Questa è l'ultima volta che intervengo sull'argomento:immaginiamo di avere un'azienda che esporta in usa il 100%,scegliamo il settore esempio alimentare, questa azienda esporta ad un prezzo per unita di prodotto pari a 100 e riesce ad esportare 1000 pezzi al giorno, il il ricavo in quest condizioni sarà 100 x1000 = 100.000,le spese sono state 10 per utility acqua,vapore energia, 50 costi fissi manodopera e spese di impianto,30% costi variabili semilavorati, materie prime, avremo un costo unitario di 90 ed un margine operativo lordo di 10.
Abbassiamo adesso il cambio del 30% e supponiamo di riuscire a vendere 1300 pezzi sempre a 100 avremo un ricavo pari a 130 e costi di 13 + 50 + 30 un totale costo per unita di prodotto pari a 93 ed un margine operativo del 37%,distribuisco il 7% come premio di produzione e mi resta il 30.
Tutta questa tirata,non è scientifica ma serve a far capire che il cambio favorisce in misura determinante l'exort oggi ieri e domani,sempre,per una ragione molto semplice il mio prodotto sul mercato globale costa uguale mi da margini maggiori e mi permette di giocare sul prezzo,mentre l'aumento delle utility è irrilevante sul costo per unità di prodotto .In un momento in cui gli impianti viaggiano a potenzialità ridotte sarebbe vera manna
Idem per il turismo,con incrementi a due cifre a parita di altre condizioni.
Sono disposto a rispondere a tutti anche a quelli che stanno di gran lunga sotto il metro,ma dibattendo su quello che ho scritto senza arrampicate, ho discorsi da supercazzola.
Vi consiglio un ripasso veloce sui consumi specifici,costo per unità di prodotto,produttività,arbitraggio sui cambi,costi fissi e variabili,margine operativo lordo e netto utili di gestione,