti e non compresi nel capitolato, oppure variazioni contrattuali rispetto ai tempi e ai metodi di lavorazione. Non è la prima volta che tra l´Atc e le imprese nascono litigi piuttosto accesi. Successe anche all´epoca della progettazione esecutiva del passaggio del Civis in Strada Maggiore, quando non si arrivò in tempo coi disegni e l´estate (l´unica stagione buona per i lavori) passò senza che venisse mossa una pietra. In quel caso ci fu un rimpallo di responsabilità tra il presidente Atc Francesco Sutti e le aziende del raggruppamento, le cooperative «Coopsette» e «Coopcostruzioni». Di questa ennesima diatriba si sta occupando il parlamentare di An e consigliere comunale Enzo Raisi il quale ha spedito una lettera a Sutti chiedendo di disporre della documentazione del contenzioso, paventando un duro contraccolpo finanziario sulle casse dei proprietari di Atc, vale a dire Comune (azionista di larga maggioranza) e Provincia. Tanto più che se le «riserve» delle imprese a un quarto dei lavori già arrivano a cifre in rialzo del 25% rispetto all´importo complessivo, figuriamoci cosa succederà col proseguimento. Sutti ha tuttavia negato la documentazione motivando il rifiuto col fatto che il tutto esulerebbe dal mandato di un consigliere. Le richieste delle imprese non sono automaticamente soldi da sborsare. In questi casi, come spesso accade, si arriva a un compromesso tra l´azienda appaltante e l´appaltatore. Se questo non è possibile si ricorre a un arbitrato e agli avvocati. Ma in Atc c´è grande preoccupazione al punto che il presidente ha già iniziato un giro di consultazioni anche col ministero per cercare di rintuzzare le pretese dei costruttori. Oltre alle cose non comprese nel contratto, le cooperative lamentano la mancata continuità lavorativa, quei previsti mille giorni di cantieri ininterrotti che avrebbero permesso alle aziende di realizzare economie di scala, per esempio acquisti di materie prime in quantità maggiori, minori tempi morti e una logistica più agevole. Secondo Raisi, le eventuali spese aggiuntive per soddisfare le richieste delle aziende esecutrici, saranno interamente a carico di Comune e Provincia ragion per cui sarà necessario che si accantonino risorse in previsione. (07 dicembre 2008)
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08/12/2008, ore 21:33
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09/12/2008, ore 23:17
Il Civis impantanato nelle carte bollateAnche l´Atc chiederà i danni e a quel punto si aprirà il contenzioso. Collina (Ccc): "Progetto rifatto, ritardi e aumenti dei costi"di Luciano Nigro Anche l´Atc si prepara a chiedere i "danni" alle aziende appaltatrici per i ritardi nella progettazione del Civis. Il braccio di ferro con Irisbus e Ccc che rivendicano, come ha scritto Repubblica domenica, 40 milioni in più rispetto ai 140 dell´appalto per il tram su gomma è solo all´inizio ed è facile prevedere una lunga battaglia legale prima che si arrivi a stabilire chi ci ha rimesso di più. Un contenzioso che interessa da vicino la città visto che, in un modo o nell´altro, saranno le casse pubbliche ad accollarsi il «di più» che verrà stabilito alla fine di un lungo tira e molla in carte bollate. Cifre rilevanti in ballo visto che i maggiori costi rivendicati dai vincitori dell´appalto si avvicinano al 30%. Piero Collina, presidente del Ccc, però pur difendendo le ragioni delle aziende, cerca di minimizzare. «I contenziosi tra stazioni appaltanti e imprese - premette - sono normali, quotidiani e avvengono dappertutto». E a chi obietta che il conto dei costruttori è salato risponde: «Quaranta milioni non sono valori stratosferici se si pensa che i 140 milioni dell´appalto furono fissati sei anni fa e dopo di allora il progetto è stato rifatto e si sono verificati imprevisti e ritardi».Il numero uno del Consorzio cooperative costruzioni, che ha appena realizzato la Tav Bologna-Milano e in città ha inaugurato la sede unica degli uffici comunali, ripercorre la storia del Civis, un´opera appaltata alla fine del 2002 che vide vincitore un consorzio guidato da Irisbus, società della Fiat che fabbrica il Civis, e da Ccc insieme a un gruppo di imprese di costruzione. Un appalto fifty-fifty che portò al primo contratto firmato nella primavera del 2004, in piena campagna elettorale. Ricordate il prototipo del Civis in bella mostra in piazza Maggiore? Sembrava tutto pronto. Poi le elezioni le vinse Cofferati e la sua giunta decise di rifare un progetto che riteneva sbagliato. Cambio di percorso, non più da ovest a est, ma da est al centro di Bologna, nuova progettazione, nuovo contratto. «In questi anni - ricorda Collina - sono maturati ritardi, lievitati i costi, intervenuti cambiamenti». I 40 milioni in più che chiedono i vincitori dell´appalto dice Collina non sono che il totale delle somme scritte a riserva da Irisbus e alleati negli ultimi due anni, e sono composti per metà da opere edilizie e per metà dai maggiori costi per Irisbus che nel frattempo ha avviato la produzione dei mezzi, una parte dei quali è già pronta ed è in autorimessa in Francia. Tempi più lunghi, costi inevitabili è l´equazione che fanno al Ccc. «Noi riteniamo di avere avuto un danno economico e tuteliamo la nostra attività». Anche l´Atc, concede Collina, è convinta di aver subito danni dai ritardi nella progettazione e tutelerà i propri interessi. Quanto vuole Atc? Una cifra non è ancora stata fatta, ma è facile prevedere, sulla base di esperienze precedenti, per esempio con l´Alta Velocità, che l´azienda trasporti «chiederà una cifra non diversa dalla nostra e a quel punto inizierà il contenzioso vero e proprio». Quanto ha pesato la nuova banchina di via Marconi? «Che la responsabilità dell´aumento dei costi sia legata alla fermata è una sciocchezza - risponde Colina - in quel caso si sta solo cercando la soluzione migliore per evitare un pesante impatto su via Marconi».Piuttosto il numero uno del Ccc individua altre cause. «Un´opera che attraversa il centro inevitabilmente crea disagi e talvolta i disagi diventano tensioni». Ci sono di mezzo anche le elezioni? «Non è detto che la ragione sia la campagna elettorale, ma certo un´opera così tocca interessi di attività, come i negozi o le edicole che possono avere una riduzione di affari, senza considerare l´intervento della Soprintendenza». E siccome altri rallentamenti potrebbero accumularsi, le aziende mettono le mani avanti. Senza drammi, però. «Dopo lunghe e faticose trattative - prevede Collina in vena di ottimismo natalizio - troveremo un accordo. Come sempre».(09 dicembre 2008) |
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12/12/2008, ore 22:24
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29/01/2009, ore 18:02
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31/01/2009, ore 17:11
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03/02/2009, ore 14:23
| Romagna Oggi > Bologna > Tram Bologna, Procura chiede atti a ... Tram Bologna, Procura chiede atti a Ministero Beni Culturali Commenta | Voto: 2 febbraio 2009 - 17.36 (Ultima Modifica: 02 febbraio 2009) BOLOGNA - La Procura di Bologna ha chiesto di acquisire gli atti del Ministero dei beni culturali sul Civis. Il documento con cui la commissione tecnica di valutazione del Ministero ha bocciato il progetto del filobus a guida ottica (ordinando un "ripensamento") confluirà dunque nel fascicolo informativo aperto in piazza Trento Trieste dopo l'esposto presentato in settembre dal deputato di Forza Italia Fabio Garagnani. L'inchiesta, che non contiene ipotesi di reato, è affidata ai pm Luigi Persico e Antonello Gustapane, che nei mesi scorsi hanno incaricato la Guardia di finanza di svolgere accertamenti e acquisire documentazione sul progetto del Civis. Gli uomini del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle hanno raccolto e consegnato tutti i documenti alla Procura nei giorni scorsi. A queste carte si aggiungerà l'atto con cui il Ministero dei Beni culturali ha dato lo stop al progetto, esprimendo "perplessità per il passaggio del mezzo nel centro storico". Garagnani, nelle diciotto pagine del suo esposto contro il Civis, aveva chiamato in causa una lunga lista di reati che, a suo dire, sarebbero stati commessi nel corso del progetto, distorto rispetto a quello originale: falsità ideologica in atto pubblico finalizzata alla turbativa d'asta pubblica, truffa contrattuale e abuso di ufficio con riferimento allo sperpero di denaro pubblico. In particolare, l'azzurro ha puntato il dito contro il "mancato rispetto del capitolato tecnico della gara indetta da Atc da parte di Irisbus" e contro l'"esecuzione di un progetto e di un contratto difformi dal capitolato tecnico di gara". Garagnani chiedeva dunque alla magistratura di intervenire, se necessario anche con il sequestro dei cantieri. |
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