CASSAZIONE PENALEDroga: non può essere escluso l’uso personale se il giovane «benestante» ha 10 dosi di eroinaAnnullata con rinvio la condanna a tre anni di reclusione per spaccio
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27/07/2011, ore 21:30
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28/07/2011, ore 08:51
Onestamente non vedo il problema. Se un giovane (benestante o meno) viene trovato con 10 biglietti di un concerto, se ne esclude a priori l'uso personale, ovvero che sia andato a comprarli in prevendita per un gruppo di amici, o si dà per scontata l'intenzione di "bagarinaggio"?Smettiamola di sputare sentenze conto i magistrati, e facciamo andare la testa...Che poi anch'io preferisca che mio figlio abbia in tasca i biglietti del concerto, lo dico e lo confermo, ma se poi li rivende guadagnandoci e ci compra la droga senza dirmelo, come peraltro sarebbe logico? |
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28/07/2011, ore 10:51
esempio sbagliato. se è andato a prendere biglietti per conto altrui non è più "uso personale" e quindi perseguibilem se si tratta di droga e non biglietti. |
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28/07/2011, ore 11:09
la distinzione di legge verte tra l'uso personale ed il commercio con fine di lucro.qualsiasi cosa tu acquisti in nome e per conto di una ristretta cerchia di amici, di familiari o di parenti è equiparabile all'uso personale e non è perseguibile, in quanto non è per logica assimilabile allo spaccio.per quanto riguarda nello specifico la droga, la legislazione parla di quantitativo modesto: in tutta onestà. possiamo concordare una soglia, ma 10 dosi, sono un quantitativo modesto. |
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28/07/2011, ore 15:39
tutto relativo, ovviamente.modesto? chi lo sa... uno potrebbe acquistarne anche 300 dosi, l'uso personale per un anno... |
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29/07/2011, ore 12:48
Quattro anni per la sentenza, giudice nei guaidi RedazioneVota1 2 3 4 5 Risultato Strumenti utili Carattere Salva l'articolo Invia a un amico Stampa RssCondividi su Facebook Condividi su TwitterQuasi quattro anni per depositare le motivazioni di una sentenza. Ma il ritardo di oltre 1.400 giorni è costato caro al giudice della corte d’Appello di Reggio Calabria Enrico Trimarchi, indagato dai colleghi magistrati della procura di Catanzaro per omissione d’atti d’ufficio. La sentenza in questione portò alla scarcerazione di quattro esponenti delle cosche della ’ndrangheta reggina.Nel corso dell’interrogatorio il magistrato di Reggio Calabria ha sostenuto ieri che le motivazioni della sentenza furono depositate dopo quattro anni a causa della notevole mole di lavoro a cui sono sottoposti i giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria. Il giudice è stato il magistrato estensore delle motivazioni della sentenza d’appello, emessa il 3 marzo del 2006, del processo «Prima Luce», relativo alla faida di Sant’Ilario, protrattasi per oltre 17 anni, tra le famiglie di ’ndrangheta dei D’Agostino, da una parte, e dei Belcastro-Romeo, dall’altra. Al momento della sentenza i termini per le motivazioni furono fissati in 90 giorni. Sulla vicenda, nel dicembre 2010, l’ex ministro della Giustizia Angelino Alfano dispose un’ispezione ministeriale ed il Procuratore generale della Cassazione esercitò l’azione disciplinare nei confronti di Trimarchi. |
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