Su tutti i quotidiani di oggi si accenna ad un piano di dismissioni di quote societarie, aziende e beni pubblici. Per quanto mi riguarda, non posso che dire: finalmente!
Un punto dev'essere chiaro, però: gli introiti devono andare a diminuire il Debito, non in spesa corrente. Vendere un bene pubblico è un atto strutturale irreversibile, quindi deve procurare un benficio altrettanto strutturale e permanente.
Ciò detto, sempre leggendo sui quotidiani, di tutto si parla fuorché di vendere quel baraccone immondo della Rai. Costa al contribuente col canone, è strutturalmente in perdita e quindi costa di nuovo perché il medesimo deve poi - dopo aver pagato il canone - ripianare le perdite attravero la fiscalità, è un ricettacolo della peggior corruzione, mignottocrazia e nepotismo politico, tuttavia di privatizzarla nessuno ha il coraggio.
Al momento, gli unici che si dichiarano apertamente a favore della privatizzazione sono il m5s (2 sole reti, però; non è chiaro se sulla terza restaerà il canone); Fid, ovvero l'ex movimento di Giannino; Renzi, almeno nel programma che alle scorse Primarie aveva approntato insieme a Zingales.
Secondo me è sintomatico. E alle prossime elezioni ne terrò conto...